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La dodicesima carta è il sesto libro di Jeffery Deaver dedicato al criminologo tetraplegico Lincoln Rhyme.

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la dodicesima cartaCon La Dodicesima Carta sono arrivate a sei le appassionanti indagini che vedono protagonisti Lincoln Rhyme e Amelia Sachs. Frutto della fantasia dell'americano Jeffery Deaver,

l'investigatore noto tanto per la sua quasi totale infermità quanto per i suoi metodi strettamente scientifici, si trova alle prese con un caso apparentemente vecchio di 150 anni: alla metà del 1800 risalgono i fatti che la sedicenne nera Geneva Settle sta studiando per una ricerca scolastica quando viene assalita nella biblioteca del Museo afroamericano di Harlem. Il tentativo di stupro, però, si trasforma presto in diversi e reiterati tentativi di omicidio. Il movente rimane inaccessibile, almeno fino al momento in cui, fra piste e indizi falsi, dal passato riemergono prove che contribuiranno a gettare una luce chiarificatrice sul passato della famiglia di Geneva, segnando definitivamente anche il presente e il corso del suo futuro

Lincoln Rhyme e Amelia Sachs sono tornati: la fatica annuale di Jeffery Deaver ha prodotto un nuovo thriller ambientato per lo più nel ghetto di Harlem, luogo in cui la partecipazione emotiva del lettore è così attivata da essere costretto a girare pagina velocemente, seguendo il ritmo incalzante degli eventi.

Non conosciamo il movente e neppure il mandante, ma l’assassino sì, fin dalle prime righe. Sappiamo come si chiama, come agisce, persino come ha trascorso la sua infanzia. Intuiamo i motivi che lo hanno reso così freddo e insensibile e capiamo che non si fermerà davanti a nulla. Conosciamo la vittima: una giovane nera che ha fatto dello studio l’unico mezzo per costruirsi un futuro diverso da quello che aspetta le sue compagne. E, naturalmente, conosciamo gli investigatori e i loro metodi. Non bisogna essere lettori troppo smaliziati per riconoscere uno schema predefinito: sono delitti e psicologie che abbiamo già incontrato, quelli descritti da Deaver.

Eppure ci sono particolari che rendono il romanzo in qualche modo diverso. L’intreccio costruito in modo che diversi piani narrativi si sovrappongano, creando più di un’illusione, il continuo variare delle prospettive e delle motivazioni all’origine dei delitti, i nuovi slanci che la trama conosce dopo ogni colpo di scena, cui si aggiunge il lieve ma significativo progresso delle facoltà motorie di Rhyme, sono tutti elementi che rendono La dodicesima carta una lettura appassionante fino all’ultima pagina: una nuova lezione, dalle caratteristiche tutte americane, su come possa essere intricato e insidioso il cammino che, comunque, porta sempre alla verità.

II volto bagnato di sudore e lacrime, l'uomo corre per salvar­si la vita.

"Eccolo! Eccolo là!"

L'ex schiavo non capisce bene da dove venga la voce. Dal­le sue spalle? Da sinistra o da destra? Dal tetto di una delle case decrepite che si allineano lungo queste sordide strade acciottolate? Nell'aria di luglio calda e densa come paraffi­na, l'uomo smilzo salta un cumulo di stereo di cavallo. I net­ turbini non arrivano qui, in questa parte della città. Charles Singleton si ferma presso un bancale con un'alta pila di bari­ lotti appoggiata sopra, tentando di riprendere fiato.


La detonazione di una pistola. Il proiettile si perde chissà dove. L'eco secca dell'arma da fuoco lo riporta di colpo alla guerra: quei momenti assurdi e folli in cui manteneva la sua posizione con indosso una polverosa divisa blu, puntando un pesante moschetto su uomini dalla polverosa divisa gri­gia, che a loro volta puntavano i fucili su di lui.
Adesso corre più veloce. Quelli sparano di nuovo. Anche stavolta mancano il bersaglio.
"Qualcuno lo fermi. Cinque dollari in oro per chi lo prende."


Ma i pochi già per strada a quest'ora, irlandesi per lo più, stracciaioli o operai che se ne vanno al lavoro con le piccoz­ze e i secchi per la calce, non pensano affatto a fermare il ne­gro, che ha lo sguardo feroce, muscoli grossi e una determi­nazione spaventosa. Quanto alla ricompensa, a offrirla a gran voce è stato un poliziotto, il che significa che la promes­sa non sarà mantenuta.

Una fotografia mostrava Charles Singleton a ventotto an­ni, con indosso la divisa della Guerra Civile. Era alto e aveva mani grandi. L'uniforme tesa sul petto e sulle braccia lascia­ va intuire muscoli possenti. Labbra grosse, zigomi alti, viso tondo e pelle molto scura.

Fissando quel volto serio, con quegli occhi calmi e pene­tranti, la ragazza credette di trovare qualche somiglianza tra sé e lui. Si riconobbe nei lineamenti dell'antenato, nella rotondità del viso, nell'intensa sfumatura della pelle. Tuttavia, del fisico di Singleton le era rimasto ben poco: come le ra­gazze di Delano Project amavano farle notare, Geneva Seattle era magra quanto un ragazzine delle elementari.

Riprese a leggere, ma un rumore la interruppe. Un click nella sala. Lo scatto di una serratura? Poi dei passi. Una pau­sa. Un altro passo. Poi silenzio. Geneva guardò dietro di sé, tuttavia non vide nessuno.

Provò un brivido, ma disse a se stessa che non doveva avere paura. Erano stati i brutti ricordi a innervosirla: le ragazze di Delano che la picchiavano nel cortile della Langston Hughes High School e quella volta che Tonya Brown e la sua banda delle St. Nicholas Houses l'avevano trascinata in un vicolo e massacrata di botte, tanto da farle saltare un molare. I ragazzi erano quelli che mettevano le mani addosso, quelli che faceva­ no gli stronzi. Ma era con le ragazze che scorreva il sangue.

Falla a fette. Falla a fette, la troia...
Ancora passi. Un'altra pausa.
Silenzio.

Non che il posto fosse per sua natura rassicurante. Buio, silenzioso, con un sentore di muffa nell'aria. E non c'era nes­sun altro, non alle otto e un quarto del martedì mattina. Il museo era ancora chiuso (i turisti erano a letto o stavano fa­cendo colazione), ma la biblioteca apriva alle otto. Geneva era fuori ad aspettare già da prima: moriva dalla voglia di leggere quell'articolo.

In quel momento occupava un cubicolo in fondo a una grande sala da esposizioni, tra manichini senza volto che in­dossavano costumi dell'Ottocento. Alle pareti erano appesi dipinti di uomini e donne dai cappelli bizzarri e di cavalli dalle zampe ossute.

Alle sue spalle galoppano gli agenti a cavallo. Altri ne ap­paiono davanti a lui, agli ordini di un poliziotto con l'elmet­to in testa, che brandisce una pistola. "Alt! Fermo dove sei, Charles Singleton! Sono il capitano Walter Simms. Sono due giorni che ti cerco."
D liberto obbedisce. Le spalle forti si incurvano, le braccia pendono lungo i fianchi, i polmoni si riempiono dell'aria umida e rancida che sale dal fiume Hudson. Charles è vicino agli uffici dei rimorchiatori. Lungo il corso del fiume, vede svettare gli alberi dei velieri, a centinaia, con la loro promes­sa di libertà. Si appoggia, ansante, alla grande insegna della Swiftsure Express Company e guarda il capitano avvicinarsi. Gli zoccoli del cavallo fanno un sonoro clop, clop, clop sul­ l'acciottolato.

"Charles Singleton, sei in arresto per furto. Arrenditi, o ti prenderemo con la forza. In un caso o nell'altro, finirai in ca­ ene. Se scegli la resa non ti verrà fatto del male. Se invece scegli di resistere ne pagherai care le conseguenze. A te la de­cisione."

"Sono accusato di un crimine che non ho commesso! "
"Te lo ripeto: arrenditi o muori. Non hai altra scelta."
"Nossignore, ne ho un'altra", grida Charles. E riprende la fuga, verso il molo.
"Fermati o spariamo!" intima il capitano Simms.
Ma il liberto si lancia oltre il parapetto del molo, come un cavallo che salta un ostacolo. Per un momento sembra sospeso in aria, poi precipita per una decina di metri e si tuffa nelle acque torbide dell'Hudson, mormorando alcune paro­le: forse una preghiera a Gesù, forse una dichiarazione d'a­more alla moglie e al figlio. Qualunque cosa sia, gli inseguitori non riescono a sentirlo.

Una ventina di metri più in là, il quarantunenne Thompson Boyd fece un passo verso la ragazza dopo essersi sistemato il passamontagna sulla faccia, con i buchi in corrispondenza degli occhi. Controllò che il tamburo del revolver non si in­ ceppasse. L'aveva già fatto prima, ma nel suo mestiere non si poteva mai essere sicuri. Rimise in tasca l'arma ed estrasse lo sfollagente dal taglio praticato nel suo impermeabile scuro.
Fra lui e il tavolo del lettore di microfiche c'erano gli scaf­fali di libri della sala dei costumi. Premette le dita infilate nei guanti di lattice sugli occhi, che quella mattina bruciavano più del solito. Batté le palpebre dal dolore.

Si guardò intorno di nuovo, per assicurarsi che la sala fos­se effettivamente deserta.
Non c'erano guardiani, né lì né al piano di sotto. Non c'era­ no videocamere di sicurezza né registri dei visitatori. Tutto be­ ne. Ma qualche problema logistico c'era lo stesso. Poiché nel­ la sala regnava un silenzio di tomba e Thompson non poteva avvicinarsi in silenzio alla sua vittima, il rischio era che la ra­ gazza, sapendo che c'era qualcuno nella sala, si mettesse in al­larme.

Perciò, dopo essere entrato in quell'ala della biblioteca e avere chiuso a chiave la porta dietro di sé, si era prodotto in una risata. Thompson Boyd aveva smesso di ridere da parec­chi anni. Ma era un artigiano che capiva il potere della risata e sapeva come impiegarlo a proprio vantaggio, nel suo lavo­ ro. Una risata, un saluto amichevole e il rumore di un cellu­lare che veniva chiuso l'avrebbero di sicuro tranquillizzata, lo sapeva.
Il trucco sembrava funzionare. Sbirciò oltre la lunga fila di scaffali e scorse la ragazza concentrata sullo schermo. La vide stringere i pugni nervosamente, mentre leggeva.

Fece per avvicinarsi.

Thompson sbirciò l'ennesima volta. La ragazza, era torna­ta a sedersi e stava leggendo uno dei libri, aperto in cima alla pila. Ne aveva una dozzina davanti a sé. Con il sacchetto in cui aveva messo preservativi, taglierino e nastro adesivo nella mano sinistra e con lo sfollagente nella destra, si avviò verso di lei.
Le si avvicinò da dietro: sei metri, cinque, trattenendo il respiro.
Tre metri. Anche se si fosse voltata di scatto, ora lui avreb­be potuto raggiungerla con un balzo, rompendole un ginoc­chio o colpendola alla testa.
Due metri, uno e mezzo...
Si fermò e depose il set da stupro su uno scaffale. Afferrò lo sfollagente di lucido legno di rovere con entrambe le mani e lo sollevò in aria. Fece un passo avanti.
La ragazza, intenta a leggere, non si era minimamente ac­corta del suo aggressore, ormai a un metro da lei. Con tutte le sue forze, Thompson abbatté lo sfollagente sul berretto di maglia della ragazza.

Crack...

All'impatto sordo del legno sulla testa, una dolorosa vi­brazione si riverberò nelle mani di Thompson.

Ma qualcosa non andava. Il suono, la sensazione, non era­ no quelli giusti. Che cosa stava succedendo?

Thompson Boyd balzò all'indietro, mentre il corpo cade­ va sul pavimento.

E andava in pezzi.

Il torso del manichino cadde da una parte, la testa rotolò da un'altra. Thompson rimase a fissarlo attonito per un istante. Sulla metà inferiore dello stesso manichino era drappeggiato un vestito rigonfio, uno di quelli in mostra come esempi di abbigliamento delle donne nell'America della ri­costruzione.

No...

In qualche modo, la ragazza doveva avere intuito la mi­naccia che incombeva su di lei. Aveva sfilato i libri dagli scaffali come alibi per alzarsi, prendere un manichino, vestirne la metà superiore con là sua felpa e il suo berretto e infine si­stemarlo sulla sedia.

Ma adesso dov'era?

Il rumore dei passi in corsa era la risposta alla sua domanda.

Thompson Boyd la sentì scappare verso l'uscita di sicu­rezza. Rimise lo sfollagente nel taglio dell'impermeabile, estrasse la pistola e si lanciò all'inseguimento.

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Il Cacciatore di Aquiloni il "bestseller silenzioso" di Khaled Hosseini.

