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Big Fish un punto di svolta nella carriera di Tim Burton, il suo "film della maturità".

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Chi è veramente Edward Bloom: un ormai vecchio commesso viaggiatore contaballe ottusamente radicato nei racconti fantastici con cui ha descritto la sua vita o un personaggio misterioso e mitologico, un avventuriero dalla vita straordinaria?

Agli occhi del figlio Will la risposta è certa e inappellabile: Ed Bloom (interpretato rispettivamente da Ewan McGregor nella versione giovanile e da Albert Finney nella fase della vecchiaia, entrambi magnifici ) altro non è che una figura lontana e patetica, incapace di affrontare la realtà e colpevole di averla sempre sfuggita attraverso il ricorso alle fiabe con cui l'ha rivestita.

Big_fish

Giunto al capezzale del padre vecchio e malato dopo tre anni di distanza e di silenzio, a Will non resta che tentare di decifrarne la vita partendo proprio da quei racconti che Edward Bloom si ostina a ricordare: il suo incontro con una vecchia strega e con un gigante gentile, il suo strano soggiorno nello sperduto paesino di Spectre, la sua gavetta nel circo fra nani e uomini - lupo, la sua mirabolante impresa nella guerra di Corea, la romantica conquista della moglie (Jessica Lange) e infine quella continua ricerca del "Pesce Gigante", simbolo di una tensione alla dimensione magica dell'esistenza mai spenta, mai sopita.

E la vera scoperta sarà capire come nella vita realtà e magia siano perfettamente conciliabili, a patto che si sia in grado di accogliere la vita stessa con occhi nuovi e con una nuova capacità di ascoltare.

Realizzato a seguito della morte del padre e mentre lo stesso regista stava preparandosi a diventarlo, "Big Fish" può essere considerato un punto di svolta nella carriera di Tim Burton, il suo "film della maturità": non più mondi fantastici popolati da uomini - pipistrello, scheletri sognatori o Frankenstein ingenui, ma luoghi dell'anima in cui realtà e immaginazione possono finalmente incontrarsi.

E proprio il cuore ingenuo dell'America rurale, l'Alabama delle piccole cittadine senza tempo e dai mille corsi d'acqua, diventa lo scenario per questo toccante e visionario ritratto di padre.

Un film bellissimo, commovente e inclassificabile.

bigfish

Interpreti e personaggi.
     Ewan McGregor: Ed Bloom giovane
    Albert Finney: Ed Bloom anziano
    Billy Crudup: Will Bloom
    Jessica Lange: Sandra Bloom anziana
    Alison Lohman: Sandra Bloom giovane
    Helena Bonham Carter: Jenny / La strega
    Robert Guillaume: Dott. Bennett
    Marion Cotillard: Josephine
    Matthew McGrory: Karl il gigante
    Miley Cyrus: Ruth da piccola
    David Denman: Don Price a 18-22 anni
    Steve Buscemi: Norther Winslow
    Danny DeVito: Amos Calloway
    Deep Roy: Mr. Soggybottom
    Missi Pyle: Mildred

Doppiatori italiani.

    Riccardo Rossi: Ed Bloom giovane
    Luciano De Ambrosis: Ed Bloom anziano
    Vittorio De Angelis: Will Bloom
    Micaela Esdra: Sandra Bloom anziana
    Valentina Mari: Sandra Bloom giovane
    Cristiana Lionello: Jenny / La strega
    Angelo Nicotra: Dott. Bennett
    Tiziana Avarista: Josephine
    Alessandro Rossi: Karl il gigante
    Mino Caprio: Norther Winslow
    Giorgio Lopez: Amos Calloway

Big_Fish

Le riprese di Big Fish iniziarono il 13 gennaio 2003 e terminarono agli inizi di maggio. La produzione fu posta a Wetumpka, Alabama. Tutte le scene con la recitazione di Albert Finney nel ruolo del vecchio Edward Bloom furono filmate per prime a causa della difficoltà emotiva che pretendeva la parte. McGregor fu sul set dall'inizio e osservò la recitazione dell'attore.

Dopodiché, le riprese proseguirono più lievemente, più piacevolmente vedendo il lavoro di Burton e McGregor un ambiente più gioviale e più vario nelle storie raccontate.

La maggior parte del film fu improvvisato, come la scena della nascita di Edward o la scena esilarante di Edward Bloom in Corea. Le riprese avvennero tutte in Alabama eccezion fatta per una settimana di lavoro a Parigi.

Burton preferì utilizzare effetti speciali pratici anziché l'animazione computerizzata. Furono usate la prospettiva forzata per le scene con Karl il Gigante, e i gradienti di colori, per la prima volta usati dal regista, per rendere i toni del film più fantastici.

La colonna sonora di Big Fish fu composta dal regolare collaboratore di Burton, Danny Elfman. Si ebbe anche il contributo del cantante dei Pearl Jam Eddie Vedder con la canzone intitolata "Man of the Hour", composta dopo la visione del film. Grande l'inserimento della memorabile "Let's Work Together" dei Canned Heat.

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Paz! un film affidato all'incoerenza del ricordo.

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Paz!è un film del 2002 diretto da Renato De Maria, tratto dai fumetti del disegnatore Andrea Pazienza e ambientato nella tumultuosa Bologna del 1977.

Scritto da Ivan Cotroneo e Francesco Piccolo col regista e basato sulle opere di Andrea Pazienza (1956-1988) Pentothal, Zanardi, Pompeo, Il libro rosso del male. Il bolognese R. De Maria gioca in casa: aveva vent'anni a Bologna alla fine degli anni '70 e conobbe Paz.

Un film allucinato, allucinoggeno, allucinante. Tale e quale a lui insomma. Psicologicamente pesante, perchè i suoi fumetti presi singolarmente portano in evidenza uno specifico problema ma in questo film tutto si mescola per cui i tre personaggi principali creati da Pazienza, vale a dire Zanardi, Pompeo e Pentothal vivono lo stesso presente, guardandosi con indifferenza ma con un certo stranimento, come se sotto sotto sapessero di essere collegati da qualcosa. Non è quindi un film su Pazienza, almeno non direttamente, perchè alla fin fine sono i suoi personaggi a parlare per lui disegnando dei quadri ben precisi.

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La storia è una sorta di mosaico abbastanza fedele delle storie pubblicate ma la cosa impressionante, oltre alla regia, sono le interpretazioni degli attori, Flavio Pistilli su tutti nei panni del violentissimo e pazzo Zanardi ma anche il Pompeo di Max Mazzotta non era mica male.

Nel giro di 24 ore balorde, l'azione fa capo a tre giovani che convivono nello stesso appartamento senza incontrarsi mai, esponenti di tre mondi diversi e paralleli: l'abulico Pentothal (Santamaria), il crudele Zanardi detto Zanna (Pistilli), il nomade Enrico Fiabeschi (Mazzotta, forse il più riuscito).

Si punta a far rivivere il '77 e dintorni, il "movimento" (non senza sarcasmo nell'affetto), quel microcosmo giovanile di "straccioni con la fierezza dei perdenti" dove si mescolavano politica, ribellione, avanguardia, autodistruzione, arte e vita. Lo fa senza puntigli né pretese di ricostruzione storica: "Ho sempre sentito Paz! come un film di fantascienza proiettato indifferentemente nel futuro e nel passato" (R. De Maria).

Paz

Importante la colonna sonora di Riccardo Sinigaglia (con Gino Castaldo responsabile del design sonoro) che comprende gruppi bolognesi di quegli anni (Gas Nevada, Skiantos, Stupid Set) e autori di oggi. Un film imperfetto? Sicuramente. Ma resterà come caldo omaggio a Paz che usava la matita come Jimi Hendrix la chitarra.

La trama manca di linearità, essendo il film composto da sketch estrapolati da almeno quattro opere diverse. I protagonisti infatti non interagiscono mai tra loro, nonostante succeda più volte nel film che s'incrocino. Penthotal, Fiabeschi e Zanna e il suo gruppo non si conoscono, ma sono accomunati dallo sfondo, la città, il tessuto sociale, gli avvenimenti, e, soprattutto, l'appartamento. Il regista ha infatti girato le interne sempre nello stesso luogo: il numero 43 di via Emilia Ponente, occupato di volta in volta da ognuno dei protagonisti con i propri coinquilini.

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Il film inizia con Zanardi (dal fumetto Zanardi, 1983), insieme a Colasanti e Petrilli, ripetenti della quinta classe del Liceo Scientifico Enrico Fermi, che passano le giornate tra droga (non l'eroina di cui Pazienza faceva notoriamente uso), bullismo, sesso e totale mancanza di empatia. Il secondo a comparire è Pentothal, un fumettista e studente fuori corso al D.A.M.S. (dal fumetto Le straordinarie avventure di Pentothal, 1982) che dopo i primi piccoli successi, sembra entrato in una sorta di torpore atarassico: è svogliato, inerte, passivo.

Crede, o forse cerca, di provare dolore per essere stato appena lasciato da una fidanzata della quale, in realtà, non gli importa nulla. Vive con altri tre inquilini impegnati nella protesta studentesca che lo accusano di immobilismo. Il terzo protagonista è Fiabeschi, studente fuori corso all'indirizzo Cinema del D.A.M.S. (dal fumetto Giorno, apparso sulla rivista Frigidaire nel gennaio 1981), sempre alla ricerca di marijuana e che vive sulle spalle della innamoratissima fidanzata.

Interpreti e personaggi.

    Claudio Santamaria: Pentothal
    Flavio Pistilli: Massimo Zanardi
    Matteo Taranto: Roberto Colasanti
    Max Mazzotta: Enrico Fiabeschi
    Rosalinda Celentano: Gianna
    Fabrizia Sacchi: Lucilla
    Iaia Forte: Professoressa Corona
    Cristiano Callegaro: Sergio Petrilli
    Roberto Citran: Professore
    Giampaolo Morelli: Massimone
    Vittoria Puccini: Mirella
    Antonio Rezza: Sprite
    Frankie hi-nrg MC: Gangster
    Ricky Memphis: Uomo di Latina
    Giorgio Tirabassi: Freak
    Freak Antoni: Bidello
    Giovanni Lindo Ferretti: Uomo ombra
    Danilo De Summa: il moderatore
    Giovanni Lindo Ferretti: uomo che mangia la mela

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Persepolis animazione di qualità per una donna in difesa della dignità femminile.

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Persepolisè un film d'animazione del 2007, candidato all'Oscar, basato sull'omonima graphic novel autobiografica. Il film è stato scritto e diretto da Marjane Satrapi, l'autrice delle memorie, e da Vincent Paronnaud.

Il titolo è un riferimento all'antica città storica di Persepoli.

La storia, un romanzo di formazione, inizia poco prima della Rivoluzione iraniana, mostrando attraverso gli occhi di Marjane, che inizialmente ha nove anni, come le speranze di cambiamento della gente furono infrante lentamente quando presero il potere i fondamentalisti islamici, obbligando le donne a coprirsi la testa, riducendo ulteriormente le libertà della popolazione e imprigionando migliaia di persone. La storia si conclude con Marjane, ormai ventiduenne, che espatria.

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Sono rari i film di animazione in grado di far percepire al pubblico le difficoltà dell'esistenza di chi li ha ideati. Spesso impegno in difesa dei diritti e qualità grafica non convivono. In questo caso il connubio è perfettamente riuscito. Marjane Satrapi è riuscita a trasformare i quattro volumi di fumetti in cui raccontava, con dolore e ironia, la propria crescita come donna in un Iran in repentina trasformazione e in un'Europa incapace di accogliere veramente il diverso, in un lungometraggio di animazione di qualità. Ha anche un altro merito che le va attribuito: è riuscita a sfuggire alle sirene hollywoodiane che la volevano sedurre con la proposta di film in cui Jennifer Lopez sarebbe divenuta sua madre e Brad Pitt suo padre.

Ha tenuto duro e ne è nata un'opera in bianco e nero (con lampi di colore) capace di raccontare un'infanzia e un'adolescenza al femminile comune e differente al contempo. Comune perchè tante giovani donne si potranno ritrovare nel suo percorso di crescita.

Differente perchè la donna in Iran è (per chi ha dettato e detta le leggi) meno donna.

Per una volta ci venga concessa una citazione diretta: vedere questa giovane regista non riuscire più a trattenere le lacrime nel corso di una standing ovation durata 15 minuti a Cannes dava la misura della difficoltà di una vita ma anche della necessità di non dimenticare lo springsteeniano "No retreat no surrender".

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Marjane è una bambina curiosa, allegra ed energica. I suoi genitori sono di educazione cittadina borghese e libertaria, così come la nonna.

Lo zio, proveniente da un gruppo comunista delle provincie dell'Azerbaijan, viene liberato dalla prigione, dov'era rinchiuso insieme ad altri prigionieri politici, e Marjane si avvicina grazie a lui alla politica e agli eventi che sta vivendo il suo Paese.

Lo zio le racconta la sua storia, le sue sofferenze e di come abbia combattuto per il trionfo del proletariato, scappando perfino in Unione Sovietica.

La piccola è affascinata e, mentre in Iran la rivoluzione islamica giorno dopo giorno sta prendendo piede, aumenta il proprio coinvolgimento nella vita politica del Paese.

Quando scoppia la guerra con l'Iraq, e di fronte a una società sempre meno laica, i genitori la vogliono proteggere e la mandano all'estero, al liceo francese di Vienna. Marjane però non si adatta bene alla vita europea.

persepolis

Passa di casa in casa, conoscendo la cultura occidentale, frequentando i ritrovi giovanili e vivendo per la prima volta l'amore, che però finisce presto, lasciandola talmente delusa da farla vagare per Vienna, senza un tetto.

A causa del fumo e delle notti trascorse all'aperto, Marjane rischia la vita: dopo essere stata ricoverata in ospedale ed essere guarita, chiede ai suoi genitori di poter tornare a casa, ma senza che facciano domande sugli anni passati in Austria.

Tornata in Iran si deprime sempre più, perché trova il suo paese in condizioni peggiori di come lo aveva lasciato. Decide di sposarsi, ma la vita coniugale si rivela deludente, così come il ritorno nel Paese natio.

Di fronte all'evoluzione negativa, Marjane chiede il divorzio, lascia Teheran e si trasferisce a Parigi, lasciando i genitori e la nonna.


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Poeti dall'inferno rievoca la tormentata relazione sentimentale tra i due poeti francesi.

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Poeti dall'inferno (Total Eclipse) è un film del 1995 diretto da Agnieszka Holland. La sceneggiatura, basata sulle lettere e sulle opere, rappresenta una storia accurata e precisa della complicata relazione sentimentale tra Paul Verlaine e Arthur Rimbaud.

Si rievoca il triennio (1871-73) dell'amicizia tra i poeti francesi Arthur Rimbaud (1854-91) e Paul Verlaine (1844-96) che, almeno da parte del secondo, fu una vera passione omosessuale.

Holland e il commediografo Christopher Hampton la raccontano in modi espliciti e crudi tanto da meritarsi in Italia il divieto ai minori di 18 anni.

La sgradevolezza della storia è aumentata dalla presenza di Mathilde (Bohringer), giovanissima e benestante moglie del bisessuale Verlaine (Thewlis): il tormentato rapporto tra i due poeti si trasforma in una partita triangolare, in un duello che qua e là diventa un patetico tiremmolla.

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Il nucleo centrale regge anche per merito dei 2 interpreti, soprattutto dello scattante DiCaprio. C'è anche la zavorra, però, soprattutto nella parte finale in Etiopia dalle insopportabili cadenze di digest televisivo.

1873: a Parigi il poeta Paul Verlaine invita nella sua casa il sedicenne squattrinato Arthur Rimbaud, poeta non affermato ma pieno di desiderio di conoscere la vera essenza delle cose. Verlaine rimane sconvolto da queste tesi formulate da una mente così giovane e comincia così ad instaurare un rapporto di amicizia sempre più forte ed intenso da diventare alla fine un vero e proprio sentimento d'amore nei confronti di Rimbaud.

La loro omosessualità però non è molto amata dalla gente del posto e specialmente dalla giovane moglie di Paul e dai familiari contadini di Arthur, che lo considerano fuori di testa. Le cose si complicano quando Arthur comincia a cadere in un profondo stato di depressione e decide, durante un viaggio dei due a Londra di partire per l'Africa ed ha una violenta lite con Paul che gli spara. Paul già da tempo era depresso, sin dal primo momento che ha amato Arthur, dato che la moglie odiava questo suo sentimento.

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Paul aveva anche picchiato violentemente sia la moglie che il suo pargolo per i vari rimproveri che la consorte gli faceva a proposito della sua amicizia troppo "spinta" con Rimbaud. Rimbaud, ferito gravemente ad una mano dal colpo di Paul, sopravvive ma il rapporto tra lui e il poeta parnassiano è ormai spezzato.

Infatti Arthur decide di partire da solo per l'Africa, dimenticandosi di Verlaine che finisce in carcere per la scoperta dei suoi rapporti omosessuali con lui e solo molti anni dopo nel 1891 Verlaine viene a sapere della morte di Rimbaud a causa di un'amputazione della gamba per una brutta malattia incontrata nel clima malsano del Continente Nero.

La sorella di Rimbaud, Isabelle, incontra Verlaine con l'intento di recuperare e distruggere i testi scritti dal fratello durante il periodo della loro relazione (considerati blasfemi, eretici e impubblicabili), ma questi decide di integrarli nella sua opera in memoria del suo amico e di pubblicarli solo quando i tempi e il pensiero della gente a proposito dell'omosessualità cambieranno.


La critica più forte mossa al film e alla sceneggiatura è che non sviluppino pienamente l'importanza che la relazione "maledetta" dei due poeti ebbe nello sviluppo del Simbolismo. Si tratta quasi di uno sceneggiato televisivo, fedele e accurato, ma che non indaga la psicologia dei personaggi.

Il film si svolge solo nella descrizione del peggior momento della relazione e nelle conseguenze disastrose del loro rapporto; la mancanza di una visione di quello che erano i due prima del loro incontro rende incomprensibili gli sviluppi successivi e il senso quasi morboso del loro legame da parte di Verlaine.

Interpreti e personaggi.

    Leonardo DiCaprio - Arthur Rimbaud
    David Thewlis - Paul Verlaine
    Romane Bohringer - Mathilde Maute
    Dominique Blanc - Isabelle Rimbaud
    Felicie Pasotti Cabarbaye - Isabelle da bambina
    Nita Klein - Madre di Rimbaud
    James Thierrée - Frederic
    Emmanuelle Oppo - Vitalie
    Denise Chalem - Mrs. Maute De Fleurville
    Andrzej Seweryn - Mr. Maute De Fleurville
    Christopher Thompson - Carjat
    Bruce Van Barthold - Aicard
    Christopher Chaplin - Charles Cros
    Christopher Hampton - Il giudice
    Mathias Jung - Andre

Doppiatori italiani.

    Alessandro Tiberi - Leonardo DiCaprio

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Radiofreccia, raro esempio di film italiano di ambiente radiofonico con l'ambizione di rievocare gli anni '70.

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Radiofrecciaè un film del 1998 diretto da Luciano Ligabue, all'esordio nella regia, e prodotto da Domenico Procacci.

L'opera, ispirata ad alcuni racconti presenti nel primo libro pubblicato da Ligabue, la raccolta Fuori e dentro il borgo, ottiene un successo inaspettato: il film, infatti, riceve ben tre David di Donatello, due Nastri d'argento e quattro Ciak d'oro.

A inizio 2006, ottiene un importante riconoscimento internazionale: la pellicola viene proiettata negli Stati Uniti al MoMA, il Museo d'Arte Moderna di New York.

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« Io credo che fare il regista sia una cosa molto lontana dalla mia natura. La musica è un'esperienza più immediata. Il cinema ha a che fare con i filtri, con la progettazione, e quelli non sono i miei modi. Però ho sentito che era un'offerta che non potevo rifiutare. Volevo raccontare una storia, volevo immortalare un mondo e ricordare i miei quindici anni, e quello era il modo migliore di farlo. »

(Luciano Ligabue)

È la notte del 20 giugno 1993: Bruno Iori, il deejay di Radiofreccia, all'alba del diciottesimo anniversario della fondazione della stessa, decide di chiuderla. Prima di farlo rievoca gli anni passati, partendo proprio dagli episodi che portarono alla creazione di quella che un tempo era Radio Raptus. Il lungo flashback parte dal 1975, in una piccola città del reggiano, mai esplicitamente nominata, anche se alcuni elementi visivi la identificano con Correggio, il borgo di Ligabue.

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Il periodo è caratterizzato dalla fondazione di molte radio libere e così anche Bruno, ragazzo affascinato dalla musica, fonda la propria radio, chiamata Raptus. Aiutato dai suoi amici Iena, Tito, Boris, e soprattutto Freccia, Bruno vedrà crescere sempre di più la sua radio, che però perderà la connotazione di libertà per diventare sempre più una realtà commerciale.

La vita dei suoi amici, tra scherzi, scampagnate, serate al bar di Adolfo e vicissitudini familiari, non sarà semplice. Tito tenterà di uccidere il padre che abusava della sorella, mentre Iena sposerà una donna che lo tradirà con Boris il giorno stesso delle nozze, durante il ricevimento. La sorte peggiore toccherà però a Freccia, che cadrà nella tossicodipendenza a causa della sua relazione con una ragazza eroinomane.