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il cacciatore-aquiloniSi dice che il tempo guarisca ogni ferita. Ma, per Amir, il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a inseguirlo e a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta.

Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan - il ragazzo dal viso di bambola, il cacciatore di aquiloni - è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile.

Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve partire, tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati. Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C'è una scoperta sconvolgente, in un mondo violento e sinistro dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più.

Trent'anni di storia afgana - dalla fine della monarchia all'invasione russa, dal regime dei Talebani fino ai giorni nostri - rivivono in questo romanzo emozionante e pieno d'atmosfera, diventato ormai un caso internazionale.

Pubblicato in sordina negli Stati Uniti nel 2003, grazie al passaparola dei lettori e ai suggerimenti dei librai il "bestseller silenzioso" di Khaled Hosseini ha già venduto quattro milioni di copie solo sul mercato americano, e in Italia ha raggiunto il vertice di tutte le classifiche.

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Sono diventato la persona che sono oggi all'età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo I torrente ghiacciato. È stato tanto tempo fa. Ma non è vero, le dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato ­si aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto.

Da bambini Hassan e io ci arrampicavamo su uno dei pioppi lungo il vialetto che portava a casa mia e da lassù infa­stidivamo i vicini riflettendo la luce del sole in un frammento di specchio. Ci sedevamo uno di fronte all'altro su un farne, le gambe nude a penzoloni, e mangiavamo more di liso e castagne di cui avevamo sempre le tasche piene. Usa­lo il frammento di specchio a turno, ci tiravamo le more ^ridevamo come matti. Vedo ancora i raggi di sole che fil-1O attraverso il fogliame illuminando il viso di Hassan perfettamente tondo, come quello di una bambola cinese di 10, con il naso largo e piatto, gli occhi a mandorla, stretti i una foglia di bambù, giallo oro, verdi, o azzurri come fi a seconda della luce. Ricordo le piccole orecchie  e il mento appuntito

Non mi avrebbe mai rifiutato nulla. E la sua fionda era infallibile. Quando suo padre Ali ci scopriva, si arrab­biava — per quanto si potesse arrabbiare una persona gen­tile come lui - e minacciandoci con il dito ci faceva scendere dall'albero. Poi ci requisiva lo specchio e ci ripeteva quello che sua madre diceva a lui quando era piccolo: che anche il diavolo usa gli specchi per distrarre i musulmani dalla pre­ghiera. «E ride mentre lo fa» aggiungeva sempre, guardan­do severamente il figlio.

«Sì, padre» balbettava Hassan con gli occhi a terra. Ma non mi ha mai tradito. Non ha mai confessato che tanto lo specchio quanto le castagne erano idee mie.

Il vialetto di mattoni rossi che conduceva al cancello in ferro battuto continuava all'interno della proprietà di mio padre, terminando nel giardino sul retro della casa.
Tutti ritenevano che casa nostra, la casa di Babà, fosse la più bella di Wazir Akbar Khan, un quartiere nuovo e ricco nella zona nord di Kabul. C'era addirittura chi pensava che fosse la più bella della città. Il vialetto d'accesso, fiancheg­giato da cespugli di rose, conduceva a una grande costruzio­ne con pavimenti in marmo e finestre immense.
Il pavimento dei quattro bagni era rivestito da intricati mosaici di piastrelle, scelte personalmente da Babà a Isfa­han. Alle pareti delle stanze erano appesi arazzi intessuti con fili d'oro, che Babà aveva acquistato a Calcutta.

Al piano superiore c'erano la mia camera da letto, quella di Babà e il suo studio, chiamato anche la "stanza del fumo", che profumava sempre di tabacco e cannella. Babà e i suoi amici se ne stavano lì, dopo cena, sdraiati sulle poltrone di pelle nera. Caricavano le pipe - Babà diceva "rimpinzare" -e discutevano dei loro tre argomenti preferiti: politica, affari, calcio. A volte chiedevo a Babà il permesso di rimanere con loro, ma lui ogni volta mi rispondeva: «Questo è il mo­mento degli adulti. Perché non vai a leggere un libro?». Poi chiudeva la porta lasciandomi solo a domandarmi perché con lui fosse sempre il momento degli adulti. Mi sedevo in corri­doio, le ginocchia piegate contro il petto, e a volte rimanevo lì un'ora, anche due, ad ascoltare chiacchiere e risate.

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Il soggiorno al pianterreno aveva una parete curvilinea con mobili costruiti su misura. Sui muri immagini di famiglia. Una vecchia foto sgranata del nonno con re Nadir Shah, del 1931, due anni prima che il sovrano venisse assassinato: sti­vali da caccia, fucile in spalla e ai loro piedi un cervo abbat­tuto. C'era una foto del matrimonio dei miei genitori: mio padre elegantissimo nel suo completo nero, mia madre una (giovane e sorridente principessa in bianco. In un'altra foto lo padre e il suo migliore amico e socio in affari, Rahim lan, ritratti all'esterno della casa.

Nessuno dei due sorride, sono anch'io, in braccio a mio padre che ha l'aria stanca triste. Le mie dita stringono il mignolo di Rahim Khan.  Di fianco al soggiorno c'era la sala da pranzo. Dal soffitto pendeva un lampadario di cristallo e al centro della , c'era un tavolo di mogano intorno al quale potevano SÌ una trentina di invitati - cosa che, dato che mio amava dare feste sontuose, accadeva quasi ogni settimana.

All'estremità meridionale del giardino, all'ombra di un nespolo, c'era la casa dei domestici, una capanna di argilla dove abitavano Hassan e Ali e dove io, nei diciotto anni in cui vissi lì, entrai pochissime volte. Era una stanza spoglia ma pulita, male illuminata da due lampade al cherosene e arre­data con due materassi appoggiati alle pareti, uno di fronte all'altro, un vecchio tappeto di Herat con i bordi sfilacciati, uno sgabello a tre gambe e, in un angolo, un tavolo dove Has­san disegnava. Appeso al muro, solo un piccolo arazzo con le parole Allah-u-akbar, ricamate a perline, che Babà aveva regalato ad Ali di ritorno da uno dei suoi viaggi a Mashad.

Era in quella capannuccia che Sanaubar, la madre di Has­san, l'aveva messo al mondo nell'inverno del 1964. Mentre mia madre era morta dandomi alla luce, Hassan aveva perso la sua una settimana dopo la nascita, in un modo che per un afghano è peggio della morte: Sanaubar era fuggita con una compagnia di ballerini e cantanti girovaghi.
Hassan non parlava mai di lei, come se non fosse mai esi­stita. Mi chiedevo se la sognava, se immaginava che aspetto avesse e dove si trovasse. Mi domandavo se desiderava in­contrarla. Provava anche lui la nostalgia struggente che pro­vavo io per la madre che non avevo mai conosciuto?

Un giorno, mentre andavamo al cinema Zainab a vedere un nuovo film iraniano, prendemmo la scorciatoia che attra­versava la caserma vicino alla scuola media Istiqlal. Babà ce l'aveva severamente proibito, ma in quel periodo si trovava in Pakistan con Rahim Khan. Scavalcammo lo steccato che circondava la caserma, superammo un torrente e sbucammo in uno spiazzo di terra battuta dove arrugginivano vecchi carri armati abbandonati. Alcuni soldati giocavano a carte r fumavano all'ombra di uno di quei relitti. Uno ci scorse i-, dando di gomito al suo vicino, chiamò Hassan.

«Ehi, tu. Io ti conosco.»

Non l'avevamo mai visto prima. Era un uomo tarchiato con la testa rasata e una barba nera di qualche giorno. Il mo­do in cui ci guardava, con un sorriso lascivo, mi spaventò. «Non fermarti» dissi tra i denti.

«Ehi, hazara! Guardami in faccia quando ti parlo!» gli urlò il soldato. Passò la sigaretta al suo vicino, unì indice e pollice della mano destra e infilò il medio della sinistra in quel cerchietto. Dentro e fuori. Dentro e fuori. «Ho cono­sciuto tua madre, lo sapevi? L'ho conosciuta proprio bene. L'ho presa da dietro laggiù, vicino al torrente.»

I soldati scoppiarono in una risata. Uno fischiò. «Non fermarti, non fermarti» ripetei.

«Che fica stretta e zuccherosa aveva!» diceva ghignando un soldato, mentre i suoi camerati gli stringevano la mano. Più li, nel buio del cinema, sentii Hassan singhiozzare.

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Khaled Hosseini l'autore del libro campione di vendite, Il cacciatore di aquiloni.

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Khaled_HosseiniKhaled Hosseini, (Kabul, 4 marzo 1965), è uno scrittore e medico afgano, pashtun, nato a Kabul, dove ha vissuto la sua infanzia.

Dal 1980 vive negli Stati Uniti. È l'autore del libro campione di vendite, Il cacciatore di aquiloni.

Nel 2007 ha pubblicato il suo secondo libro intitolato Mille splendidi soli che, solo in Italia, ha venduto più di un milione di copie.

La casa di produzione di Steven Spielberg, DreamWorks, ha acquistato i diritti di entrambi i romanzi, per trarne dei film.

Khaled Hosseiniè nato a Kabul, in Afghanistan, ultimo di cinque fratelli. Suo padre era un diplomatico in servizio presso il Ministero degli Esteri afghano e sua madre insegnava persiano e storia in un liceo femminile di Kabul.

Nel 1970 il Ministero degli Esteri mandò la sua famiglia a Teheran, in Iran, dove il padre lavorò presso l'ambasciata dell'Afghanistan. Nel 1973 tornarono a Kabul. Nel luglio 1973 il re afghano, Zahir Shah, fu spodestato in un colpo di stato dal cugino, Mohammed Daoud Khan.

Nel 1976 il Ministero trasferì ancora una volta la famiglia Hosseini, questa volta a Parigi. Nel 1980 sarebbero dovuti tornare a Kabul, ma nel frattempo (1979) in Afghanistan il potere era nelle mani di un'amministrazione filo-comunista, appoggiata dall'Armata Rossa. Temendo l'impatto della guerra sovietica in Afghanistan, la famiglia Hosseini chiese e ottenne l'asilo politico negli Stati Uniti e, nel settembre 1980, si trasferirono a San José, in California.

Dato che avevano lasciato tutte le loro proprietà in Afghanistan, per un breve periodo vissero di sussidi statali, fino a che il padre riuscì a risollevare le sorti della famiglia intraprendendo numerosi lavori. Khaled Hosseiniè tornato in Afghanistan come inviato per l'UNHCR, l'agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Una delle sue opere è il libro intitolato Mille Splenditi Soli.

Bibliografia.

    2004 - Il cacciatore di aquiloni.

il cacciatore-aquiloniSi dice che il tempo guarisca ogni ferita. Ma, per Amir, il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a inseguirlo e a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan - il ragazzo dal viso di bambola, il cacciatore di aquiloni - è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve partire, tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati. Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C'è una scoperta sconvolgente, in un mondo violento e sinistro dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più.


    2007 - Mille splendidi soli.

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Carlos Ruiz Zafón tradotto in oltre 40 lingue, le sue opere hanno conquistato milioni di lettori e numerosi premi nei cinque continenti.

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ruiz_zafon_carlosAutore di successo mondiale,Carlos Ruiz Zafón  (Barcellona, 25 settembre 1964) è uno scrittore spagnolo che ha iniziato la sua carriera nel 1993 con una serie di libri per bambini e ragazzi, tra cui Il principe della nebbia.

Nel 2001 esordisce nella narrativa per adulti con il suo quinto romanzo, L'ombra del vento, che, uscito in sordina in Spagna, ha conquistato col passaparola il vertice delle classifiche letterarie europee, diventando un vero e proprio fenomeno letterario. Vive dal 1993 a Los Angeles, dov'è impegnato nell'attività di sceneggiatore. Collabora regolarmente con le pagine culturali di "El País" e "La Vanguardia".

L'ombra del ventoè stato un successo, con più di 8 milioni di copie vendute nel mondo, e solo in Italia, un milione e mezzo, acclamato come una delle grandi rivelazioni letterarie degli ultimi anni. È stato tradotto in più di 36 lingue e ha ottenuto numerosi premi internazionali, tra cui Premio Barry per il miglior romanzo d'esordio nel 2005.

Il 17 aprile 2008 esce il secondo romanzo El juego del ángel. La tiratura iniziale di questo libro è la più alta per una prima edizione in Spagna.

Il 25 ottobre 2008 esce il romanzo tradotto in italiano Il gioco dell'angelo, mentre nel maggio del 2009 esce in Italia Marina.

Il 7 maggio 2010 esce, per la prima volta nelle librerie italiane Il palazzo della mezzanotte uscito in lingua spagnola il 1994 con il nome di El palacio de la medianoche. Tradotte in oltre quaranta lingue, le sue opere hanno conquistato milioni di lettori e numerosi premi nei cinque continenti.