La sua dipendenza gli farà perdere il lavoro e gli procurerà diverse frizioni con i suoi amici, ed in particolar modo con Bruno, e gli causerà molti guai con la giustizia. L'amore di Marzia lo farà riprendere, ma la delusione d'amore con Cristina, la cugina della moglie di Iena lo farà ripiombare fatalmente nella droga. Dopo la sua morte, Radio Raptus verrà ribattezzata, in suo onore, Radiofreccia.

Radiofreccia

Interpreti e personaggi

    Stefano Accorsi: Freccia
    Luciano Federico: Bruno
    Cosima Coccheri: Ragazza eroinomane
    Paolo Cremonini: Omero
    Fulvio Farnetti: Virus
    Ottorino Ferrari: Pluto
    Serena Grandi: Madre di Freccia
    Francesco Guccini: Adolfo
    Manuel Maggioli: Bonanza
    Alessio Modica: Iena
    Antonella Tambakiotis: Nadia
    Cristina Moglia: Cristina
    Patrizia Piccinini: Marzia
    Enrico Salimbeni: Tito
    Paolo Maria Scalondro: Carlo
    Davide Tavernelli: Kingo
    Roberto Zibetti: Boris

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Romanzo Criminale è un film all'americana, tra ricostruzione e impegno civile.

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Romanzo criminaleè un film di Michele Placido del 2005, tratto dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo del 2002.

« A metà degli anni settanta una banda di delinquenti di strada partì dalle periferie per conquistare Roma. Per inseguire il loro sogno ingenuo e terribile travolsero ogni ostacolo. Strinsero alleanze pericolose. Si credevano immortali. La nostra storia è ispirata a fatti reali. I personaggi sono frutto dell'immaginazione degli autori »
(Introduzione alla trama del film)

La vicenda è ispirata alla storia della banda della Magliana, nome attribuito dal giornalismo italiano a quella che venne considerata la più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma, cui vennero attribuiti legami con Cosa nostra, Camorra e 'Ndrangheta, ma anche con esponenti del mondo della politica, della massoneria, come la loggia P2 di Licio Gelli, dell'estrema destra eversiva, dei servizi segreti e del Vaticano.

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Tratto dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo il film di Michele Placido si rivela come la sua opera più compiuta e più complessa sul piano stilistico. Il regista/attore è riuscito a realizzare una fusione agile (e non fa pesare le due ore e mezza di proiezione) tra il suo cinema di impegno civile, il livello della ricostruzione anche cronachistica e (cosa che sembrava ardua considerato l'esito in particolare del suo ultimo film) il versante letterario. Narrazione pura, storia patria e caratteri ben delineati ma mai stereotipi danno luogo a un film "all'americana" nel senso non deteriore del termine.

Questi piccoli delinquenti feroci che sono riusciti a terrorizzare Roma per anni finendo poi invischiati in trame più grandi di loro vengono seguiti con finezza psicologica e con grande attenzione anche sul piano lessicale. Sono 'veri', in qualche momento possiamo anche quasi 'capire' il perché del loro agire ma Placido non li 'giustifica' mai. In questo aiutato da un gruppo di protagonisti tutti assolutamente adatti alla parte assegnata. Con, in più, una dark lady interpretata da Anna Mouglalis vero perno dei rapporti tra il mondo dei 'buoni' (Scialoia) e quello di coloro che buoni non saranno mai perché costantemente spinti da quello che il loro socio mafioso definisce un 'sentimento nobile': la vendetta.

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Roma, fine anni sessanta, alcuni ragazzini poveri rubano un'auto e ad un posto di blocco investono un agente ma riescono a scappare ed a nascondersi nel loro rifugio, una roulotte vicino alla spiaggia, dove decidono i loro soprannomi, ed il loro destino: si chiameranno il Libano, il Dandi, il Freddo ed Il Grana; poco dopo tuttavia arriva la polizia ed essi fuggono ma vengono presi: il Libano si ferisce alla gamba, il Dandi scappa ed Andreino, vero nome de Il Grana, muore per le ferite riportate durante la corsa spericolata con l'auto rubata.

Alcuni anni dopo il Libano attende il Freddo all'uscita del carcere e, insieme al Dandi (ispirato a Enrico de Pedis anche nel romanzo), a Bufalo, ai fratelli Ciro e Aldo Buffoni ed altri piccoli criminali della malavita romana, organizzano un sequestro di persona: reclutato il Nero, uno spietato neonazista esperto in arti marziali, rapiscono il Barone Rosellini, un ricco possidente, poi ucciso, ancora prima di aver ottenuto un congruo riscatto.

Invece di spartire subito i soldi, il Libano propone a tutti i componenti del gruppo di formare una banda e di investire nel traffico dell'eroina, mettendo in piedi una vera organizzazione criminale che riesce in poco tempo ad assumere il controllo assoluto del traffico di droga a Roma, estromettendo, o eliminando fisicamente, i vecchi boss. Presto le loro mire si espandono verso altri campi, come quello della prostituzione e del gioco d'azzardo, e si alleano con Cosa Nostra tramite un boss chiamato Zio Carlo, oltre ad ottenere la protezione degli "uomini senza volto", a cui lo Stato, nella persona del misterioso Dottor Carenza e de il Vecchio, affida lavori segreti e sporchi. Grazie all'approvazione di Zio Carlo, il Freddo e Il Libano uccideranno Il Terribile, boss che controllava la droga che circolava a Roma e che li aveva denunciati per riprendersi il potere sulla capitale.

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Nasce così la leggenda della banda della Magliana, che metterà a ferro e fuoco la città, le cui vicende si intrecceranno con gli avvenimenti più misteriosi della storia d'Italia per oltre 25 anni, tra cui l'omicidio di Aldo Moro e la strage di Bologna.

L'unico a intuire lo strapotere del gruppo criminale è il commissario Scialoja, osteggiato però dai superiori, il quale, durante le indagini, inizia un'ambigua relazione con Patrizia, una prostituta, donna del Dandi.

Con il rafforzarsi della banda cresce anche l'ambizione di Libano, che spinge il gruppo ad osare sempre di più ma contemporaneamente Freddo si innamora dell'innocente Roberta, con la quale vorrebbe ritirarsi, disgustato dalla connivenza della banda con la mafia ed i politici, ma soprattutto per non essere ancora una volta pedina in occulti giochi di potere. Libano, preoccupato e sotto pressione, viene accoltellato da Gemito, uno dei suoi scagnozzi, per un debito di gioco non onorato.

Guidata da Freddo e Dandi, la banda ritrova la sua unità per vendicare la morte dell'amico e boss, ma la morte del capo carismatico segna comunque l'inizio della fine: grazie alle rivelazioni del Sorcio, assaggiatore di eroina per la banda e divenuto successivamente collaboratore di giustizia, tutta la banda viene arrestata e condannata, ad eccezione del Dandi, protetto dalle alte amicizie. che troverà comunque la morte ucciso dal Bufalo, una volta che questi è uscito dal manicomio criminale.

Freddo, pur di evadere e rivedere Roberta, si inietta del sangue infetto, fornito da un medico cocainomane amico del Dandi; tale sangue lo avrebbe condotto alla morte nel giro di poco tempo ma viene comunque assassinato dal servizi segreti, poiché egli, spinto dalla morte di Roberta, uccisa dallo scoppio di un'autobomba per una vendetta trasversale contro Il Freddo, dalla malattia e dal disgusto, aveva deciso di confessare tutto quanto sapeva della banda e delle losche protezioni di cui è stata beneficiaria. La banda è ormai divisa ed iniziano i regolamenti di conti interni che porteranno ad un lungo bagno di sangue: uno ad uno i componenti scompariranno, inghiottiti dagli stessi pericolosi giochi di potere di cui erano stati creatori.

Sul finire del film un accenno piuttosto marcato all'implicazione dei servizi segreti e di altre forze statali nell'ambito di tutta la vicenda, e quasi una sorda compassione nei riguardi di quelli che furono sì carnefici, ma vittime al tempo stesso.

Interpreti e personaggi

    Pierfrancesco Favino: Il Libanese
    Kim Rossi Stuart: Il Freddo
    Claudio Santamaria: Il Dandi
    Stefano Accorsi: Comm. Nicola Scialoja
    Riccardo Scamarcio: Il Nero
    Jasmine Trinca: Roberta Vannucci
    Anna Mouglalis: Cinzia "Patrizia" Vallesi
    Roberto Brunetti: Aldo Buffoni
    Antonello Fassari: Ciro Buffoni
    Stefano Fresi: Il Secco
    Elio Germano: Il Sorcio
    Francesco Venditti: Bufalo
    Giorgio Careccia: Fierolocchio
    Daniele Miglio: Scrocchiazeppi
    Andrea Ricciardi: Ricotta
    Leslie Csuth: Il Francese
    Toni Bertorelli: Il Vecchio
    Roberto Infascelli: Gigio
    Donato Placido: Colussi
    Massimo Popolizio: Il Terribile
    Bruno Conti: Gemito
    Gigi Angelillo: Zio Carlo
    Giorgio Sgobbi: Avvocato Vasta
    Gianmarco Tognazzi: Dottor Eugenio Carenza
    Franco Interlenghi: Barone Rosellini
    Claudio Amato: Bernardino Scafa
    Michele Placido: Il padre del Freddo
    Brenno Placido: Andrea
    Nicolò Malfatti: Il Dandi da giovane
    Marco Bauccio: Il Freddo da giovane
    Virginia Raffaele: Fidanzata Gemito

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Rosenstrasse un film in cui la deportazione degli ebrei fa da sfondo ad una storia sentimentale.

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Rosenstrasseè il nome di una strada di Berlino dove, nel 1943, centinaia di donne manifestarono protestando contro la deportazione dei loro propri mariti, riuscendo a farli liberare.

Rosenstrasseè il nome di una strada di Berlino dove, nel 1943, centinaia di donne manifestarono protestando contro la deportazione dei loro propri mariti, riuscendo a farli liberare. Rosenstrasseè anche il titolo dell'ultimo film di Margarethe von Trotta, che quei fatti li rievoca attraverso la memoria di chi li ha vissuti direttamente - è il caso della protagonista femminile Ruth -, che però nel tempo ha preferito rimuoverli, così anche di chi quei fatti tenta di ricostruirli, servendosi della memoria altrui. E' il caso della figlia di Ruth, Hannah, la quale ai giorni nostri tenta, riuscendovi, di ricostruire quel passato, andando ad intervistare la donna che salvò la vita alla propria madre.

Rosenstrasse Locandina

In un'alternanza di tempi e di spazi, tra una New York contemporanea e una Berlino sospesa tra un presente e un passato denso di dolorosi ricordi, Rosenstrasseè un film che trova il suo giusto ritmo strada facendo, nel dipanarsi della vicenda.

Una regia robusta, quella di Margarethe von Trotta - che non si azzarda ad intraprendere sperimentalismi ma, al contrario, propone una scrittura piuttosto lineare, eppure efficace - la quale dimostra ancora una volta il suo talento nell'avvicinarsi ad un argomento e riuscire a trattarlo con grande sensibilità, prediligendo uno sguardo tutto al femminile.