L'ultima opera dell'autore, intitolata Il prigioniero del cielo, è uscita il 17 novembre 2011 come El prisioniero del cielo. Arriva nelle librerie italiane il 24 febbraio 2012

Opere.

Collana “Il Cimitero dei Libri Dimenticati”:

2001 - L'ombra del vento (La sombra del viento).

2008 - Il gioco dell'angelo (El juego del ángel).

2011 - Il prigioniero del cielo (El prisionero del cielo)

Collana “La Trilogia della Nebbia”:

1993 - Il principe della nebbia (El príncipe de la niebla).

1994 - Il palazzo della mezzanotte (El palacio de la medianoche).

1995 - Le luci di settembre (Las Luces de Septiembre).

1999 – Marina

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Il Prigionero del Cielo, terzo capitolo di quella che dovrebbe essere la quadrilogia di Carlos Ruiz Zafón.

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il prigionero del cieloNel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza.

Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento"è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia.

Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín.

Per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un'epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martín - il narratore di "Il gioco dell'angelo" - al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista.

Dopo "L'ombra del vento" e "Il gioco dell'angelo" Carlos Ruiz Zafón ci regala il terzo capitolo di quella che dovrebbe essere la sua quadrilogia. Ritornano i personaggi che hanno fatto conoscere l'autore spagnolo al grande pubblico e ritorna anche quel Cimitero dei Libri Dimenticati che tanto ha appassionato i lettori di tutti il mondo.


Barcellona, dicembre 1957

Quell'anno, prima di Natale, ci toccarono soltanto gior­ni plumbei e ammantati di brina. Una penombra azzurra­ta avvolgeva la città e la gente camminava in fretta coper­ta fino alle orecchie, disegnando con il fiato veli di vapore nell'aria gelida. Erano pochi coloro che in quei giorni si fer­mavano a guardare la vetrina di Sempere e Figli, e anco­ra meno quelli che si avventuravano a entrare per chiede­re di quel libro sperduto che li aveva aspettati per tutta la vita, e la cui vendita, poesie a parte, avrebbe contribuito a rappezzare le precarie finanze della libreria.

«Sento che oggi sarà il giorno giusto. Oggi cambierà la nostra sorte» proclamai sulle ali del primo caffè della gior­nata, puro ottimismo allo stato liquido.

Mio padre, che battagliava dalle otto di quella mattina f Con il registro della contabilità destreggiandosi abilmente [con gomma e matita, alzò gli occhi dal bancone e osservò la sfilata di clienti mancati che si perdevano dietro l'angolo.

«Il cielo ti ascolti, Daniel, perché di questo passo, se va male la campagna di Natale, a gennaio non avremo nemmeno i soldi per la bolletta della luce. Qualcosa dovremo fare. Fermìn ha avuto un'idea» dissi. «Secondo lui, è un magistrale per salvare la libreria dalla bancarotta.»

Lo vidi scomparire nel retrobottega e riemergerne equi­paggiato con la sua uniforme ufficiale per l'inverno: lo stes­so cappotto, la stessa sciarpa e lo stesso cappello che ricordavo fin da bambino. Bea diceva di sospettare che mio padre non comprasse vestiti dal 1942, e tutti gli indizi por­tavano a ritenere che mia moglie avesse ragione. Mentre si infilava i guanti, sorrideva vagamente e nei suoi occhi si percepiva quello scintillio quasi infantile che riuscivano a strappargli solo le grandi imprese.

«Ti lascio da solo per un po'» annunciò. «Esco a fare una commissione.»
«Posso chiederti dove stai andando?»
Mio padre mi fece l'occhiolino.
«È una sorpresa. Poi vedrai.»

Lo seguii fino alla porta e lo vidi partire a passo fermo in direzione della Puerta del Angel, una sagoma fra le tan­te nella marea grigia di passanti che navigava per un altro lungo inverno di cenere e d'ombra.

Remerò de Torres, bandiera vivente della resistenza civi­le contro la Santa Madre Chiesa, le banche e le buone abi­tudini in quella Spagna degli anni Cinquanta tutta messa e cinegiornali, manifestava una simile urgenza di sposar­si. Nel suo zelo prematrimoniale, era arrivato al punto di stringere amicizia con il nuovo parroco della chiesa di San­ta Ana, don Jacobo, un sacerdote di Burgos con idee aperte e modi da ex pugile, al quale aveva contagiato la sua smi­surata passione per il domino. Le domeniche dopo la mes­sa si battevano in storiche partite al Bar Admirall, e il sacer­dote rideva di gusto quando Fermìn gli domandava, tra un bicchiere e l'altro di liquore alle erbe di Montserrat, se sa­peva con certezza se le monache avessero le cosce e se, in caso le avessero, fossero tenere e mordicchiabili come lui sospettava fin dall'adolescenza.

"Lei riuscirà a farsi scomunicare" lo rimproverava mio padre. "Le suore non si guardano e non si toccano."
"Ma se il parroco è più vizioso di me..." protestava Fer­mìn. "Se non fosse per l'uniforme..."

Stavo ricordando quella discussione e canticchiando al suono della tromba del maestro Armstrong quando sentii il campanello sulla porta della libreria emettere il suo dol­ce tintinnio. Alzai lo sguardo aspettandomi di vedere mio padre ormai di ritorno dalla sua missione segreta o Fermìn pronto a montare per il turno pomeridiano.

«Buon giorno» disse dalla soglia una voce grave ed esangue.

Stagliato in controluce sulla porta, il suo profilo assomi­gliava a un tronco sferzato dal vento. Il visitatore indos­sava un vestito scuro dal taglio antiquato e disegnava una sagoma torva appoggiata a un bastone. Fece un passo in avanti, zoppicando visibilmente. Il chiarore della lampa­da sul bancone rivelò un volto segnato dal tempo. Il visi­tatore mi osservò per qualche istante, soppesandomi senza fretta. Il suo sguardo aveva qualcosa dell'uccello rapace, paziente e calcolatore.

«È lei il signor Sempere?»
«Io sono Daniel. Il signor Sempere è mio padre, ma in questo momento non c'è. Posso fare qualcosa per lei?»

Il visitatore ignorò la mia domanda e cominciò a vagare per la libreria esaminando tutto palmo a palmo con un in­teresse al limite dell'avidità. Il suo modo di zoppicare fa­ceva immaginare che le lesioni nascoste sotto quei vestiti fossero davvero gravi.

«Ricordi di guerra» disse lo sconosciuto, come se mi aves­se letto nel pensiero.

Seguii con lo sguardo la sua traiettoria di perlustrazione.

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Il meglio del 2012: gialli e thriller.

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I 10 articoli piu letti sul sito Raccomandati Se Ti Piacciono nel mese di Marzo 2013.

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1,. I cento migliori libri classici di tutti i tempi per festeggiare i 60 anni della fortunata collana Penguin.


Per festeggiare i 60 anni della fortunata collana Penguin Classics, la casa editrice inglese ha stilato una lista con i cento migliori libri classici di tutti i tempi usando un metro particolare: sono state create 20 liste di "sottogeneri" ciascuna con cinque libri (I migliori libri che parlano di viaggi, d'amore, di pazzi, di tradimenti etc...). E' abbastanza evidente il punto di vista anglosassone, nella lista infatti figurano ben 37 autori inglesi, 20 americani, 9 francesi e 6 russi. L'unico italiano è Machiavelli con Il Principe. Dickens, con 4 libri, è l'autore più presente.
Liste del genere vanno sempre prese per quello che sono, non compare neanche Shakespeare a cui la Penguin dedica una collana a parte. Molte curiosità fra le varie miniclassifiche: in quella sui viaggi Sulla Strada di Jack Kerouac si piazza al primo posto lasciandosi dietro addirittura che L'Odissea di Omero.
Vale comunque come lista di riferimento, nel senso che in ogni caso dove si pesca si pesca bene, e considerato il poco tempo che abbiamo a disposizione per la lettura, è sempre meglio leggere un classico che ci lascia sicuramente qualcosa dentro.

2.- Il Nome della Rosa romanzo storico scritto da Umberto Eco con ambientazione medievale.


Il nome della rosa è un romanzo scritto da Umberto Eco, edito per la prima volta nel 1980. Dopo aver scritto moltissimi saggi.
Eco decise di scrivere il suo primo romanzo, dopo alcuni anni di meticolosa preparazione, cimentandosi nel genere del giallo ed in particolare nel giallo deduttivo.
L'opera è ambientata nel Medioevo e viene presentata come il manoscritto di un anziano frate che ha trascritto un'avventura vissuta da novizio, molti decenni addietro, in compagnia del suo maestro presso un monastero benedettino dell'Italia settentrionale.
La narrazione, suddivisa in sette giornate, scandite dai ritmi della vita monastica, vede protagonisti Guglielmo da Baskerville, frate francescano, e il novizio Adso da Melk, il narratore della storia.
Dal romanzo è stato tratto nel 1986 un film omonimo per la regia di Jean-Jacques Annaud.
Il titolo provvisorio del libro, durante la stesura, era L'abbazia del delitto, poi Eco aveva pensato anche al titolo Adso da Melk (ma poi considerò che nella letteratura italiana - a differenza di quella inglese - i libri aventi per titolo il nome.

3.- La dodicesima carta è il sesto libro di Jeffery Deaver dedicato al criminologo tetraplegico Lincoln Rhyme.

la dodicesima cartaCon La Dodicesima Carta sono arrivate a sei le appassionanti indagini che vedono protagonisti Lincoln Rhyme e Amelia Sachs. Frutto della fantasia dell'americano Jeffery Deaver,
l'investigatore noto tanto per la sua quasi totale infermità quanto per i suoi metodi strettamente scientifici, si trova alle prese con un caso apparentemente vecchio di 150 anni: alla metà del 1800 risalgono i fatti che la sedicenne nera Geneva Settle sta studiando per una ricerca scolastica quando viene assalita nella biblioteca del Museo afroamericano di Harlem. Il tentativo di stupro, però, si trasforma presto in diversi e reiterati tentativi di omicidio. Il movente rimane inaccessibile, almeno fino al momento in cui, fra piste e indizi falsi, dal passato riemergono prove che contribuiranno a gettare una luce chiarificatrice sul passato della famiglia di Geneva, segnando definitivamente anche il presente e il corso del suo futuro
Lincoln Rhyme e Amelia Sachs sono tornati: la fatica annuale di Jeffery Deaver ha prodotto un nuovo thriller ambientato per lo più nel ghetto di Harlem, luogo in cui la partecipazione emotiva del lettore è così attivata da essere costretto a girare pagina velocemente, seguendo il ritmo incalzante degli eventi.


4.- Il cane che inseguiva le stelle, di Henning Mankell, l’autore dei gialli del commissario Wallander.

Joel, undici anni, vive con il padre, che fa il taglialegna ma è un ex marinaio ancora innamorato dell'oceano. La mamma è andata via di casa tanti anni prima.
Joel è solitario, inquieto, ribelle: vorrebbe sapere perché sua madre è sparita, è irritato col padre che ha un nuovo legame, cerca l'approvazione di un compagno ben sapendo che è solo un prepotente, e per compiacerlo affronta una prova pericolosa: arrampicarsi su un ponte altissimo...
Fuori dalla finestra, in una notte di gelo, Joel ha visto un cane che ha l'aria di correre incontro a una stella. Abbiamo tutti bisogno di stelle, vero?
E Joel troverà le sue, piano piano, con pazienza, crescendo.
Henning Mankell (Stoccolma, 1948) è l’autore dei gialli del commissario Wallander, tradotti in tutto il mondo. Tra i suoi libri per ragazzi, Il segreto del fuoco, Il cane che inseguiva le stelle, Il ragazzo che dormiva con la neve nel letto e Il figlio del vento.


5.- Insolito e crudele, uno dei migliori romanzi gialli di Patricia Cornwell.


“Insolito e crudele” è il quarto libro scritto dalla scrittrice americana Patricia Cornwell.
Si tratta, in particolare, di uno dei suoi migliori romanzi gialli ed ha vinto nel 1993 il Gold Dagger Awart, assegnato ogni anno dalla Crime Writer’s Association, l’Associazione americana degli scrittori di libri gialli.
Si tratta, in particolare, di un romanzo ricco di colpi di scena e con protagonista l’ormai nota dottoressa Kay Scarpetta, direttrice del centro di medicina legale di Richmond, uno dei più importanti della Virginia. Insieme alla sua équipe, in particolare, Kay Scarpetta dovrà risolvere un caso spinoso e difficile e dovrà persino difendersi da chi cercherà di incastrarla.
Il romanzo è ambientato poco prima di Natale a Richmond: la dottoressa Scarpetta si prepara a compiere l’autopsia sul corpo di Ronnie Joe Waddel, condannato per l’omicidio di Robyn Naismith compiuto 10 anni prima e giustiziato sulla sedia elettrica.
Quella che sembra un’operazione di routine, ben presto, però, si complica e assume valenze assai diverse.
Alla dottoressa Kay Scarpetta, infatti, viene chiesto di recarsi in ospedale per analizzare le ferite di un ragazzino di 13 anni trovato in fin di vita vicino un cassonetto della spazzatura.