Memorabili i suoi ritratti di donne forti e determinate, basti ricordare i personaggi di film come Lucida follia o come Anni di piombo. Ad essi vanno certamente aggiunti quelli delle protagoniste di Rosenstrasse, per la loro fierezza, solidarietà e coraggio.

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Rosenstrasseè anche il titolo del film di Margarethe von Trotta, che rievoca quei fatti attraverso la memoria di chi li ha vissuti direttamente - è il caso della protagonista femminile Ruth -, che però nel tempo ha preferito rimuoverli, così anche di chi quei fatti tenta di ricostruirli, servendosi della memoria altrui.

È il caso della figlia di Ruth, Hannah, la quale ai giorni nostri tenta, riuscendovi, di ricostruire quel passato, andando ad intervistare la donna che salvò la vita alla propria madre.

In un'alternanza di tempi e di spazi, tra una New York contemporanea e una Berlino sospesa tra un presente e un passato denso di dolorosi ricordi, Rosenstrasse è un film che trova il suo giusto ritmo strada facendo, nel dipanarsi della vicenda.

Una regia robusta, quella di Margarethe von Trotta - che non si azzarda ad intraprendere sperimentalismi ma, al contrario, propone una scrittura piuttosto lineare, eppure efficace - la quale dimostra ancora una volta il suo talento nell'avvicinarsi ad un argomento e riuscire a trattarlo con grande sensibilità, prediligendo uno sguardo tutto al femminile.

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Secret Windows, ottimi fotografia e montaggio, il film perde un po' di fascino nel finale.

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Secret Windowè un film del 2004 diretto da David Koepp, tratto dal racconto Finestra segreta, giardino segreto di Stephen King (dalla raccolta di racconti Quattro dopo mezzanotte).

Un altro film tratto da Stephen King. Se ne sentiva la mancanza? Non molto, tuttavia nella oramai corposa graduatoria dei titoli portati su pellicola, l'opera di Koepp non sfigura.

Il regista, meno brillante che nella sua opera precedente, lo splendido Echi Mortali (che nessuno ha visto ma che merita più di una visione), trova comunque un Jolly nella convincente performance del solito efficace Johnny Depp, alle prese con il blocco dello scrittore, ed un violento e sovraeccitato John Turturro.

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Ottimi fotografia ed il montaggio, il film perde un po'di fascino nel finale.

Il libro (raccolta di racconti, "4 dopo mezzanotte"), che ricorda altre opere dello scrittore come Misery e La metà oscura, da cui è tratto il film, è quello che King scrisse dopo il terribile incidente nel quale rischiò la vita: i fantasmi, anzi, gli spettri visti allora, si palesano qui con notevole chiarezza. Aurea mediocritas.

Mort Raineyè uno scrittore di racconti horror che vive in disparte perché è in separazione dalla moglie Amy, così adorata che, nonostante nella vita di lei ci sia ormai un altro uomo, Mort si rifiuta di firmare le carte per il divorzio.

Ritiratosi in una pittoresca casetta di montagna, in attesa dell'ispirazione per scrivere un nuovo romanzo, un giorno riceve una sorprendente visita: un uomo distinto che dice di venire dal Mississippi. Egli rivendica la paternità di un racconto fatto pubblicare dallo stesso Rainey anni prima, chiamato appunto Secret Window. Per il povero Mort iniziano i guai, poiché lo straniero vuole a tutti i costi ottenere che gli si riconosca la paternità del racconto. Arriva a uccidere il cane di Rainey, Chico, bruciare la casa della sua ex, a Derry, dove in precedenza risiedeva anche lui, e minacciare di farle del male. Rainey va a chiedere aiuto a due suoi vecchi amici, ma li trova tutti e due morti. Quando Mort ha ormai perso ogni speranza, incontra di nuovo John Shooter (il bovaro del Mississippi); in preda alla disperazione più totale, Rainey lo canzona dicendo che lui non è reale e che non è mai esistito. Allora Shooter rivela di essere l'incarnazione delle bramosie di vendetta di Mort stesso, dal desiderio di far soffrire la moglie a quello di eliminare il suo rivale d'amore.

Ormai abbandonatosi completamente alla pazzia, uccide la sua ex e il rivale quando questi vengono a trovarlo. E come il suo racconto, anche la sua storia finisce con l'evocazione della "sua morte", che presto o tardi sarà dimenticata da tutti.

Secret_Window_1

Interpreti e personaggi.

    Johnny Depp: Mort Rainey
    Maria Bello: Amy
    John Turturro: John Shooter
    Timothy Hutton: Ted Milner
    Charles S. Dutton: Ken Karsch
    Len Cariou: sceriffo

Doppiatori italiani.

    Riccardo Rossi: Mort Rainey
    Alessandra Grado: Amy
    Massimo Lodolo: John Shooter
    Sandro Acerbo: Ted Milner
    Angelo Nicotra: Ken Karsch
    Luciano De Ambrosis: sceriffo

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Seven, a suo modo, un classico del thriller anni '90.

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Seven, talvolta reso graficamente come Se7en, è un film statunitense del genere thriller del 1995 diretto da David Fincher e interpretato da Brad Pitt, Morgan Freeman e Kevin Spacey.[

Sette i peccati capitali, sette gli omicidi che uno psicopatico programma, corredati da torture efferate. Comincia con la gola e l'avarizia, continua con l'accidia.

L'ultimo è la lussuria, ma l'intervento di due investigatori, uno anziano e nero, l'altro giovane e bianco, lo obbliga a modificare il piano.

Tra i tanti meriti della sceneggiatura di Andrew Kevin Walker c'è anche quello di aver modificato gli stereotipi della coppia bianco-nero approfondendo i personaggi a livello psicologico e legandoli ai temi principali del film: la presenza del Male nel mondo e l'indifferenza di fronte alla caduta dei valori.

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Un film dal taglio espressionista (fotografia di Darius Khondji; musica di Howard Shore), ambientato in una città senza nome, ricco di citazioni letterarie che ne sono la minacciosa struttura e senza una scena di violenza, di cui sono visibili soltanto le conseguenze. Un bel cast in cui si distingue K. Spacey nel tragico epilogo.

Il detective William Somerset è un saggio e anziano poliziotto, disilluso ed esasperato dal tasso di violenza e degradazione sempre più in crescita nella città in cui vive. Somerset, a cui manca una settimana per andare in pensione, viene affiancato dal giovane impulsivo e istintivo David Mills, destinato a sostituirlo. Tra i due, per la differenze profonde di carattere, all'inizio non corre buon sangue. Quando i due detective sono chiamati sulla scena di un efferato delitto, che ha come vittima un obeso che è stato costretto a mangiare oltre misura fino alla morte, Somerset s'impone come superiore al recalcitrante Mills, che vorrebbe condurre le indagini a suo modo.

Il giorno seguente l'avvocato Eli Gould, noto per aver difeso criminali e truffatori d'ogni genere, viene ritrovato morto e mutilato. Sul pavimento della scena del delitto è stato scritto con il sangue della vittima la parola "avarizia".

Non sembrano esserci collegamenti tra i due delitti, ma Somerset è convinto che l'assassino sia lo stesso e che continuerà a uccidere. Tornato nuovamente sul luogo del primo delitto scopre dietro a un frigorifero la scritta "gola". L'assassino quindi sta punendo con la morte i colpevoli di vizi capitali.

Seven

Somerset viene invitato a cena da Tracy, la moglie del giovane detective, che vuole far riconciliare i due che, analizzando le foto dell'omicidio, ne trovano una che ritrae la moglie dell'avvocato con gli occhi cerchiati col sangue come a indicare che ha visto qualcosa. Infatti la donna nota che sul luogo del delitto un dipinto astratto è stato appeso al contrario. I due detective scoprono che dietro il quadro vi sono impronte digitali insanguinate che analizzate corrispondono a Victor, un degenerato spacciatore che sarà trovato ridotto a uno scheletro per essere stato costretto all'immobilità in un letto per un intero anno e ormai in fin di vita. Una scritta dell'assassino l'accusa di "accidia".

Dopo aver contattato un agente dell'FBI, Somerset ottiene illegalmente una lista riservata di persone che hanno preso in prestito dalle varie biblioteche libri sui peccati capitali, sulle opere riguardanti Paradiso, Purgatorio e Inferno, sull'espiazione stessa dei peccati; dalla lista emerge un certo John Doe[2] al cui indirizzo i detective non trovano però l'indiziato. Intanto arriva un individuo che alla vista dei due, tira fuori una pistola e tenta di ucciderli. I due rincorrono l'uomo ma Somerset non riesce a stargli dietro a differenza di Mills che, dopo un lungo inseguimento viene colpito a tradimento dall'assassino che, dopo avergli puntato la pistola alla tempia, lo risparmia e va via.[3]

John Doe continua nella serie di uccisioni dei peccatori per vizi capitali e nel fornire tracce ai due detective del suo percorso omicida: per la "lussuria" sarà uccisa una prostituta in un modo tale da rendere quasi folle un suo cliente; per la "superbia" viene assassinata una modella che ha avuto la colpa di aver curato troppo la sua bellezza.

Affinché il cerchio si chiuda, mancano ormai due peccati capitali, "invidia" e "ira", e perciò una sesta e una settima vittima.

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Lo stesso John Doe si consegna alla polizia e poiché è tutto insanguinato fa pensare ai detective che abbia commesso gli ultimi omicidi. Joe si dichiara disposto ad indicare loro il luogo dove possono trovare i cadaveri delle vittime a patto che siano essi a condurcelo.

Mills, Somerset e Doe, sorvegliati dall'alto da un elicottero della polizia, giungono sul luogo desertico segnalato dall'assassino dove sembra che non ci sia nulla quando in lontananza si vede arrivare un furgone. Mills rimane a sorvegliare Doe, mentre Somerset ferma il conducente che gli consegna un pacco misterioso: l'anziano detective lo apre con cautela notando macchie di sangue e, dopo aver visto inorridito il contenuto, corre disperatamente verso Mills gridandogli di non ascoltare John Doe e di gettare la pistola. Contemporaneamente Doe sta confessando a Mills di aver invidiato la sua vita familiare con la sua bella moglie, Tracy, con cui ha voluto trascorrere una mattinata "giocando a fare il marito" e alla fine uccidendola e tagliandole la testa che Somerset ha trovato nel pacco.

Il piano del maniaco è ora chiaro: lui, colpevole del peccato di invidia, vuole che Mills lo uccida in preda all'ira, cosicché i sette peccati capitali siano in tal modo compiuti e puniti. Somerset cerca di convincere Mills a non vendicarsi, ma il giovane detective viene a sapere dallo stesso assassino che la moglie era incinta ed allora, in preda all'ira, gli spara alla testa.

Al tramonto arriva la polizia che porta via il cadavere e arresta Mills.

Nell'ultima scena Somerset, mentre va via, dice: "Hemingway una volta ha scritto: Il mondo è un bel posto, e vale la pena lottare per esso. Condivido la seconda parte".

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Interpreti e personaggi.

    Morgan Freeman: detective William Somerset
    Brad Pitt: detective David Mills
    Kevin Spacey: John Doe
    Gwyneth Paltrow: Tracy Mills
    R. Lee Ermey: capitano di polizia
    John C. McGinley: California
    Richard Roundtree: procuratore Martin Talbot
    Richard Schiff: avvocato Mark Swarr
    Martin Serene: commesso del negozio "Wild Bill"
    Michael Massee: proprietario del locale
    Richard Portnow: dr. Beardsley
    Leland Orser: uomo sotto shock coinvolto in un delitto peccaminoso
    Pamala Tyson: donna senzatetto
    Richmond Arquette: fattorino
    Tudor Sherrard: ragazzo dei Cupion

Doppiatori italiani.

    Renato Mori: detective William Somerset
    Sandro Acerbo: detective David Mills
    Francesco Pannofino: John Doe
    Cristina Boraschi: Tracy Mills
    Luciano De Ambrosis: capitano di polizia
    Claudio Fattoretto: California
    Sandro Iovino: procuratore Martin Talbot
    Angelo Nicotra: avvocato Mark Swarr
    Simone Mori: commesso del negozio "Wild Bill"
    Michele Gammino: dr. Beardsley
    Antonio Sanna: uomo sotto shock coinvolto in un delitto peccaminoso
    Ida Sansone: donna senzatetto
    Vittorio De Angelis: fattorino
    Francesco Pezzulli: ragazzo dei Cupion

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Shooting Silvio un intrigo fantapolitico che merita e strappa qualche applauso.

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Shooting Silvioè il primo film del regista Berardo Carboni, prodotto nel 2006 e uscito nelle sale italiane nel 2007.

Shooting Silvio regala uno strano disagio nella mezz'ora iniziale, un senso di stordimento e di vago malessere che porta quasi ad abbandonare la sala. Il tema è fin troppo usurato, le soluzioni narrative piuttosto forzose, la "pedagogia" del testo fuori da ogni fruibilità.

Se invece si resiste fino al termine della proiezione, si assiste con pathos e cinica ironia a un esperimento anomalo nel panorama culturale italiano, un esperimento privo di sbavature e retoriche, un film che non cerca né odio, né vendetta. Grazie a una regia che cela per incanto l'inesperienza del giovane Berardo Carboni - autore del libro prima, e della sceneggiatura poi - si può persino essere testimoni di un'ora e mezza di buon cinema.: un intrigo fantapolitico che merita e strappa qualche applauso.

shooting-silvio

Delizioso il cammeo di Remo Remotti nei panni di un tassista, gustosissimo quello di Alessandro Haber nelle vesti inedite di un filippino. Bravissimi e credibili gli attori, aiutati - poco - dai filmati d'archivio che ripercorrono i dieci anni della discesa in campo.

Quale giudizio si può dare a un regista che sceglie di portare sullo schermo, nella sua opera prima (soggetta dunque a una feroce critica) un tema forte, retorico e scontato come quello della "mutazione antropologica"? Certo, non esageriamo. Shooting Silvio non è un film imperdibile.

Ma tra le decine di tentativi di trasporre sullo schermo il disagio di questi anni - dall'elitario caimano di Moretti al documentario in chiave futuristica di Deaglio, il lavoro del regista romano non sfigura, regalando del buon cinema che riesce persino a far dimenticare il suo tema principale.

Promosso.

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Kurtzè un giovane ragazzo orfano facoltoso e irrequieto che non prova entusiasmo nel vivere.

Dopo che il suo libro vende pochissime copie, Kurtz decide di organizzare una festa in cui invita tutti i suoi amici ad aiutarlo a scrivere un nuovo libro intitolato "Shooting Silvio" nel quale ognuno di loro dovrà indicare un motivo e un metodo per eliminare (fisicamente, politicamente, metafisicamente...) il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi.

Nessuno però dei suoi compagni intende aiutarlo e così Kurtz sprofonda in una disperazione profonda e senza fine. Lasciato dalla fidanzata, circondato da persone che non lo capiscono, il ragazzo capisce che l'unico modo per realizzare "Shooting Silvio" è uccidere proprio lo stesso Silvio Berlusconi.

Da quel momento impiegando tutte le sue forze architetta un piano per rapire e uccidere il premier.

Interpreti e personaggi.

Federico Rosati: Giovanni detto Kurtz
Alessandro Haber
Antonella Bavaro
Antonino Iuorio
Sofia Vigliar: se stessa
Melanie Gerren
Marco Travaglio: se stesso
Erlend Øye: Dj della festa di Kurtz

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Stati di allucinazione film cult visionario, apocalittico e integrato.

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Stati di allucinazione (Altered States)è un film del 1980 diretto da Ken Russell e interpretato da William Hurt.

Scritto dal commediografo Paddy Chayefsky, il film è liberamente ispirato alla vita del ricercatore e psichiatra statunitense John Lilly, anche se la trama sconfina nella fantascienza.

La pellicola, candidata per gli Oscar alla migliore colonna sonora di John Corigliano e per il suono, segna il debutto al cinema dell'attore William Hurt; nel film appare anche una giovanissima Drew Barrymore (nel ruolo secondario della figlia del protagonista), all'età di 5 anni.

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Il professore di medicina e ricercatore Eddie Jessup conduce su se stesso degli esperimenti restando in sospensione dentro una vasca di deprivazione sensoriale, ossia in un ambiente isolato per ottenere la massima assenza di percezioni esterne.

Eliminando ogni elemento di distrazione, egli ritiene di poter condurre un'analisi introspettiva della propria coscienza, un vero viaggio esplorativo nel proprio passato. Il ricercatore viene a sapere che nel Centroamerica gli sciamani utilizzano una droga allucinogena, la quale conferirebbe agli assuntori la capacità di perlustrare una sorta di memoria collettiva ancestrale.

Entusiasta delle esperienze drogastiche, Eddie unisce l'uso di tale sostanza stupefacente a quello della vasca d'isolamento per espandere il suo viaggio oltre la propria origine, via via attraverso la filogenesi degli ominidi (trovandosi persino trasformato in un australopiteco) fino alle forme di vita elementari, col rischio di vedere il proprio corpo regredire alla materia primordiale dell'epoca della formazione del Big bang.

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Ma a Jessup questi risultati non bastano, sente il bisogno di sperimentare su se stesso il test, portandolo anzi all'estremo limite della resistenza umana. Il matrimonio con Emily, scienziata come lui, e la nascita di due bambine non cambiano i suoi progetti, anche se lo mettono di fronte ai rischi dell'impresa e gli procurano crisi nervose e dubbi continui.

Interpreti e personaggi.

    William Hurt: Eddie Jessup
    Blair Brown: Emily Jessup
    Charles Haid: Mason Parrish
    Bob Balaban: Arthur Rosenberg
    Drew Barrymore: Margaret Jessup

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S.Y.N.A.P.S.E. Pericolo in Rete, un film a sfondo tecnologico poco verosimile e a tratti scontato.

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S.Y.N.A.P.S.E. - Pericolo in Rete - è un film a sfondo tecnologico adatto a un pubblico giovane poco verosimile e a tratti scontato, diretto da Peter Howitt con Ryan Phillippe e Tim Robbins.

'Synapse'di Peter Howitt è una versione high-tech ma un po' scialba di 'Wargames'.

Tim Robbins 'travestito' da Bill Gates, però, è bravissimo.  Ryan Philippe, già visto in 'Cruel Intention', è meno espressivo di un monitor spento. Claire Forlani gioca al solito con lo sguardo, che è indifferentemente languido, crudele, carezzevole, senza mutare espressione e Tim Robbins è assai improbabile come mente diabolica di una macchinazione così complessa.

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eressante l'ambientazione simulata delle grandi aziende della Silicon Valley. Il progetto Synapse, per cui s'uccide, è pressoché simile all'attuale scommessa della telecomunicazione cellulare, ma è difficile seguirne i contenuti tecnologici della suspense, coordinata tra chiavi d'accesso sistemico e porte vere di edifici da forzare.

S.Y.N.A.P.S.E. - Pericolo in rete' non è altro ce l'edizione riveduta e aggiornata del vecchio 'thriller di cospirazione', con le multinazionali dell'informatica al posto dei servizi segreti e Tim Robbins (attore notoriamente democratico) che si diverte a fare la parte del genio del male battuto da ragazzino di turno.

Synapseè un nuovo programma per computer destinato a rivoluzionare il modo di comunicare. Si tratta di un progetto ambizioso dai risvolti estremamente oscuri e inquietanti che si nascondono dietro il luccichio della ipertecnologia. Il suo ideatore Gary Winston (Tim Robbins), un alias di Bill Gates, è alla testa di Nurv, la più potente società informatica del mondo. Il programma, però, non è ancora pronto. Per risolvere gli ultimi problemi vengono contattati due geni del computer, Milo e Teddy. Milo, sensibile al successo e al denaro, decide di unirsi al team di Winston; Teddy, idealista e filantropo, rifiuta e resta nel garage a continuare il suo lavoro. Milo si mette subito a lavorare sodo per far procedere il progetto e mantenere le scadenze. Viene sedotto dal nuovo stile di vita, ma quando Teddy rimane ucciso in modo misterioso e contestualmente il progetto inizia a procedere celermente verso la meta, comincia a sospettare. Scopre che persino la sua ragazza è pagata da "quelli" per tenerlo d'occhio. Intanto Winston coltiva il suo progetto di divenire padrone del mondo. Allora Milo decide di rivolgere contro questo malvagio personaggio le sue conoscenze. Ecco che su tutti gli schermi d'America e del mondo, appaiono le immagini che denunciano i piani poco puliti della Nurv. Poco verosimile in vari momenti e scontato in altri, il film è adatto a un pubblico giovane, abituato a certi termini specifici e appassionato di spy story a sfondo tecnologico. Grande prestazione di Tim Robbins nel ruolo del cinico e carismatico magnate della Nurv.

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Appena laureati all'Università di Stanford, Milo e Teddy progettano il loro avvenire, ma vengono separati dall'intervento di Gary Winston, un magnate dell'informatica che li invita a lavorare al suo progetto. Gary è a capo della NURV, una multinazionale che controlla strettamente (anche troppo, secondo la commissione antitrust) il mercato del software internazionale. Sta progettando S.Y.N.A.P.S.E., un rivoluzionario sistema di broadcasting satellitare, ma ha bisogno di svilupparlo in fretta per via della concorrenza agguerrita esistente sul progetto.