6.- Trucchi, metodi e consigli per scrivere un libro.

Quali sono i metodi per scrivere un libro? Quali sono i trucchi e le piccole furbizie che possiamo mettere in pratica per arrivare in fondo a quelle interminabili centinaia di migliaia di battute che abbiamo - sciaguratamente! - concordato o che ci siamo dati come limite? Come superare l’angoscia della pagina bianca, o dell’intreccio da sviluppare, o di una trama che non ci convince? E per l’ispirazione, come la mettiamo?

7.- I romanzi di John Grisham, definiti legal thriller, riprendono molto dalla sua esperienza di avvocato.

Secondo di cinque fratelli, Grisham è nato nel 1955 a Jonesboro, Arkansas, in una modesta famiglia del sud. Suo padre ha lavorato come operaio edile e coltivatore del cotone. Dopo essersi spostati spesso, la famiglia si è trasferita nel 1967 nella piccola città di Southaven, Mississippi.
Consigliato dalla madre, il giovane Grisham divenne un avido lettore, influenzato particolarmente dal lavoro di John Steinbeck di cui ammirava la chiarezza.
Mentre studiava alla Mississippi State University, Grisham cominciò a tenere un diario, una pratica che successivamente lo ha aiutato nelle sue attività creative. Dopo aver conseguito la laurea in legge nel 1981, ha esercitato la professione di avvocato nella piccola città Southaven per quasi un decennio.
Nel 1983 venne eletto per i Democratici alla Camera dei Rappresentanti del Mississippi, dove resterà fino al 1990 pur continuando la sua professione di avvocato. Nel suo tempo libero, e come hobby, Grisham cominciò a lavorare al suo primo romanzo, nel quale esplorava cosa sarebbe accaduto se il padre di una ragazza stuprata avesse assassinato i suoi aggressori. Nel 1987, dopo tre anni di lavoro, la sua opera prima, A Time to Kill (Il momento di uccidere), venne completata. Inizialmente rifiutata da diversi editori, venne infine accettata dalla Wynwood Press, che lo pubblicò nel giugno 1988 con una tiratura di sole 5.000 copie.

8.- Carlos Castaneda ha acquisito una fama mondiale molto controversa con i suoi libri sulle vicende dello stregone Don Juan.


Carlos Castaneda, in origine Carlos César Salvador Aranha Castañeda (Peru, 25 dicembre 1925 – Los Angeles, 27 aprile 1998), è stato un antropologo e scrittore sudamericano (non si sa se peruviano o brasiliano), naturalizzato statunitense nel 1951.
La data e il luogo precisi della sua nascita, così come altre vicende della sua vita, sono ancora molto controverse.
Castaneda ha acquisito una fama mondiale molto controversa con i suoi libri sulle vicende dello stregone Don Juan e il suo gruppo di allievi sciamani.
Secondo quanto asserito da Castaneda, nel 1960, allora giovane studente di antropologia all'Università della California a Los Angeles, conobbe in Arizona un messicano di etnia yaqui, Don Juan Matus. Questi lo avrebbe iniziato allo stregoneria, portandolo a scoprire mondi e stati di coscienza alterati e ricorrendo inizialmente anche a sostanze allucinogene (come il cactus Peyote da cui si estrae la Mescalina) per abbattere le sue convinzioni.

9.- Philip K. Dick ampiamente riconosciuto come il maggior scrittore di fantascienza dei suoi tempi.

Ampiamente riconosciuto come il maggior scrittore di fantascienza dei suoi tempi e adorato come vero e proprio oggetto di culto da parte delle migliaia di fan che ha conqui­stato, Philip K. Dick è oggi visto come autore universale, in grado di creare mondi realistici e al tempo stesso lontani dall'esperienza di tutti i giorni, e di evocare con sarcasmo e acume società e stili di vita realmente esi­stenti.
Dick è autore di più di cinquanta vo­lumi tra romanzi e racconti, e la sua 'scoper­ta1 è passata per il giudizio di scrittori e in­tellettuali molto diversi, da Jean Baudrillard ad Art Spiegelman, da Ursula Le Guin a Fredrìc Jameson.
La notorietà dello scrittore, naturalmente, deve molto agli adattamenti cinematografici: Biade Runnér di Rìdlèy Scott ha segnato l'immaginario visivo di fine XX secolo, creando il modello più affascinante e credibile della metropoli del futuro; e a Dick si sono rivolti Steven Spielberg per il suo Minority Reperì, John Woo per il suo Paycheck e Richard Linklater per il film tratto da Un oscuro scrutare.
Biografia:
Philip Kindred Dick (Chicago, 16 dicembre 1928 – Santa Ana, 2 marzo 1982) è stato uno scrittore statunitense.
Fu famoso in vita solo nell'ambito della fantascienza statunitense, sia in patria che in Europa (divenne già negli anni ottanta autore di culto in Italia e in Francia). Dopo la sua morte si è avuta la riscoperta della sua narrativa realistica, che è stata pubblicata tutta postuma.

10.- Nanchino (Le Notti di Tokyo) , l’olocausto dimenticato durante l’occupazione delle truppe giapponesi in Cina.

Mo Hayder NottiTokyogQuale legame esiste tra la storia di Grey, vent'anni e già custode di un terribile segreto, e le atrocità commesse nel 1937 dall'esercito giapponese a Nanchino?
Sulle tracce di un testimone sopravvissuto a una tragedia che i libri di storia cercano di nascondere, Grey arriva a Tokio, seguendo una pista che la porta a lavorare come hostess nei locali del vizio frequentati dalla malavita.
E qui, tra gangster potentissimi, personaggi ambigui - mostruosi nell'aspetto quanto nell'animo - la giovane donna arriva al cuore del "suo" mistero mettendosi in gioco e confrontandosi con riti e realtà che non aveva neppure immaginato.
Nanking_bodies_1937
A volte è necessario fare molta strada se si vuole provare qualcosa, anche solo a se stessi. Una strada che Grey percorre già da nove anni, sette mesi e diciotto giorni ed è destinata a diventare molto più ardua e rischiosa di quanto lei possa immaginare, perchè da Londra la porta ad attraversare i continenti e il tempo sulle tracce di Shi Chongming, un anziano professore cinese ora in visita preso un noto ateneo di Tokyo.
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Emily Giffin, M. Zonetti, L. Rosaschino
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Il profumo del pane alla lavanda
Sarah Addison Allen, M. P. Romeo, C...
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Sarà per sempre (Romanzi Emozioni)
Judith McNaught, Cristina Sibaldi
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La regina della casa (Oscar bestsellers)
Sophie Kinsella, A. Raffo
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La regina maledetta (La Gaja scienza)
Jeanne Kalogridis, M. Visentin
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Cinquanta sfumature di Nero (Omnibus)
E L James, S. Zucca
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I 10 articoli piu letti sul sito Raccomandati Se Ti Piacciono nel mese di Aprile 2013.

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1.- Il Nome della Rosa romanzo storico scritto da Umberto Eco con ambientazione medievale.


Il nome della rosa è un romanzo scritto da Umberto Eco, edito per la prima volta nel 1980. Dopo aver scritto moltissimi saggi.
Eco decise di scrivere il suo primo romanzo, dopo alcuni anni di meticolosa preparazione, cimentandosi nel genere del giallo ed in particolare nel giallo deduttivo.
L'opera è ambientata nel Medioevo e viene presentata come il manoscritto di un anziano frate che ha trascritto un'avventura vissuta da novizio, molti decenni addietro, in compagnia del suo maestro presso un monastero benedettino dell'Italia settentrionale.
La narrazione, suddivisa in sette giornate, scandite dai ritmi della vita monastica, vede protagonisti Guglielmo da Baskerville, frate francescano, e il novizio Adso da Melk, il narratore della storia.

2.- I cento migliori libri classici di tutti i tempi per festeggiare i 60 anni della fortunata collana Penguin.


Per festeggiare i 60 anni della fortunata collana Penguin Classics, la casa editrice inglese ha stilato una lista con i cento migliori libri classici di tutti i tempi usando un metro particolare: sono state create 20 liste di "sottogeneri" ciascuna con cinque libri (I migliori libri che parlano di viaggi, d'amore, di pazzi, di tradimenti etc...). E' abbastanza evidente il punto di vista anglosassone, nella lista infatti figurano ben 37 autori inglesi, 20 americani, 9 francesi e 6 russi. L'unico italiano è Machiavelli con Il Principe. Dickens, con 4 libri, è l'autore più presente.
Liste del genere vanno sempre prese per quello che sono, non compare neanche Shakespeare a cui la Penguin dedica una collana a parte. Molte curiosità fra le varie miniclassifiche: in quella sui viaggi Sulla Strada di Jack Kerouac si piazza al primo posto lasciandosi dietro addirittura che L'Odissea di Omero.

3.- Il meglio del 2012: romanzi rosa.

mi piacci da morire
Mi piaci da morire. Parole sussurrate al vento. Parole sfuggite. Cercate e poi dette. Ma non solo parole. Mi. Piaci. Da. Morire. Mi piaci tantissimo, appunto, che per te morirei. Tutto racchiuso nel titolo il tema di questo libro: spiritoso, vivace, scorrevole, musicale, eppure semplice, con un linguaggio comune, senza giri di parole, diretto, graffiante, ma anche carezzevole. E’ così l’esordio di Federica Bosco: tutto in uno. Un libro scritto benissimo, da leggere d’un fiato, arrivato già alla ventinovesima edizione.
Monica, la protagonista, ha 31 anni, vive a New York e assomiglia un pò a Bridget Jones... Non ne combina mai una giusta e soprattutto non riesce a trovare uno straccio di uomo che le piaccia o che l’apprezzi. Deve esserci qualcosa che non va in lei, così pensa Monica, guardando tutte le sue amiche fidanzate o anche solo gli sconosciuti per strada, con le loro vite complete, perfette, amate, volute, come lei non si sente. Formato Kindle

4.- I 10 articoli piu letti sul sito Raccomandati Se Ti Piacciono nel mese di Marzo 2013.
La dodicesima carta è il sesto libro di Jeffery Deaver dedicato al criminologo tetraplegico Lincoln Rhyme.

la dodicesima cartaCon La Dodicesima Carta sono arrivate a sei le appassionanti indagini che vedono protagonisti Lincoln Rhyme e Amelia Sachs. Frutto della fantasia dell'americano Jeffery Deaver,
l'investigatore noto tanto per la sua quasi totale infermità quanto per i suoi metodi strettamente scientifici, si trova alle prese con un caso apparentemente vecchio di 150 anni: alla metà del 1800 risalgono i fatti che la sedicenne nera Geneva Settle sta studiando per una ricerca scolastica quando viene assalita nella biblioteca del Museo afroamericano di Harlem. Il tentativo di stupro, però, si trasforma presto in diversi e reiterati tentativi di omicidio. Il movente rimane inaccessibile, almeno fino al momento in cui, fra piste e indizi falsi, dal passato riemergono prove che contribuiranno a gettare una luce chiarificatrice sul passato della famiglia di Geneva, segnando definitivamente anche il presente e il corso del suo futuro 

5.- Philip K. Dick ampiamente riconosciuto come il maggior scrittore di fantascienza dei suoi tempi.


Ampiamente riconosciuto come il maggior scrittore di fantascienza dei suoi tempi e adorato come vero e proprio oggetto di culto da parte delle migliaia di fan che ha conqui­stato, Philip K. Dick è oggi visto come autore universale, in grado di creare mondi realistici e al tempo stesso lontani dall'esperienza di tutti i giorni, e di evocare con sarcasmo e acume società e stili di vita realmente esi­stenti.
Dick è autore di più di cinquanta vo­lumi tra romanzi e racconti, e la sua 'scoper­ta1 è passata per il giudizio di scrittori e in­tellettuali molto diversi, da Jean Baudrillard ad Art Spiegelman, da Ursula Le Guin a Fredrìc Jameson.
La notorietà dello scrittore, naturalmente, deve molto agli adattamenti cinematografici: Biade Runnér di Rìdlèy Scott ha segnato l'immaginario visivo di fine XX secolo, creando il modello più affascinante e credibile della metropoli del futuro; e a Dick si sono rivolti Steven Spielberg per il suo Minority Reperì, John Woo per il suo Paycheck e Richard Linklater per il film tratto da Un oscuro scrutare.
  
6.- Il Dono dell'Aquila, il sesto libro del Nagual, un'esperienza realmente vissuta.