Perciò contatta Milo, e lo accoglie in una visita alla NURV nella quale gli prospetta la sua visione del futuro informatico, lo presenta al team di sviluppo di S.Y.N.A.P.S.E., verso i quali la parola d'ordine di Gary è «stupitemi!», e lo affascina presentandosi per quello che realmente è: un modello vincente, brillante, che sa superare i suoi limiti, cioè "stupire". Milo decide di lavorare per Winston e si trasferisce nei suoi laboratori con la sua fidanzata, mentre Teddy (fedele ai suoi ideali) preferisce creare un'impresa per conto suo; la NURV è stupefacente per grandezza e ricchezza, tanto che Milo rimane spaesato. Ma lavorando a S.Y.N.A.P.S.E., dopo poco tempo Milo comincia a farsi delle domande sulla provenienza del codice sorgente che di tanto in tanto Gary gli fornisce per continuare lo sviluppo senza soste forzate. Una sera, Teddy (di origine orientale) viene ucciso, apparentemente da una banda di teppisti razzisti, come suffragato da scritte anticinesi, che devastano anche l'appartamento e l'azienda.

Confrontando le parole dei collaboratori di Teddy con quelle di Gary, Milo scopre la provenienza del codice sorgente sospetto: viene rubato a centinaia di programmatori tenuti sotto controllo in tutto il mondo, programmatori che vengono uccisi se raggiungono risultati tali da costituire un problema per la NURV, come è successo a Teddy. Milo trova la stazione centrale di controllo, mimetizzata all'interno della struttura della NURV, in un pericoloso gioco a rimpiattino con la sicurezza "ufficiosa" dell'azienda (i killer che assassinano i potenziali concorrenti), e scopre che anche la sua fidanzata collabora con Gary per tenerlo sotto controllo: non può più fidarsi di nessuno, è completamente solo e cade nel panico senza sapere cosa fare. Inoltre riesce a visionare i nastri ripresi da una telecamera spia installata nell'appartamento di Teddy all'interno della centrale stessa. Vuole denunciare Gary, ma trova un suo infiltrato anche al dipartimento di giustizia. Decide di mettere a frutto il codice rubato, portando a termine il progetto S.Y.N.A.P.S.E. per far conoscere a tutto il mondo i crimini della NURV.

Aiutato dalla fidanzata, Milo riesce ad attirare su di sé l'attenzione di Gary mentre i suoi amici utilizzano S.Y.N.A.P.S.E. per denunciarlo pubblicamente e distribuiscono gratuitamente e liberamente il codice sorgente del software su Internet.

SYNAPSE

Interpreti e personaggi.

    Ryan Phillippe: Milo Hoffman
    Rachael Leigh Cook: Lisa Calighan
    Claire Forlani: Alice Poulson
    Tim Robbins: Gary Winston
    Douglas McFerran: Bob Shrot
    Richard Roundtree: Lyle Barton
    Tygh Runyan: Larry Banks
    Yee Jee Tso: Teddy Chin
    Nate Dushku: Brian Bissel
    Ned Bellamy: Phil Grimes

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Tekno - Il respiro del mostro osserva con meticolosa lucidità un fenomeno che fa parte della nostra cultura.

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Dopo un toccante documentario sulle anziane mondine della bassa modenese datato 2008 ("Mondine - Di madre in figlia"),Andrea Zambelli si avventura nel territorio inesplorato e sotterraneo dei free parties tekno, delle tribes e di tutto quello che generalmente viene definito rave.

Girare un documentario su un argomento tanto ostico ed osteggiato denota prima di tutto un coraggio fuori dal comune, non perché i teknival siano pericolosi, ma perché l'ignoto e l'inesplorato richiedono sempre uno sforzo conoscitivo che non tutti sono disposti a fare.

tekno il respiro del mostro

"Tekno - Il respiro del mostro" vuole osservare con meticolosa lucidità un fenomeno che indiscutibilmente fa parte della nostra cultura, di quella generazione che si è trovata a cavallo fra la fine delle ideologie e la supremazia della tecnologia.

Non giudicare quindi, ma comprendere, per quanto si possa comprendere un movimento in continua evoluzione, fatto di travellers, di carovane, di sound systems che sparano decibel contro e attraverso un pubblico che diventa un solo, vibrante ectoplasma danzante. In ultima analisi, non è nemmeno giusto comprendere perché - e, forse, non c'è proprio nulla da capire.

Saranno proprio le parole dei ravers (i duri e puri, non i ragazzini che vanno alle feste per svoltare, per collassare, per fare i grandi) che mostreranno una consapevolezza annebbiata ma presente: l'essere qui e ora, il fare parte di un movimento, per quanto sgangherato, la voglia di socialità e di libertà, l'assoluta indifferenza nei confronti della politica (perché il raver non è il comunista, è la particella impazzita che vive sotto e per il totem del sound system), l'indefinibile energia che li spinge a creare spazi temporaneamente autonomi, fuori dal tempo, dalla società e forse anche dalla realtà.

E poi ci sono le sostanze, chiavi che aprono alcune porte ma non tutte. Si insiste su un uso consapevole delle chiavi, quasi tribale, quello che si è perso nella nostra società consumistica e materiale ma che si sta perdendo progressivamente anche all'interno dei rave stessi. Da uso sociale a individuale, da esperienza psichedelica a esperienza ottundente.

E' un mondo di chiari e scuri, di forti contrasti, ma anche di dolcezza e di voglia di vivere. Provare per credere.

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The Acid House, film tratto da un libro di racconti dello scrittore surrealista Irving Wels.

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The Acid Houseè un film del 1998 diretto da Paul McGuigan, tratto dall'omonima raccolta di racconti The Acid House, seconda opera dello scrittore Irvine Welsh pubblicata nel 1994, un anno dopo la pubblicazione di Trainspotting.

Tre episodi per palati forti corrispondenti ad altrettanti episodi del libro di Irvine Welsh, autore di Trainspotting.

Una raccolta di storie di ragazzi, di una Edimburgo molto lontana dalle immagini bucoliche, tipicamente turistiche che siamo abituati a vedere. Piccoli ritratti implacabili di giovani della periferia di una grande città, che non ha tempo per preoccuparsi anche dei propri perdenti, di quelli che già hanno perso le speranze prima ancora di scontrarsi con il mondo. E' la droga è la compagna di avventure di questi giovani, il cui destino è già stato segnato, ed arriva con tutta la sua durezza e spietatezza. È l'unica via d'uscita, l'unica illusione di essere compresi, di essere forti.

the acid house

"The Granton Star Cause" (Primo episodio).

Il giovane Boab viene invitato dai genitori a lasciare la casa per andare a vivere per conto suo. Nello stesso giorno, anche Evelyn, la ragazza, dice a Boab che vuole lasciarlo: non sopporta più i suoi modi inconcludenti. Teso e nervoso, Boab dà in escandescenze, viene arrestato, poi rilasciato. Va al bar dove è avvicinato da un tizio che dice di essere Dio. Questi gli comunica che lui è destinato a diventare un insetto. Trasformatosi in mosca, Boab comincia a vendicarsi di tutti quelli che lo hanno trattato male. E le vendette sono di tipo scatologico.

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"A soft touch" (Secondo episodio).

Johnny e Catriona, sposi da poco e con una bambina, litigano spesso furiosamente. Nell'appartamento dei due arriva Larry, amico di Johnny ma molto interessato a Catriona. Larry fa alla donna avances molto dirette ed esplicite. Johnny porta la bambina dalla madre. Mentre è fuori, Larry e Catriona hanno un rapporto. Johnny torna, capisce e le liti riprendono. Poco dopo risulta che Catriona è incinta, il figlio è di Larry che nel frattempo è sparito. Catriona cerca di farsi perdonare dal marito.

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"The acid house" (Terzo episodio).

Coco, giovane tossicodipendente, ingerisce dell'acido e subito ha forti allucinazioni. Si ritrova nel corpo di un neonato e, nel pensiero, comincia a parlare con la 'mamma' esprimendo concetti da adulto, soprattutto di ordine sessuale. La donna ad un certo momento entra col bambino in un locale dove c'è anche Coco. Il momento dell'incontro segna l'apice dell'allucinazione e della totale confusione del ragazzo.

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Interpreti e personaggi.

    Maurice Roëves: Dio
    Stephen McCole: Boab
    Alex Howden: Boab Snr
    Kevin McKidd: Johnny
    Michelle Gomez: Catriona
    Ewen Bremner: Colin 'Coco' Bryce
    Martin Clunes: Rory
    Jemma Redgrave: Jenny
    Gary McCormack: Collega

I 10 articoli piu letti sul sito Raccomandati Se Ti Piacciono nel mese di Agosto 2014.

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1.- The Acid House, film tratto da un libro di racconti dello scrittore surrealista Irving Wels.

The Acid House, film tratto da un libro di racconti dello scrittore surrealista Irving Wels.

The Acid House è un film del 1998 diretto da Paul McGuigan, tratto dall'omonima raccolta di racconti The Acid House, seconda opera dello scrittore Irvine Welsh pubblicata nel 1994, un anno dopo la pubblicazione di Trainspotting. Tre episodi per palati forti corrispondenti ad altrettanti episodi del libro di Irvine Welsh, autore di Trainspotting. Una raccolta di storie di ragazzi, di una

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2.- Tekno - Il respiro del mostro osserva con meticolosa lucidità un fenomeno che fa parte della nostra cultura.

Tekno - Il respiro del mostro osserva con meticolosa lucidità un fenomeno che fa parte della nostra cultura.

Dopo un toccante documentario sulle anziane mondine della bassa modenese datato 2008 ("Mondine - Di madre in figlia"), Andrea Zambelli si avventura nel territorio inesplorato e sotterraneo dei free parties tekno, delle tribes e di tutto quello che generalmente viene definito rave. Girare un documentario su un argomento tanto ostico ed osteggiato denota prima di tutto un coraggio fuori dal

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3.- S.Y.N.A.P.S.E. Pericolo in Rete, un film a sfondo tecnologico poco verosimile e a tratti scontato.

S.Y.N.A.P.S.E. Pericolo in Rete, un film a sfondo tecnologico poco verosimile e a tratti scontato.

S.Y.N.A.P.S.E. - Pericolo in Rete - è un film a sfondo tecnologico adatto a un pubblico giovane poco verosimile e a tratti scontato, diretto da Peter Howitt con Ryan Phillippe e Tim Robbins. 'Synapse' di Peter Howitt è una versione high-tech ma un po' scialba di 'Wargames'. Tim Robbins 'travestito' da Bill Gates, però, è bravissimo.  Ryan Philippe, già visto in 'Cruel Intention', è meno

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4.- Stati di allucinazione film cult visionario, apocalittico e integrato.

Stati di allucinazione film cult visionario, apocalittico e integrato.

Stati di allucinazione (Altered States) è un film del 1980 diretto da Ken Russell e interpretato da William Hurt. Scritto dal commediografo Paddy Chayefsky, il film è liberamente ispirato alla vita del ricercatore e psichiatra statunitense John Lilly, anche se la trama sconfina nella fantascienza. La pellicola, candidata per gli Oscar alla migliore colonna sonora di John Corigliano e per il

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5.- Shooting Silvio un intrigo fantapolitico che merita e strappa qualche applauso.

Shooting Silvio un intrigo fantapolitico che merita e strappa qualche applauso.

Shooting Silvio è il primo film del regista Berardo Carboni, prodotto nel 2006 e uscito nelle sale italiane nel 2007. Shooting Silvio regala uno strano disagio nella mezz'ora iniziale, un senso di stordimento e di vago malessere che porta quasi ad abbandonare la sala. Il tema è fin troppo usurato, le soluzioni narrative piuttosto forzose, la "pedagogia" del testo fuori da ogni fruibilità. Se

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6.- Seven, a suo modo, un classico del thriller anni '90.

Seven, a suo modo, un classico del thriller anni '90.

Seven, talvolta reso graficamente come Se7en, è un film statunitense del genere thriller del 1995 diretto da David Fincher e interpretato da Brad Pitt, Morgan Freeman e Kevin Spacey.[ Sette i peccati capitali, sette gli omicidi che uno psicopatico programma, corredati da torture efferate. Comincia con la gola e l'avarizia, continua con l'accidia. L'ultimo è la lussuria, ma l'intervento di due

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7.- Secret Windows, ottimi fotografia e montaggio, il film perde un po' di fascino nel finale.

Secret Windows, ottimi fotografia e montaggio, il film perde un po' di fascino nel finale.

Secret Window è un film del 2004 diretto da David Koepp, tratto dal racconto Finestra segreta, giardino segreto di Stephen King (dalla raccolta di racconti Quattro dopo mezzanotte). Un altro film tratto da Stephen King. Se ne sentiva la mancanza? Non molto, tuttavia nella oramai corposa graduatoria dei titoli portati su pellicola, l'opera di Koepp non sfigura. Il regista, meno brillante che

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8.- Rosenstrasse un film in cui la deportazione degli ebrei fa da sfondo ad una storia sentimentale.

Rosenstrasse un film in cui la deportazione degli ebrei fa da sfondo ad una storia sentimentale.

Rosenstrasse è il nome di una strada di Berlino dove, nel 1943, centinaia di donne manifestarono protestando contro la deportazione dei loro propri mariti, riuscendo a farli liberare. Rosenstrasse è il nome di una strada di Berlino dove, nel 1943, centinaia di donne manifestarono protestando contro la deportazione dei loro propri mariti, riuscendo a farli liberare. Rosenstrasse è anche il titolo

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9.- Romanzo Criminale è un film all'americana, tra ricostruzione e impegno civile.

Romanzo Criminale è un film all'americana, tra ricostruzione e impegno civile.

Romanzo criminale è un film di Michele Placido del 2005, tratto dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo del 2002. « A metà degli anni settanta una banda di delinquenti di strada partì dalle periferie per conquistare Roma. Per inseguire il loro sogno ingenuo e terribile travolsero ogni ostacolo. Strinsero alleanze pericolose. Si credevano immortali. La nostra storia è ispirata a fatti reali.

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10.- Radiofreccia, raro esempio di film italiano di ambiente radiofonico con l'ambizione di rievocare gli anni '70.

Radiofreccia, raro esempio di film italiano di ambiente radiofonico con l'ambizione di rievocare gli anni '70.

Radiofreccia è un film del 1998 diretto da Luciano Ligabue, all'esordio nella regia, e prodotto da Domenico Procacci. L'opera, ispirata ad alcuni racconti presenti nel primo libro pubblicato da Ligabue, la raccolta Fuori e dentro il borgo, ottiene un successo inaspettato: il film, infatti, riceve ben tre David di Donatello, due Nastri d'argento e quattro Ciak d'oro. A inizio 2006, ottiene un

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The Believer: si può essere ebrei ed antisemiti?

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The Believer è un film del 2001, diretto da Henry Bean e scritto con la collaborazione di Mark Jacobson.

Tratta da un'opera teatrale scritta dallo stesso Bean, la pellicola narra fatti biografici e vicende personali ispirati alla vita di Daniel Burros, membro attivo dell'American Nazi Party, antisemita convinto seppure sia stato circonciso e cresciuto secondo le tradizioni ebraiche della famiglia.

Presentato con successo al Sundance Festival, e al Noir in Festival, è un film di cui discutere, sia per il contenuto contraddittorio, sia per il modo in cui è raccontato. Se non fosse la vera storia di Danny Balint, o almeno così dicono, sarebbe troppo provocatorio per essere vero. Danny è un brillante studente ebreo, ma è anche un violento antisemita.

Believer

La paradossale contraddizione in cui vive arriva al culmine quando gli viene chiesto di mettere una bomba in una sinagoga. In realtà sarà lui ad andare in corto circuito. Aspro, isterico e violento, il primo film di Henry Bean (sceneggiatore di Nemico pubblico e Affari sporchi) è capace di scuotere le coscienze, pur non approfondendo le difficili tematiche religiose.

La seconda scelta di verità di 'The Believer' riguarda lo stile realistico e sporco da cinema indipendente che contribuisce a rendere credibili i personaggi e gli ambienti. Dapprima odioso, lo sconosciuto Ryan Gosling acquista via via una sconcertante umanità drammatica. Lo affiancano Theresa Russell, nella parte di una ricca signora fascista, e Billy Zane in quella (un po' pleonastica) di militante d'estrema destra e amante della donna; mentre la giovane Summer Phoenix svolge il ruolo della tentatrice biblica provocando Billy perché tiri fuori la sua 'anima ebrea'.

The Believer è la storia di Daniel Balint, un giovane skinhead neonazista di periferia. Fin dall'inizio mostra il suo sentimento riguardo al concetto di razza: sceso da un bus insieme a un ebreo aspetta di avvicinarlo in una strada isolata per massacrarlo a calci e pugni. La sera stessa partecipa a un raduno di militanti fascisti ed estremisti di destra, che sembrano voler parlare della sola politica e del concetto di nazione e identità: infatti, non appena Daniel si intromette parlando delle leggi razziali naziste e dell'idea di razza pura, nessuno gli dà credito, ma riuscirà comunque ad aprirne un lungo discorso che colpirà il capo della riunione, Curtis Zampf.

Facendosi strada nel mondo del neofascismo e del neonazismo si convince di uccidere Ilior Manzetti, un ebreo bulgaro direttore di una banca d'investimento. Per fare ciò occorre tempo e denaro, e di questo si occupa Curtis, il quale comunque mostra timore nel farsi avanti politicamente con un omicidio. Dopo essere uscito dalla casa di Curtis, Danny si ritrova con alcuni suoi amici neonazisti e con loro fa a botte contro due persone di colore in una strada di New York.

Entrambe le parti vengono incarcerate, ma Danny e i suoi amici vengono liberati sotto cauzione pagata da Carla, un'amica di Curtis. Per tutto il film è ricorrente una scena d'infanzia di Daniel: ancora piccolo in una classe di una scuola ebraica, comincia una lunga conversazione con il professore di religione su Abramo, sul peccato originale e sui problemi dell'ebraismo e del "popolo eletto", fino a quando scappa di classe correndo per le scale scendendo i piani.

Daniel viene contattato da un giornalista del New York Times - che si era in precedenza inserito sotto mentite spoglie nel circolo dei seguaci di Curtis - e una mattina lo incontra in un ristorante. Con lui apre un lungo discorso sul sionismo, gli ebrei e la sessualità, un possibile complotto ebraico (dal controllo dei media, alla finanza), ma durante l'intervista il giornalista fa capire di essere molto arguto dal momento che, informandosi sul passato di Danny, è venuto a scoprire che da piccolo è stato istruito in una scuola ebraica arrivando a celebrare il bar mitzvah.

La cosa fa innervosire Danny a tal punto che tira fuori una pistola minacciando il giornalista di uccidersi se avesse pubblicato l'articolo sul quotidiano. Su invito di Curtis, Daniel, insieme al suo amico Billings, si reca presso un campo di skin neonazisti per adempiere a ciò che ha promesso, cioè uccidere Manzetti, e nel frattempo imparare il più possibile del nazismo e del problema ebraico.

Ma è proprio durante questo periodo di addestramento che la banda di neonazisti viene portata in tribunale da due ristoratori ebrei che sono stati da loro picchiati. Il giudice dà ai ragazzi due possibilità: passare un mese in carcere o partecipare a una seduta con sopravvissuti all'Olocausto. Durante la seduta, i ragazzi scherniscono e insultano i partecipanti all'incontro. Uno dei presenti ricorda un episodio di crudeltà che ha vissuto durante la guerra: suo figlio, a soli tre anni, è stato ucciso da un soldato tedesco sotto i suoi occhi.

Daniel è disgustato dal fatto che il sopravvissuto non avesse avuto la forza di reagire e, quando gli anziani presenti gli rispondono che lui stesso non si sarebbe comportato diversamente, decide di lasciare l'incontro: l'episodio diventerà un pensiero ricorrente per il protagonista, che immagina di riviverlo dapprima nel ruolo del soldato e successivamente nel ruolo dell'ebreo, in un futile tentativo di resistenza.

Daniel, insieme ai nuovi amici, organizza un attentato dinamitardo nella sinagoga principale della città piazzando una bomba sotto il pulpito, programmandola per l'esplosione alcuni giorni dopo la celebrazione religiosa. Tuttavia la bomba non esplode, probabilmente a causa di un difetto nell'alimentazione del detonatore. Danny, nel frattempo, si muove per fare un passo avanti e viene coinvolto da Drake nel tentato omicidio di Manzetti.

Appostati fra i cespugli di notte, Drake e Daniel attendono che Manzetti esca da un edificio dove ha tenuto una conferenza: Daniel mira, spara ma sbaglia, forse di proposito. Ciò fa infuriare Drake che crede che lo abbia fatto apposta e realizza che il suo camerata in realtà è ebreo, cosa che sospettava da tempo: ne nasce una lite durante la quale Daniel spara a Drake prima che lui faccia altrettanto e scappa via convinto che Drake sia morto.

Curtis apre un'associazione fascista alla luce del sole e incarica Danny di farsi carico della raccolta fondi. Le prime conferenze di Daniel sembrano un successo ma dato che, oltre ai militanti, servono anche i soldi per la retta e l'affitto, Daniel si muove anche in questa direzione. Durante un colloquio con un bancario circa la donazione di quest'ultimo nasce un diverbio durante il quale Daniel accusa il potenziale finanziatore di essere un ebreo.