Un'esperienza realmente vissuta, ma del tutto estranea alla mentalità dell'uomo occidentale del XX secolo; questa la caratteristica fondamentale che si ritrova nelle opere dell'etnologo e antropologo peruviano Carlos Castaneda.
Nel paesaggio allucinato delle aride e desolate plaghe di un Messico 'diverso', tra le antiche rovine delle civiltà autoctone più remote, l'apprendista raggiunge il livello più alto dei poteri magici: ottiene il "dono dell'Aquila", la libertà, si scioglie da ogni forma di condizionamento e diviene 'nagual', energia cosmica pura.
Carlos Castaneda, partito intorno alla metà degli anni sessanta alla volta del Messico per una tesi sulle proprietà delle piante psicotrope, si imbatte in Don Juan, sciamano e profondo conoscitore delle "piante che danno potere". Si ferma presso di lui e ne diventa apprendista.

7.- Innocente, primo romanzo di Grisham basato su una vicenda realmente accaduta.

I lettori più affezionati noteranno subito le differenze nello stile e nell'esposizione dei fatti e non potranno esimersi dal trarre le loro conclusioni.
Il libro è ben scritto, ordinato e preciso, e percorre la terribile avventura capitata a Ron Williamson e Dennis F. ingiustamente incolpati di omicidio.
Grisham si sofferma a lungo sul passato dei due sfortunati giovani, e in particolar modo sulla vita di Ron, astro del baseball tramontato ancor prima di incominciare veramente a brillare.
Nel corso del Romanzo si incontrano anche personaggi minori, anch'essi vittime dell'arrogante sistema americano e delle persone incompetenti che spesso ne minano la presunta infallibilità.
La storia è commovente e tragica, ma lo stile giornalistico con cui viene presentata non lascia spazio a troppa retorica o a note romanzesche.

8.- Mondo Senza Fine è un ritorno al Medioevo due secoli dopo la costruzione della cattedrale gotica di Kingsbridge.

È il 1327. Il giorno di Ognissanti, quattro bambini si allontanano di nascosto dal priorato di Kingsbridge mentre sono in corso i festeggiamenti. Il gruppo, composto da un piccolo genio, un bulletto, una ladruncola e una ragazzina dalle grandi ambizioni, assiste per caso nella foresta all'uccisione di due uomini.
Da allora le vite di questi ragazzi saranno indissolubilmente legate tra loro e, una volta adulti, conosceranno amore, avidità, ambizione e vendetta. Vivranno momenti di prosperità e carestia, malattia e guerra. Dovranno fronteggiare la più terribile epidemia di tutti i tempi: la peste.
Uno di loro viaggerà per il mondo per poi tornare a casa, un altro diventerà un nobiluomo potente e corrotto, una ragazza inseguirà l'amore impossibile e un'altra sfiderà il potere della Chiesa.

9.- Il meglio del 2012: Saggistica e politica.

anime nere
Il romanzo tratta le vicende di 3 ragazzi dell'Aspromonte non affiliati alla 'Ndrangheta ma coinvolti in una miriade di situazioni tipiche della malavita. È il viaggio infernale dei tre protagonisti, ma anche di un'intera generazione, attraverso le strade d'Europa. Muteranno il destino loro e quello di migliaia di persone che incontreranno sul loro cammino. Carnefici, ma anche vittime di un male antico nato nelle viscere dell'Aspromonte. I luoghi principali in cui si svogle la storia sono l'Aspromonte e Milano, inoltre i tre protagonisti si ritroveranno a viaggiare in lungo e in largo per l'Europa a causa dei loro traffici. Anime nereè il primo libro di una trilogia, che insieme a Zefira e ad American taste, ripercorre le piste infernali seguite dai ragazzi che vivono in realtà particolari. Nel primo romanzo, le vite dei ragazzi dell'Aspromonte, mostrano come metafora la devianza calabrese: essa rappresenta tutte quelle realtà in cui le diseguaglianze e le ingiustizie sociali producono fenomeni delinquenziali che fanno dei protagonisti vittime e carnefici. Criaco racconta un nuovo sud, che rompe con la tradizione fatalistica della letteratura meridionale e ci mostra senza ipocrisie il volto del male, dandone la voce ai protagonisti: i cattivi. Motivo d'interesse del racconto è che proviene da chi nel ventre dell'Aspromonte è nato. Formato Kindle

10.- Il Prigionero del Cielo, terzo capitolo di quella che dovrebbe essere la quadrilogia di Carlos Ruiz Zafón.

il prigionero del cieloNel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza.
Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento"è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia.
Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín.

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Il mercante di libri maledetti rappresenta l'esordio enigmatico e avvincente di Marcello Simoni.

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il-mercante-dei-libri-maledetti_copertinaIl mercante di libri maledetti rappresenta l'esordio narrativo di un archeologo-bibliotecario che ha saputo raccogliere queste sue competenze e creare una vicenda avventurosa, credibile ed enigmatica, oltre che storicamente ben determinata, che ruota proprio attorno a un misterioso e potente libro. 

Siamo all'inizio del XIII secolo in una fredda sera di fine inverno in uno dei luoghi più misteriosi e leggendari d'Italia, l'abbazia di San Michele della Chiusa, la Sacra di san Michele, all'ingresso della Valle di Susa. 

Un monaco, Vivïen de Narbonne, trova conficcato sull'uscio della sua cella un pugnale che regge un chiaro messaggio: una sentenza di morte, anzi, peggio, la certezza di una lunga tortura per fargli confessare il segreto che solo lui e Ignazio da Toledo conoscono. Meglio la morte. Sellato velocemente un cavallo, il monaco tenta di fuggire lungo il pendio del monastero, ma precipita nel vuoto e non c'è un angelo a salvarlo come era accaduto alla bell'Alda. 

Non molto lontano da lì - sulla costa adriatica nei pressi di Venezia - e pochi anni dopo Ignazio da Toledo, un mercante converso di cui si dice che "durante il sacco di Costantinopoli abbia messo le mani su alcune reliquie, ma anche su libri preziosi, certi addirittura di magia", riceve l'incarico da un appassionato aristocratico di cercare "un libro in grado di sciogliere misteri inimmaginabili, al di là delle cognizioni di qualsiasi filosofo o alchimista". 

È l'Uter Ventorum, Otre dei Venti, "un libro copiato da certi manoscritti persiani che conterrebbe il metodo per evocare gli angeli. Le creature soprannaturali, una volta evocate, saranno disposte a rivelare i segreti dei poteri celesti". 

Per concludere l'affare con il conte, il proprietario del libro ha richiesto la mediazione di Ignazio da Toledo. Vuole incontrarsi unicamente con lui. Solo a lui cederà l'Uter Ventorum. Sostiene di conoscere molto bene Ignazio e da lungo tempo. È Vivïen de Narbonne. 

Ma allora, non è morto precipitando dalla montagna? Gli uomini mascherati del tribunale segreto non l'hanno raggiunto? E chi sta seguendo Ignazio e il suo giovane aiutante tra Italia, Spagna e Francia sulle tracce del libro abilmente nascosto?
Il-mercante-di-libri-maledetti
  
Anno del Signore 1205. Padre Vivïen de Narbonne viene braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede un libro molto prezioso, che non vuole cedere agli inseguitori. Tentando di fuggire, precipita in un burrone. Tredici anni dopo Ignazio da Toledo, di ritorno da un esilio in Terrasanta, viene convocato a Venezia da un facoltoso patrizio per compiere una missione: dovrà recuperare un libro molto raro intitolato "Uter Ventorum", lo stesso libro posseduto da Vivïen. Il manoscritto in questione conterrebbe precetti derivati dalla cultura talismanica caldaico-persiana e sembrerebbe in grado di evocare gli angeli, per poter partecipare della loro sapienza. Ignazio si metterà alla ricerca del libro, che secondo le indicazioni è tenuto in custodia nella Chiusa di San Michele presso Torino.

Ma alla Chiusa di San Michele, anziché trovare il libro, Ignazio si imbatte in un mistero: l'"Uter Ventorum" è stato smembrato in quattro parti nascoste in Linguadoca e in Castiglia. La curiosità di scoprire il contenuto di quelle pagine lo sprona a proseguire nella ricerca, nonostante il pericolo. Riuscirà svelare tutti gli enigmi che il libro contiene e a evocare gli angeli e la loro sapienza?

Ignazio lo guardò allontanarsi. Depose il coltello in una tasca in- terna della tunica, aprì il baule ed estrasse da un sacchetto di pelle le radici per Gualimberto. Uscì dalla stanza, scese le scale con calma e, nell'attraversare l'uscio della foresteria passò vicino ai due compari rannicchiati dietro il bancone, intenti a confabulare sull'accaduto.

Ginesio lo guardò come se avesse visto un fantasma, poi si rivolse a Hulco, che ancora tremava. «Ti assicuro che non l'ho visto entrare! Non so come abbia fatto!».
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Marcello Simoni giovane scrittore ormai non piu esordiente, bensi ampiamente radicato nel nostro Paese.

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marcello simoniMarcello Simoni (Comacchio, 1975) è uno scrittore italiano.

Nel 2011 ha pubblicato il romanzo Il mercante di libri maledetti, che ha raggiunto il 2º posto nella classifica dei libri più venduti in Italia del 26 settembre. È il vincitore del Premio Bancarella 2012.

Ex archeologo, laureato in Lettere, svolge attualmente il lavoro di bibliotecario. Ha pubblicato diversi saggi storici, soprattutto per la rivista specialistica Analecta Pomposiana. Molte delle sue ricerche riguardano l'abbazia di Pomposa, con speciale attenzione agli affreschi medievali che raffigurano scene del Vecchio e del Nuovo Testamento e dell'Apocalisse.

Sul fronte della narrativa ha partecipato all’antologia 365 racconti horror per un anno, a cura di Franco Forte. Altri suoi racconti sono usciti per la rivista letteraria Writers Magazine Italia.

Il suo primo romanzo, Il mercante di libri maledetti, è un thriller medievale che ruota intorno alla figura di Ignazio da Toledo, mercante di reliquie mozarabo, e a uno sfuggente manoscritto intitolato Uter Ventorum, in grado secondo leggenda di evocare gli angeli. In realtà questo volume è uno pseudobiblion come il Necronomicon citato da H.P. Lovecraft. 

Per il successo conseguito da questo romanzo l'autore ha ricevuto il 24 novembre 2011 il premio What's up Giovani Talenti per la cultura.

Nell'ottobre del 2012 pubblica La biblioteca perduta dell'alchimista con protagonista ancora il mercante Ignazio da Toledo e a partire dall'agosto dello stesso anno Rex Deus. L'armata del diavolo, un romanzo a puntate disponibile on line in formato ebook

Nel tempo libero Simoni organizza eventi culturali di taglio letterario.
 
Opere:

il-mercante-dei-libri-maledetti_copertina2011 - Il mercante di libri maledetti.
Un monaco, Vivïen de Narbonne, trova conficcato sull'uscio della sua cella un pugnale che regge un chiaro messaggio: una sentenza di morte, anzi, peggio, la certezza di una lunga tortura per fargli confessare il segreto che solo lui e Ignazio da Toledo conoscono. Meglio la morte. Sellato velocemente un cavallo, il monaco tenta di fuggire lungo il pendio del monastero, ma precipita nel vuoto e non c'è un angelo a salvarlo come era accaduto alla bell'Alda. Non molto lontano da lì - sulla costa adriatica nei pressi di Venezia - e pochi anni dopo Ignazio da Toledo, un mercante converso di cui si dice che "durante il sacco di Costantinopoli abbia messo le mani su alcune reliquie, ma anche su libri preziosi, certi addirittura di magia", riceve l'incarico da un appassionato aristocratico di cercare "un libro in grado di sciogliere misteri inimmaginabili, al di là delle cognizioni di qualsiasi filosofo o alchimista".

    La biblioteca perduta dell'alchimista, Newton Compton Editori, 2012

Altri romanzi:
    I sotterranei della cattedrale, Newton Compton Editori, 2013
    Rex Deus. L'armata del diavolo, Newton Compton Editori, 2012-2013 - Romanzo corsaro in formato ebook, diviso in cinque episodi: Il patto, La loggia segreta, Il monastero dimenticato, La mappa del templare e La reliquia scomparsa.

Racconti:
    Galaverna, in Writers Magazine Italia, n. 21, 2010
    Il succubo, in 365 racconti horror per un anno, Delos Books, 2011
    Il terzo sacrificio, in PreTesti - occasioni di letteratura digitale, n. 2, 2011
    Triade demonica, in Writers Magazine Italia, n. 25, 2011
    Patatine splatter, in Knife, n. 3, 2012
    Il banchetto degli scacchi, in Giallo panettone, Mondadori, 2012
    I pirati di Negroponte, in Cuore di tigre, Piemme, 2013

Saggi storici:
    Le valli del Comacchiese. Trasformazioni morfologiche e insediative dal Bronzo Finale all'Alto Medioevo, Corbo Editore, 2001
    Interventi di archeologia urbana e di restauro a Comacchio (Atti del Convegno, Comacchio 22 febbraio 2002), Corbo Editore, 2002 (con studio sulla ceramica comune e sulle anfore di periodo tardoantico e altomedievale)
    Pellegrinaggi attraverso le terre del Delta intorno all'anno Mille: s. Romualdo, Ottone III e la vicenda dei Quinque fratres, in A mille anni dal martirio: l'eredità di san Romualdo e dei Quinque fratres, Atti del convegno (Ferrara, 15 novembre 2003), pp. 51-116
    La "legenda" di san Leo. Culto, "traditio" e labirinto nella storia di Voghenza, Ferrara e Montefeltro, in Analecta Pomposiana, n. 30 - 2005, pp. 9-122
    Verba depicta. Didascalie di tema biblico negli affreschi della navata maggiore di Pomposa, in Analecta Pomposiana, n. 33 - 2008, pp. 5-51
    Sogni e sognatori. La rappresentazione del sopor negli affreschi biblici di Pomposa, in Analecta Pomposiana, n. 34 - 2009, pp. 107-122
    Pomposa tra immagine e simbolo. Lettura e suggestioni a margine del ciclo biblico trecentesco, con due interventi di Massimo Oldoni, Edizioni Cartografica, Ferrara 2011

Premi e riconoscimenti:
    2011 - Premio What's Up Giovani Talenti, alla Cultura
    2012 - Premio Bancarella (con Il mercante di libri maledetti)
    2012 - Premio Emilio Salgari di letteratura avventurosa (Premio Giuria degli Esperti, con Il mercante di libri maledetti)
    2012 - Premio Camaiore di letteratura gialla (finalista, con Il mercante di libri maledetti)
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I dodici finalisti in della sessantasettesima edizione del Premio Strega.

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20130510_strega
La città delle streghe anche quest’anno ha allestito il banchetto letterario nel salone più fatato d’ Italia. Si è giunti infatti ieri alla sessantasettesima edizione del Premio Strega partito, come ogni anno, da Benevento, in un teatro San Marco gremito di spettatori che ha visto sfilare dodici dei 26 autori (proposti dagli “Amici della domenica”) selezionati dal Comitato direttivo. 

Assente un unico candidato: lo scrittore Aldo Busi che severamente ha disapprovato la “gratuità” dell’evento reclamando cinquemila euro per la sua partecipazione.

Uno dei due esponenti della Fondazione Bellonci, Tullio De Mauro, ha sottolineato le peculiarità della serata dichiarando : “Siamo stati piacevolmente sorpresi dal gran numero e dalla qualità complessiva dei libri presentati dagli Amici della domenica, che riflettono i caratteri di una stagione letteraria ricca di proposte letterariamente mature”….

fotoLo“show book” è stato trasmesso in diretta Streaming per la prima volta sotto i riflettori del teatro San Marco , la voce scelta in scena sul palco è stata assegnata all’attrice Veronica Pivetti. Non è potuto mancare il discorso iniziale del sindaco Pepe succeduto ad un filmato che ha ripercorso le immagini delle opere più integranti di Benevento. Prevedibili anche le vitali presenze dell’amministratore delegato “Strega Alberti”, Giuseppe D’avino, l’assessore alla cultura, Raffaele Del Vecchio e Il coordinatore della Fondazione “Bellonci”, Stefano Petrocchi.

Passati in territorio sannita, i dodici romanzi prescelti scavalcheranno la cinquina il 12 giugno in casa Bellonci, sotto lo spoglio dei 400 amici della domenica, dei sessanta “lettori forti” (segnalati da altrettante librerie indipendenti associate all’ ALI-Associazione Librai Italiani) e dei gruppi di lettura coordinati da 10 Istituti Italiani di Cultura all’estero, ciascuno titolare di un voto collettivo.

Si indovinerà il vincitore del 2013 al ninfeo di Villa Giulia, nella serata finale prevista per il 4 luglio.
Sul nuovo sito del Premio (www.premiostrega. it) la giuria potrà votare online gli scrittori concorrenti alternando il voto via fax o tramite telegramma, oltre che inviando la tradizionale scheda cartacea.
Uno solo sarà il fortunato che entrerà nelle grazie della Strega…
 
Ecco i dodici finalisti in cerca del Premio Strega:
1. Apnea (Fandango) di Lorenzo Amurri, presentato da Clara Sereni e Sandro Veronesi
2. El especialista de Barcelona (Dalai editore) di Aldo Busi, presentato da Alessandro Barbero e Stefano Bartezzaghi
3. Romanzo irresistibile della mia vita vera (Marsilio) di Gaetano Cappelli, presentato da Gian Arturo Ferrari e Marina Valensise
4. Cate, io (Fazi) di Matteo Cellini, presentato da Filippo La Porta e Paola Mastrocola
5. Sofia si veste sempre di nero (minimum fax) di Paolo Cognetti, presentato da Diego De Silva e Lorenzo Pavolini
6. Mandami tanta vita (Feltrinelli) di Paolo Di Paolo, presentato da Gad Lerner e Rosetta Loy
7. Il cielo è dei potenti (e/o) di Alessandra Fiori, presentato da Giovanna Botteri e Paolo Sorrentino
8. Atti mancati (Voland) di Matteo Marchesini, presentato da Massimo Onofri e Silvia Ronchey
9. Le colpe dei padri (Piemme) di Alessandro Perissinotto, presentato da Gianluigi Beccaria e Eva Cantarella
10. Figli dello stesso padre (Longanesi) di Romana Petri, presentato da Alberto Asor Rosa e Salvatore S. Nigro
11. Resistere non serve a niente (Rizzoli) di Walter Siti, presentato da Alessandro Piperno e Domenico Starnone
12. Nessuno sa di noi (Giunti) di Simona Sparaco, presentato da Valeria Parrella e Aurelio Picca

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Premio Bancarella 2013: ecco i sei finalisti dela sessantunesima edizione.

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Lo scorso 25 Marzo è stata inaugurata la Sessantunesima edizione del Premio Bancarella, con la presentazione dei vincitori del Premio selezione 2013, in tutto sei, individuati dai librai tra l’1 Marzo 2012 e il 28 Febbraio 2013.

I libri che hanno trionfato concorreranno, il 21 luglio, al Premio Bancarella, la cui giuria sarà composta da duecento librai. Le manifestazioni del premio e collaterali si terranno a Pontremoli dal 19 al 21 luglio.

“Il Bancarella nasce, come è noto, da una tradizione di emigrazione che ha visto la gente di Lunigiana e principalmente di Montereggio, paese dei librai, abbandonare la propria terra per trovare occasioni di lavoro. Singolare e fertile esito di tale vicenda è stata la diffusione del libro, celato entro gerle di vimini, in un'Italia che a fatica costruiva la propria identità nazionale. A questa attitudine, che vede il libro incontrare la gente e soprattutto i giovani, resta fedele il premio organizzando presentazioni e incontri con le scolaresche italiane e con la popolazione per una promozione della lettura e dell'accesso alle librerie, il cui clima non asettico come quello dei grandi magazzini, induce alla riflessione e consente una scelta non dettata dagli input della pubblicità, ma dal ruolo del libraio che propone, indirizza ed aiuta a soddisfare i bisogni dei lettori”.


I romanzi finalisti dell'edizione di quest'anno sono:


IMPLOSION di M.J. Heron, De Agostini Libri
Non è affatto un giorno come un altro. Il destino ha premuto il tasto on.
Le loro vite stanno per cambiare in modo definitivo.

Quando Katherine Evans incontra Armand non sa che dietro quelle sembianze da bello e dannato si cela uno dei più potenti Generali dell'Antica Stirpe. Non può immaginare che sarà proprio lui la sua salvezza... o la sua rovina, né può conoscere il suo vero piano: crudele, spietato, oscuro come le tenebre.

Un paranormal venato di fantasy in cui gli eventi si susseguono con i ritmi del thriller. Una verità agghiacciante sta per essere svelata. Nessuno è più al sicuro, i protagonisti stanno per essere soffocati dalle loro stesse esistenze. Ognuno di loro nasconde un segreto, nessuno può permettersi di fallire. Una sola certezza: quando supera se stesso, l'amore può uccidere.

Se nulla è come sembra, come fai a prendere la strada giusta?

Tu chi sceglieresti tra chi ti ha dato la vita e chi potrebbe togliertela? La risposta potrebbe non essere così ovvia.


VIPERA di Maurizio De Giovanni, Einaudi
Una nuova primavera si affaccia, e tenta uomini e donne con i suoi profumi, ma anche il male è nell'aria. Manca una settimana a Pasqua nella Napoli del 1932. Al Paradiso, esclusiva casa di tolleranza nella centralissima via Chiaia, Vipera, la prostituta più famosa, è ritrovata morta, soffocata con un cuscino. L'ultimo cliente sostiene di averla lasciata ancora viva, il successivo di averla trovata già morta. Chi l'ha uccisa, e perché? Ricciardi deve districarsi in un groviglio di sentimenti e motivazioni. Avidità, frustrazione, invidia, bigottismo. Amore. La scoperta di passioni insospettabili si accompagna alla rivelazione di una città molto diversa da come appare. Sotto i nostri occhi prendono forma, vivissimi e veri, illuminati da dettagli sorprendenti, sorretti da una genuina vocazione narrativa, i mercati, i vicoli, le strade, i mestieri, la rete rigogliosa dei commerci vecchi e nuovi, accanto alla vigliaccheria e al coraggio, alle violenze arroganti di chi pensa già di essere impunito per sempre perché indossa una camicia nera. Tanto che uno dei compagni di Ricciardi, il dottor Modo, vecchio estimatore di Vipera, finisce per cacciarsi in un guaio molto serio... E il romanzo, come non mai, sembra costruirsi da solo, sotto le mani abili di chi sa dosare e mescolare gli ingredienti più diversi, come accade nelle vere ricette del periodo pasquale di cui è insaporita la storia.




IL BAMBINO CON LA FIONDA di Vanna De Angelis, Piemme
Marek ha nove anni e sa che la mamma gli nasconde molte cose. A Varsavia ci sono i nazisti, non si va più a scuola, la madre è ebrea, anche se nessuno lo sa. Il padre, medico, diventa anche insegnante per le lezioni clandestine che Marek e altri bambini polacchi continuano a seguire. Tra di loro c'è Lavinia, la bambina che gli piace (e che sarà uccisa a sangue freddo durante una recita clandestina). Quando il padre di Marek viene arrestato, anche l'ultima parvenza di normalità crolla. Durante l'ennesima deportazione dal ghetto ai campi di concentramento, la famiglia viene fatta uscire di casa e incolonnata. Su ordine della mamma, suo malgrado, nel tragitto Marek scappa. Sarà lei, gli dice, a tornare a prenderlo. Nel ghetto, i rimasti organizzano una sorta di disperata resistenza. Tutti partecipano a quelle che diventeranno le famose ventotto giornate di lotta. Marek avrebbe più volte la possibilità di non rientrare nel ghetto, ma non vuole neppure sentirne parlare: sua madre non gli ha forse detto di restare lì? Altrimenti come farà a ritrovarlo?

 



TI PREGO LASCIATI ODIARE di Anna Premoli, Newton Compton
E se quell'odio nascondesse amore?
E se Lei provasse qualcosa per quell’arrogante e detestabile collega?
E se dietro quel fare presuntuoso di Lui ci fosse altro?
Jennifer e Ian si conoscono da sette anni e gli ultimi cinque li hanno passati a farsi la guerra. A capo di due team nella stessa banca d’affari londinese, tra di loro è da sempre scontro aperto e dichiarato. Si detestano, non si sopportano, e non fanno altro che mettersi i bastoni fra le ruote. Finché un giorno, per caso, sono costretti a lavorare a uno stesso progetto: gestire i capitali di un nobile e facoltoso cliente.
E così si ritrovano a dover passare molto del loro tempo insieme, anche oltre l’orario d’ufficio. Ma Ian è lo scapolo più affascinante, ricco e ambito di Londra e le sue “frequentazioni” non passano mai inosservate: basta un’innocente serata trascorsa in un ristorante, per farli finire sulla pagina gossip di un noto quotidiano inglese. Lei è furiosa: come possono averla associata a un borioso, classista e pallone gonfiato come Ian? Lui è divertito, ma soprattutto sorpreso: le foto con la collega hanno scoraggiato tutte le sue assillanti corteggiatrici. E allora si lancia in una proposta indecente: le darà carta bianca con il facoltoso cliente se lei accetterà di fingersi la sua fidanzata. Sfida accettata e inizio del gioco! Ben presto però, quello che per Jennifer sembrava uno scherzo, si rivela più complicato del previsto e un bacio, che dovrebbe far parte della messa in scena, scatena brividi e reazioni del tutto inattesi… 



IL PROFUMO DELLE BUGIE di Bruno Morchio, Garzanti
La famiglia D'Aste è una delle più in vista della città: una ricchezza antica e continuamente accresciuta grazie all'attività immobiliare e a solide relazioni con i "poteri forti" della città, a cominciare dai politici. Su tutti, nell'ampia villa dove risiedono i D'Aste, domina il vecchio patriarca, il nonno Edoardo. Visti i pessimi rapporti con i figli, ha deciso di puntare tutto sul venticinquenne nipote Francesco: sarà il volto nuovo della famiglia, a cui viene affidato il risanamento di un vecchio quartiere. Le tensioni non mancano: tra Edoardo e i figli, il padre di Francesco, che è medico, e zia Lena, che è tornata dopo un lungo soggiorno in India. Perché anche le donne hanno un ruolo centrale, negli equilibri e nelle faide familiari: la moglie di Edoardo, anziana e malata; sua nuora Rosita, che non essendo "nata bene" resta per sempre un corpo estraneo al clan; e soprattutto la giovane Dolores, la fidanzata di Francesco, con la sua leggerezza e la forza seduttiva della sua giovinezza e la sua sensualità. Sarà lei a scardinare l'ipocrisia che ha sempre regolato i rapporti familiari e a far divampare contrasti soffocati troppo a lungo, nell'arco di poche settimane - raccontate attraverso il punto di vista dei tre uomini della dinastia - che conducono a un Natale decisivo per la vita di tutti.


L'ULTIMO SOGNO LONGOBARDO di Ugo Moriano, Coedit
Un romanzo epico e cavalleresco che, prendendo avvio nel 773 con la battaglia di Pulchra Silva, oggi Mortara, si conclude agli albori del nono secolo.
Mentre Carlo Magno consolida il proprio regno, Brunilde, reclusa nel monastero di Noirmoutier e poi liberata, riprende le redini dell’Aquitania iniziando una feroce lotta per tramandare il ducato ai propri eredi.
Landari, Maggiordomo di Corte di Desiderio, consacra la propria vita all’ultimo erede vivente del Regno Longobardo. Egli metterà in campo forza, astuzia e intelligenza con lo scopo di proteggerlo e assicurargli la possibilità di rivendicare quanto gli spetta per diritto di sangue.
Durante la campagna di Spagna, alla caduta di Pamplona espugnata dalle forze di Carlo Magno, tre ragazzini arabi riescono a sfuggire alle stragi, ma solo l’intervento di un nobile franco permetterà loro di sopravvivere e mettersi in salvo.

Nel 799, l’assalto alle coste provenzali e liguri da parte di una potente flotta araba coglierà di sorpresa tutti i protagonisti della storia costringendoli a battersi per la propria vita, pagare debiti d’onore e affrontare scelte di campo che li segneranno per sempre.
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Gomorra viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra.

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gomorraUn libro che racconta il potere della camorra, la sua affermazione economica e finanziaria, e la sua potenza militare, la sua metamorfosi in comitato d'affari. Una scrittura in prima persona fatta dal luogo degli agguati, nei negozi e nelle fabbriche dei clan, raccogliendo testimonianze e leggende.

La storia parte dalla guerra di Secondigliano, dall'ascesa del gruppo Di Lauro al conflitto interno che ha generato 80 morti in poco più di un mese.

Una narrazione-reportage che svela i misteri del "Sistema" (così gli affiliati parlano della camorra, termine che nessuno più usa), di un'organizzazione poco conosciuta, creduta sconfitta e che nel silenzio è diventata potentissima superando Cosa Nostra per numero di affiliati e giro d'affari.
Gomorra, viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra è il primo romanzo non-fiction di Roberto Saviano, pubblicato nel 2006.

Il romanzo ha venduto oltre 2 milioni e 250 000 copie nella sola Italia e 10 milioni nel mondo, essendo stato tradotto in 52 paesi. È presente nelle classifiche di best seller in Germania, dove l'opera è saltata subito in cima alla classifica del settimanale Der Spiegel, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Svezia, Finlandia e Lituania. Da Gomorra è stato tratto un film diretto da Matteo Garrone dal titolo omonimo, uscito nelle sale italiane il 16 maggio 2008, e nel 2012 ne viene tratta anche una serie televisiva in sei episodi prodotta da Sky Italia che sarà trasmessa nel 2013.

Il quotidiano statunitense New York Times lo ha inserito nella classifica dei 100 libri più importanti del 2007.
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Prima parte:
    Il porto - descrive il commercio di scarpe, abbigliamento, accessori d'importazione cinese attraverso il porto di Napoli.
    Angelina Jolie - la sartoria di qualità per i grandi marchi della moda italiana realizzata in condizioni di miseria umana e imprenditoriale.
    Il Sistema - descrizione del funzionamento della camorra.
    La guerra di Secondigliano - i boss, gli equilibri, le regole della scalata al potere nel quartiere di Secondigliano.
    Donne - la vita delle donne degli affiliati e dei boss.
Seconda parte:
    Kalashnikov - descrizione dei traffici e dell'utilizzo dell'arma preferita dalla camorra.
    Cemento armato - l'impero economico dei cantieri edili nella zona di Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa e Casapesenna in provincia di Caserta.
    Don Peppino Diana - il sacerdote Giuseppe Diana, ucciso a Casal di Principe perché manifestava la sua opposizione al Sistema camorristico.
    Hollywood - somiglianze e scimmiottamenti dei film hollywoodiani da parte dei boss.
    Aberdeen, Mondragone - i rapporti della camorra in Gran Bretagna.
    Terra dei fuochi - l'affare dello smaltimento dei rifiuti urbani e tossici in Campania e tutta Italia, e la catastrofe sanitaria derivata.

Il libro è un viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra e dei luoghi dove questa è nata e vive: la Campania, Napoli, Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa, Mondragone, Giugliano, luoghi dove l'autore è cresciuto e dei quali fa conoscere al lettore un'inedita realtà.

Una realtà fatta di ville sfarzose di boss malavitosi create a copia di quelle di Hollywood, fatta di una popolazione che non solo è connivente con questa criminalità organizzata, ma addirittura la protegge e ne approva l'operato; l'autore racconta di un Sistema (questo il vero nome usato per riferirsi alla camorra) che adesca nuove reclute non ancora adolescenti, facendogli credere che la loro sia l'unica scelta di vita possibile, di bambini boss convinti che l'unico modo di morire come un uomo vero sia quello di morire ammazzati e di un fenomeno criminale influenzato dalla spettacolarizzazione mediatica, in cui i boss si ispirano negli abiti e nelle movenze ai divi del cinema.

Saviano, basandosi sugli atti processuali e sulle indagini di polizia, descrive una realtà fatta di terre dove finiscono quasi tutti i rifiuti sfuggiti ai controlli legali, pari ad una massa grande il doppio del Monte Everest (ogni anno, secondo una stima di Legambiente, sono quattordici milioni le tonnellate di rifiuti smaltiti illegalmente), di una terra infetta, quella della Campania, dove i morti di tumore sono cresciuti del 21% rispetto al resto dell'Italia. Ci parla di montagne gravide di rifiuti tossici, campagne pregne di sostanze mortali che individui senza alcuna morale hanno sparso vendendo fertilizzanti misti a rifiuti tossici. Tutto questo con il benestare di funzionari pubblici compiacenti e delle aziende stesse che, facendo finta o non volendo sapere dove i propri rifiuti andassero a finire, hanno affidato alla camorra quella che ormai è diventata merce di un traffico di centinaia di miliardi di euro ogni anno, valore inferiore solo a quello del traffico della cocaina.
Roberto_Saviano
Premi e riconoscimenti.
    Premio Viareggio - Opera Prima 2006;
    Premio Giancarlo Siani 2006;
    Premio Lo Straniero 2006;
    Premio Elsa Morante - Narrativa Impegno Civile 2006;
    Premio Stephen Dedalus 2006;
    Premio letterario Edoardo Kihlgren - Opera Prima 2006;
    Premio Tropea 2007;
    Premio Vittorini per l'impegno civile 2007;
    Premio Guido Dorso per la letteratura 2007;
    Premio TG1 Benjamin Libro dell'anno 2007.
Saviano ha vinto anche la prima edizione del "Premio Nazionale Enzo Biagi".
 
Da Gomorra è stato tratto uno spettacolo teatrale scritto da Saviano e Mario Gelardi che è valso agli autori il Premio E.T.I. Gli Olimpici del teatro come migliori autori di novità italiana.

Il 18 ottobre 2008 Gomorra viene insignito del Hessische Filmpreis per il miglior adattamento cinematografico di un'opera letteraria. È la prima volta che il premio, sponsorizzato dalla "Fiera internazionale del libro" di Francoforte viene diviso tra l'autore del copione e il regista di un film. Juergen Book, direttore della Buchmesse, ha così spiegato i motivi della scelta della giuria: «La forza del racconto nel film Gomorra è pari a quella della sua fonte letteraria, in maniera autentica e non sentimentale, e questo lo rende ancora più avvincente».

Gomorra è diventato un film dal titolo omonimo uscito nelle sale italiane il 16 maggio 2008, diretto da Matteo Garrone e prodotto dalla Fandango con la sceneggiatura dello stesso Saviano e del regista Matteo Garrone con Toni Servillo, Massimo Gaudioso, Maurizio Braucci, Ugo Chiti, Gianni Di Gregorio. Il film Gomorra ha vinto al Festival di Cannes 2008 il premio della critica[9]. Nel settembre 2008 viene indicato per concorrere al premio Oscar come miglior film straniero per l'Italia.
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Roberto Saviano, Ii caso Gomorra, le minacce e la vita sotto scorta.

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Roberto_SavianoRoberto Saviano (Napoli, 22 settembre 1979) è un giornalista, scrittore e saggista italiano. Nei suoi scritti, articoli e nel suo libro, Gomorra, romanzo d'esordio, usa la letteratura e il reportage per raccontare la realtà economica, di territorio e d'impresa della camorra e della criminalità organizzata in genere.

Dalle prime minacce di morte del 2006 da parte dei cartelli camorristici, denunciati nel suo "expose" e nella piazza di Casal di Principe durante una manifestazione per la legalità, Roberto Saviano è sottoposto a un serrato protocollo di protezione. Dal 13 ottobre 2006 vive sotto scorta.

Numerose le sue collaborazioni con importanti testate giornalistiche italiane ed internazionali. Attualmente in Italia collabora con L'espresso e La Repubblica, negli Stati Uniti con il Washington Post, il New York Times e il Time, in Spagna con El Pais, in Germania con Die Zeit e Der Spiegel, in Svezia con Expressen e Gran Bretagna con il Times.

Per le sue posizioni coraggiose non sono mancati gli appelli a non lasciarlo solo da parte di importanti scrittori e personaggi culturali del calibro di Umberto Eco.

Il caso Gomorra.
« Ad aver dato fastidio alle organizzazioni criminali è il mio lettore, non sono io. Il mio lettore è ciò che loro non vogliono, il fatto che in questo momento ne stiamo parlando, che ne hanno parlato tutti i giornali, che continuano ad uscire libri, che continuano a nascere documentari, è tutto questo che loro non vogliono, è l'attenzione su di loro, sui loro nomi, soprattutto sui loro affari »
(Roberto Saviano sul suo libro " Gomorra")
« Io so e ho le prove. Io so come hanno origine le economie e dove prendono l'odore. L'odore dell'affermazione e della vittoria. Io so cosa trasuda il profitto. Io so. E la verità della parola non fa prigionieri perché tutto divora e di tutto fa prova. E non deve trascinare controprove e imbastire istruttorie. Osserva, soppesa, guarda, ascolta. Sa. Non condanna in nessun gabbio e i testimoni non ritrattano. Nessuno si pente. Io so e ho le prove. Io so dove le pagine dei manuali d'economia si dileguano mutando i loro frattali in materia, cose, ferro, tempo e contratti. Io so. Le prove non sono nascoste in nessuna pen-drive celata in buche sotto terra. Non ho video compromettenti in garage nascosti in inaccessibili paesi di montagna. Né possiedo documenti ciclostilati dei servizi segreti. Le prove sono inconfutabili perché parziali, riprese con le iridi, raccontate con le parole e temprate con le emozioni rimbalzate su ferri e legni. Io vedo, trasento, guardo, parlo, e così testimonio, brutta parola che ancora può valere quando sussurra: "È falso" all'orecchio di chi ascolta le cantilene a rima baciata dei meccanismi di potere. La verità è parziale, in fondo se fosse riducibile a formula oggettiva sarebbe chimica. Io so e ho le prove. E quindi racconto. Di queste verità »
(Roberto Saviano)
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Saviano esordisce «con un racconto imitando Tommaso Landolfi ed inviandolo a Goffredo Fofi il quale gli fece capire che, pur scrivendo molto bene per la sua età, scriveva “stronzate”. Ho visto dal timbro da dove vieni – gli disse - Scrivi delle tue parti.
 
Deve molto Saviano a scrittori come Fofi o Gustaw Herling-Grudziński, scrittori che lui definisce “combattenti”, maestri che usano la penna come arma».

Nel marzo 2006 esce nella collana Strade Blu dell'editore Mondadori il suo primo romanzo Gomorra - Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra, un viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra e dei luoghi dove questa è nata e vive: la Campania, Napoli, Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa, l'agro aversano, luoghi dove l'autore è cresciuto dei quali fa conoscere al lettore una realtà inedita agli occhi di chi da tali luoghi non proviene. Il libro parla di ville sfarzose di boss malavitosi create a copia di quelle di Hollywood, di campagne pregne di rifiuti tossici smaltiti per conto di mezza Europa, di una popolazione che non solo è connivente con questa criminalità organizzata, ma addirittura la protegge e ne approva l'operato; l'autore ci racconta quindi di un Sistema (questo il vero nome usato per riferirsi alla camorra) che adesca nuove reclute non ancora adolescenti, facendo loro credere che la loro sia l'unica scelta di vita possibile, di boss-bambini convinti che l'unico modo di morire come un uomo vero sia quello di morire ammazzati[24], e di un fenomeno criminale influenzato dalla spettacolarizzazione mediatica, in cui i boss si ispirano negli abiti e nelle movenze ai divi del cinema.
Ad agosto 2009 il libro ha venduto oltre 2,5 milioni di copie nella sola Italia[25] ed è stato tradotto in 52 paesi. Nel resto del mondo Gomorra è stato venduto in circa 2 milioni di copie. È presente nelle classifiche di Best seller in Germania, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Svezia, Finlandia, Lituania, Albania, Israele, Libano, Austria.

Da Gomorra sono stati tratti uno spettacolo teatrale, che è valso a Saviano gli Olimpici del Teatro 2008 come miglior autore di novità italiana, e l'omonimo film vincitore al Festival di Cannes del prestigioso Grand Prix Speciale della Giuria; nel 2012 ne viene tratta anche una serie televisiva in sei episodi in cui Roberto Saviano collabora come consulente (così come ha fatto anche per lo spettacolo teatrale ed il film); la serie è prodotta da Sky Italia e diretta da Stefano Sollima (già regista della versione televisiva di Romanzo criminale) e la sua trasmissione è prevista sui canali Sky Cinema per l'autunno 2013.
Nel 2009 ha vinto il Premio Tonino Guerra per il miglior soggetto al Bif&st di Bari per il film Gomorra di Matteo Garrone.
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Il successo ottenuto dal libro di Saviano ha creato diversi problemi all'autore: a partire dalle lettere minatorie, le telefonate mute ma anche e soprattutto da una sorta di isolamento ambientale.

Durante una manifestazione per la legalità tenuta il 23 settembre del 2006 a Casal Di Principe, lo scrittore denunciò in piazza gli affari dei capi del clan dei Casalesi, Francesco Bidognetti, Francesco Schiavone (attualmente in carcere) e dei due reggenti, Antonio Iovine e Michele Zagaria, rivolgendosi a loro con toni accesi ("Voi non siete di queste terra! Smettete di essere di questa terra!") e invitando la popolazione a ribellarsi[1]. A causa delle minacce ed intimidazioni subite, l'allora Ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha deciso di assegnargli la scorta per motivi di sicurezza dal 13 ottobre 2006 (Saviano stava tornando da Pordenone dove si era recato per promuovere il libro Gomorra).

Il 14 marzo 2008, durante il Processo Spartacus, il legale dei boss Francesco Bidognetti ed Antonio Iovine, Michele Santonastaso (coadiuvato dal collega Carmine D'Aniello), lesse dinanzi al presidente della prima sezione di corte d'assise d'appello Raimondo Romeres, una lettera scritta congiuntamente dai boss Francesco Bidognetti ed Antonio Iovine (entrambi in carcere). La lettera conteneva una richiesta di spostamento del processo per legittima suspicione causata dalle influenze che Roberto Saviano, Rosaria Capacchione ed il pubblico ministero Raffaele Cantone avrebbero avuto sui giudici[30]. A seguito della lettera, il Ministero dell'Interno ha deciso di rinforzare le misure di sicurezza dello scrittore, aumentando la scorta da tre a cinque uomini.

Il 14 ottobre 2008 arriva la notizia di un possibile attentato nei confronti di Roberto Saviano. Un ispettore di Polizia della DIA di Milano informò la direzione distrettuale antimafia di essere venuto a conoscenza, dal pentito Carmine Schiavone (cugino del boss Francesco Schiavone detto Sandokan), di un piano, ormai in fase operativa, per uccidere lo scrittore e gli uomini della scorta entro Natale con un attentato spettacolare sull'autostrada Roma-Napoli in stile Capaci. Tuttavia, Carmine Schiavone, interrogato dai magistrati, ha smentito, di essere a conoscenza di un piano dei Casalesi per uccidere Saviano, provocando l'immediata risposta dello scrittore: "È ovvio che lo dica; se lo dicesse, implicitamente dovrebbe ammettere di avere ancora rapporti con la criminalità organizzata"[33]. Il pubblico ministero titolare dell'indagine ha, infine, chiesto e ottenuto l'archiviazione dopo che la notizia si è rivelata infondata. Carmine Schiavone ha negato di sapere dell'attentato ma ha confermato che Saviano è stato condannato a morte dal clan dei casalesi.[35]
Nell'ottobre del 2008 Roberto Saviano ha deciso così di lasciare l'Italia, "almeno per un periodo e poi si vedrà", anche in seguito alle minacce, confermate da informative e dichiarazioni di collaboratori di giustizia che hanno svelato il progetto di eliminarlo da parte del clan dei Casalesi.
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« Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri - oggi qui, domani lontano duecento chilometri - spostato come un pacco senza sapere che cosa è successo o può succedere. In uno stato di smarrimento e precarietà perenni che mi impedisce di pensare, di riflettere, di concentrarmi, quale che sia la cosa da fare. A volte mi sorprendo a pensare queste parole: rivoglio indietro la mia vita. Me le ripeto una a una, silenziosamente, tra me. »
(Roberto Saviano)
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I 10 articoli piu letti sul sito Raccomandati Se Ti Piacciono nel mese di Maggio 2013.

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1.- Il Nome della Rosa romanzo storico scritto da Umberto Eco con ambientazione medievale.


Il nome della rosa è un romanzo scritto da Umberto Eco, edito per la prima volta nel 1980. Dopo aver scritto moltissimi saggi. Eco decise di scrivere il suo primo romanzo, dopo alcuni anni di meticolosa preparazione, cimentandosi nel genere del giallo ed in particolare nel giallo deduttivo. L'opera è ambientata nel Medioevo e viene presentata come il manoscritto di un anziano frate che ha trascritto un'avventura vissuta da novizio, molti decenni addietro, in compagnia del suo maestro presso un monastero benedettino dell'Italia settentrionale.
La narrazione, suddivisa in sette giornate, scandite dai ritmi della vita monastica, vede protagonisti Guglielmo da Baskerville, frate francescano, e il novizio Adso da Melk, il narratore della storia. Dal romanzo è stato tratto nel 1986 un film omonimo per la regia di Jean-Jacques Annaud.


2.- I cento migliori libri classici di tutti i tempi per festeggiare i 60 anni della fortunata collana Penguin.


Per festeggiare i 60 anni della fortunata collana Penguin Classics, la casa editrice inglese ha stilato una lista con i cento migliori libri classici di tutti i tempi usando un metro particolare: sono state create 20 liste di "sottogeneri" ciascuna con cinque libri (I migliori libri che parlano di viaggi, d'amore, di pazzi, di tradimenti etc...). E' abbastanza evidente il punto di vista anglosassone, nella lista infatti figurano ben 37 autori inglesi, 20 americani, 9 francesi e 6 russi. L'unico italiano è Machiavelli con Il Principe. Dickens, con 4 libri, è l'autore più presente.
Liste del genere vanno sempre prese per quello che sono, non compare neanche Shakespeare a cui la Penguin dedica una collana a parte. Molte curiosità fra le varie miniclassifiche: in quella sui viaggi Sulla Strada di Jack Kerouac si piazza al primo posto lasciandosi dietro addirittura che L'Odissea di Omero.
Vale comunque come lista di riferimento, nel senso che in ogni caso dove si pesca si pesca bene, e considerato il poco tempo che abbiamo a disposizione per la lettura, è sempre meglio leggere un classico che ci lascia sicuramente qualcosa dentro.


3.- Roberto Saviano, Ii caso Gomorra, le minacce e la vita sotto scorta.

Roberto_SavianoRoberto Saviano (Napoli, 22 settembre 1979) è un giornalista, scrittore e saggista italiano. Nei suoi scritti, articoli e nel suo libro, Gomorra, romanzo d'esordio, usa la letteratura e il reportage per raccontare la realtà economica, di territorio e d'impresa della camorra e della criminalità organizzata in genere. Dalle prime minacce di morte del 2006 da parte dei cartelli camorristici, denunciati nel suo "expose" e nella piazza di Casal di Principe durante una manifestazione per la legalità, Roberto Saviano è sottoposto a un serrato protocollo di protezione. Dal 13 ottobre 2006 vive sotto scorta. Numerose le sue collaborazioni con importanti testate giornalistiche italiane ed internazionali. Attualmente in Italia collabora con L'espresso e La Repubblica, negli Stati Uniti con il Washington Post, il New York Times e il Time, in Spagna con El Pais, in Germania con Die Zeit e Der Spiegel, in Svezia con Expressen e Gran Bretagna con il Times.

4.- Il meglio del 2012: Fantascienza, Horror e Fantasy.


5.- Gomorra viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra.

gomorraUn libro che racconta il potere della camorra, la sua affermazione economica e finanziaria, e la sua potenza militare, la sua metamorfosi in comitato d'affari. Una scrittura in prima persona fatta dal luogo degli agguati, nei negozi e nelle fabbriche dei clan, raccogliendo testimonianze e leggende. La storia parte dalla guerra di Secondigliano, dall'ascesa del gruppo Di Lauro al conflitto interno che ha generato 80 morti in poco più di un mese. Una narrazione-reportage che svela i misteri del "Sistema" (così gli affiliati parlano della camorra, termine che nessuno più usa), di un'organizzazione poco conosciuta, creduta sconfitta e che nel silenzio è diventata potentissima superando Cosa Nostra per numero di affiliati e giro d'affari.  Gomorra, viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra è il primo romanzo non-fiction di Roberto Saviano, pubblicato nel 2006.

6.- Il meglio del 2012: Saggistica e politica.

  
7.- Premio Bancarella 2013: ecco i sei finalisti dela sessantunesima edizione.


Lo scorso 25 Marzo è stata inaugurata la Sessantunesima edizione del Premio Bancarella, con la presentazione dei vincitori del Premio selezione 2013, in tutto sei, individuati dai librai tra l’1 Marzo 2012 e il 28 Febbraio 2013. I libri che hanno trionfato concorreranno, il 21 luglio, al Premio Bancarella, la cui giuria sarà composta da duecento librai. Le manifestazioni del premio e collaterali si terranno a Pontremoli dal 19 al 21 luglio.

“Il Bancarella nasce, come è noto, da una tradizione di emigrazione che ha visto la gente di Lunigiana e principalmente di Montereggio, paese dei librai, abbandonare la propria terra per trovare occasioni di lavoro. Singolare e fertile esito di tale vicenda è stata la diffusione del libro, celato entro gerle di vimini, in un'Italia che a fatica costruiva la propria identità nazionale.”


8.- Il meglio del 2012: romanzi rosa.


9.- 10 articoli piu letti sul sito Raccomandati Se Ti Piacciono nel mese di Aprile 2013.
Philip K. Dick ampiamente riconosciuto come il maggior scrittore di fantascienza dei suoi tempi.
Ampiamente riconosciuto come il maggior scrittore di fantascienza dei suoi tempi e adorato come vero e proprio oggetto di culto da parte delle migliaia di fan che ha conqui­stato, Philip K. Dick è oggi visto come autore universale, in grado di creare mondi realistici e al tempo stesso lontani dall'esperienza di tutti i giorni, e di evocare con sarcasmo e acume società e stili di vita realmente esi­stenti. Dick è autore di più di cinquanta vo­lumi tra romanzi e racconti, e la sua 'scoper­ta1 è passata per il giudizio di scrittori e in­tellettuali molto diversi, da Jean Baudrillard ad Art Spiegelman, da Ursula Le Guin a Fredrìc Jameson.
La notorietà dello scrittore, naturalmente, deve molto agli adattamenti cinematografici: Biade Runnér di Rìdlèy Scott ha segnato l'immaginario visivo di fine XX secolo, creando il modello più affascinante e credibile della metropoli del futuro; e a Dick si sono rivolti Steven Spielberg per il suo Minority Reperì, John Woo per il suo Paycheck e Richard Linklater per il film tratto da Un oscuro scrutare.


10.- Il Prigionero del Cielo, terzo capitolo di quella che dovrebbe essere la quadrilogia di Carlos Ruiz Zafón.

il prigionero del cieloNel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza. Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento"è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia. Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín.
 
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