La vita di Daniel si fa sempre più complicata, stretta tra l'antisemitismo e la sua riscoperta della religione ebraica, che avviene a seguito dell'incontro con ex compagni di scuola, ormai adulti, che frequentano la sinagoga. Anche Carla, la ragazza di cui Daniel si è invaghito, si appassiona allo studio dell'ebraico e del ebraismo, apparentemente al fine di conoscere il nemico. A tal proposito, resasi conto che Daniel legge e parla l'ebraico, si fa insegnare questa lingua e insieme leggono passi della Torah; addirittura Carla arriva a partecipare a incontri in sinagoga.

I due hanno anche una discussione su come il Dio degli ebrei sia essenzialmente indefinibile e distante dagli uomini. Daniel sembra ritrovare l'identità ebraica persa, ma, mentre partecipa a una preghiera insieme a dei vecchi amici, litiga con un vecchio compagno di scuola, Avi, circa il sionismo e il nazismo, che Danny pone sullo stesso livello, ovvero ideologie razziste. Su queste parole scatta la rissa con Avi e Daniel viene accompagnato fuori dall'edificio.

La sera stessa, Daniel tiene un discorso con personalità importanti impegnate nel neofascismo a New York su invito di Curtis ma, durante il discorso, invita i presenti ad amare gli ebrei in quanto questo l'unico modo per distruggere un popolo che con l'odio si rafforza. Il messaggio non viene colto e quando Daniel inizia a cantare una preghiera in ebraico viene allontanato dalla moglie di Curtis, infuriata per l'atteggiamento tenuto da Danny. Tuttavia Daniel, ancora preso dal proposito di uccidere un ebreo, mette una bomba nella sinagoga, proprio sotto il pulpito e la programma per le 19:30 del giorno seguente, orario in cui si svolgerà la funzione del Sabato.

La mattina del giorno dell'esplosione, al telegiornale viene data la notizia dell'omicidio di Manzetti: anche se tutti credono sia stato Daniel, in verità il responsabile è Drake, fortunosamente sopravvissuto al colpo di fucile. La sera del fatidico attentato il protagonista viene colpito dal rimorso, soprattutto perché alla preghiera vi sono alcuni suoi amici cari: di conseguenza, dopo essersi sostituito al lettore ufficiale dell'orazione, avverte tutti di fuggire il prima possibile dalla sinagoga. Solo lui rimane all'interno aspettando l'esplosione per liberarsi di quella vita oramai diventata un tormento.

Prima di morire ha nuovamente la visione ricorrente di lui alla scuola ebraica: questa volta però Daniel si vede adulto. Il professore desidera continuare il discorso su Isacco che, dice, potrebbe essere morto e risorto nel nuovo mondo. Simbolicamente, Danny lo ignora e continua testardamente a salire le scale, trovando solo infinite altre scale, altri pianerottoli e lo stesso insegnante che lo invita a desistere poiché "non c'è nulla là sopra".

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Interpreti e personaggi.

    Ryan Gosling: Danny Balint
    Billy Zane: Curtis Zampf
    Theresa Russell: Lina Moebius
    Summer Phoenix: Carla Moebius
    Heather Goldenhersh: Linda
    A.D. Miles: Guy Danielsen
    Natasha Leggero: Valerie
    Joshua Harto: Kyle
    Elizabeth Reaser: Miriam
    Glenn Fitzgerald: Drake
    Sacha Knopf: Cindy Pomerantz
    Henry Bean: Ilo Manzetti
    Jordan Lage: Roger Brand
    Ebon Moss-Bachrach: Priaty

Doppiatori italiani.

    Massimiliano Manfredi: Danny Balint
    Massimo De Ambrosis: Curtis Zampf
    Isabella Pasanisi: Lina Moebius
    Barbara De Bortoli: Carla Moebius

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The Butterfly Effect una buona idea per un film sprecato.

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The Butterfly Effect è un film di fantascienza del 2004 diretto da Eric Bress e J. Mackye Gruber.

Narra delle vicende di Evan alle prese con un potere particolare che gli permette di modificare eventi chiave accadutigli nel tempo, modificando quindi il presente del momento in cui decide di cambiare un episodio del suo passato. Cinque diverse ipotesi di quell'episodio regaleranno allo spettatore altrettante trame di una vita.

Il titolo del film e il tema principale si riferiscono direttamente al racconto fantascientifico A Sound of Thunder di Ray Bradbury, tradotto in italiano con il titolo Rumore di tuono. Il titolo italiano del film fa invece riferimento al famoso effetto farfalla, che indica come piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.

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A sette anni Evan comincia a manifestare le sue prime amnesie. La madre decide di sottoporlo a terapia e il dottore le consiglia di spingere il piccolo a scrivere dei diari su cui annotare tutto ciò che fa. Il terapista, in seguito, ipotizza che i problemi del bambino derivino dalla mancanza del padre, rinchiuso in un manicomio. Quando il bambino finalmente ottiene il permesso di andare a trovarlo, ha un'altra amnesia e si ritrova a terra mentre il padre tenta di strangolarlo; nel tentativo di calmarlo, gli infermieri lo uccidono.

Sei anni dopo Evan e i suoi amici Kayleigh, Tommy (fratello di Kayleigh) e Lenny stanno passando del tempo assieme; Tommy trova un esplosivo del padre e propone di far saltare in aria qualcosa. Così, manda Lenny a mettere l'esplosivo nella cassetta delle lettere di una casa. Evan tappa le orecchie all'amica quando ha una nuova amnesia: si ritrova così nel bosco, mentre lui e gli altri scappano, trasportando Lenny in stato di shock post traumatico.

In seguito va al cinema con Kayleigh e Tommy; qui bacia la ragazza. Quando Tommy li vede va su tutte le furie e pesta a sangue un uomo al bar, per poi essere portato via dalle autorità. Evan decide poi, con Kayleigh, di andare a trovare Lenny, appena dimesso dopo esser stato curato dallo shock. I tre amici escono a fare un giro e per caso si imbattono in Tommy, che in un deposito tenta di ardere vivo il cane di Evan. Dopo che Tommy ha colpito la sorella e Lenny prova invano a liberare il cane, Evan ha un ennesimo flash: al suo risveglio è ormai troppo tardi, il cane è stato dato alle fiamme. In seguito si trasferisce, promettendo a Kayleigh di tornare.

Sette anni dopo, ormai ventenne, Evan frequenta la facoltà di psicologia e non ha più avuto amnesie. Durante una serata con una ragazza trova i suoi diari e, leggendo di quando Tommy ha dato fuoco al suo cane, rivive il lasso di tempo di cui in precedenza non aveva alcun ricordo. Il giovane, non capendo se si tratti di una fantasia o se effettivamente abbia avuto la possibilità di tornare a quel momento, decide di andare da Lenny, per fargli alcune domande. Capisce quindi di aver viaggiato nel tempo. Rivive poi, sempre attraverso i diari, il momento dell'esplosione: poco dopo che i ragazzi avevano piazzato l'esplosivo, la padrona e sua figlia neonata erano tornate, rimanendo uccise.

Durante questa rivisitazione del passato, Evan si brucia con la sigaretta; al suo risveglio è effettivamente comparsa una cicatrice che prima non c'era. Parlando con la madre capisce di avere gli stessi poteri del padre: può tornare indietro nel tempo, interagendo con esso e modificandolo. In seguito si reca da Kayleigh, che non vede da anni e che ora fa la cameriera. Evan pone alla ragazza alcune domande su un episodio di quando erano bambini: il padre di lei li aveva portati nella cantina della casa per girare un film e Evan aveva avuto un'amnesia, ritrovandosi nudo e completamente all'oscuro di quanto era accaduto. Kayleigh reagisce male alle sue domande, sentendosi turbata al ricordo del padre pedofilo e, inoltre, offesa mortalmente per il fatto che Evan, nonostante la promessa fatta, non si sia fatto vivo durante tutti quegli anni. La ragazza scappa via piangendo e Evan, in seguito ad una telefonata di Tommy, viene a sapere che si è suicidata.

Il giovane decide quindi di tornare indietro nel tempo e impedire al padre dei suoi amici di fare quel film. Al risveglio la sua vita è cambiata: ora sta con Kayleigh e fa parte di una confraternita. Ma scopre che Tommy, che da piccolo ha dovuto sopportare tutti gli abusi del padre, è diventato uno psicopatico. Vedendolo assieme alla sorella, Tommy comincia a picchiare Evan che si arrabbia e reagisce uccidendolo; finisce così in galera, alla mercé dei carcerati.

Dopo alcune umiliazioni e grazie all'aiuto del compagno di cella, riesce a leggere i suoi diari e a tornare indietro nel tempo, al momento in cui Tommy aveva incenerito il suo cane. Questa volta dà a Lenny un ferro appuntito, dicendogli di usarlo per tagliare le corde che bloccavano il cucciolo. Ma, dopo avergli impedito di uccidere il cane, Lenny uccide Tommy. Il presente viene nuovamente cambiato: Lenny è rinchiuso in manicomio e Kayleigh, senza più un fratello, diventa una prostituta sfigurata e cinica, che schernisce e respinge Evan.

Per tentare di rimediare a quanto ha fatto, Evan torna indietro all'incontro col padre. L'uomo capisce il problema del figlio e cerca di ucciderlo per evitare ripercussioni sulla vita di Evan e dei suoi amici, ma ciò gli viene impedito.

Evan viaggia ancora nel tempo e cerca di salvare la donna e la figlia, che vennero uccise dall'esplosione causata dai bambini all'età di sei anni, prima che avvenga l'incidente. Al suo risveglio, Lenny, che ora è sano ed è il suo compagno di stanza, sta con Kayleigh, e Tommy è diventato un ragazzo responsabile e altruista. Tutto sembra perfetto, ma Evan nell'esplosione ha perso le braccia ed è paralizzato alle gambe; inoltre la madre ha un cancro ai polmoni, avendo cominciato a fumare dopo l'incidente del figlio.

Evan tenta ancora di mutare il passato, ma le cose vanno ancora più storte e Kayleigh muore da bambina per colpa di Evan: il ragazzo si risveglia in un manicomio, nella stessa situazione del padre, e tutti credono che ciò ch'era successo fino ad allora fosse una fantasia con cui Evan spiegava la morte dell'amica. Inoltre non ci sono più i diari (poiché in quel passato egli non ha mai cominciato a scriverli) e non può tornare indietro. Il medico però rivela ad Evan che, come lui per i diari, anche il padre aveva una fissazione quanto alle foto di famiglia.

Capendo che ci sono altri metodi per poter cambiare il passato, rivedendo dei suoi filmini di compleanno Evan ritorna di nuovo indietro, nel momento in cui incontra per la prima volta Kayleigh: le dice che la odia e di non farsi vedere mai più. In seguito a questo cambiamento del passato, Tommy e Kayleigh crescono serenamente, essendo andati a vivere con la madre, e Lenny non ha più sensi di colpa ed è compagno di stanza di Evan. Quest'ultimo decide, assieme all'amico, di bruciare i diari affinché non possa più tornare indietro.

Otto anni dopo Evan e Kayleigh si incontrano per strada e hanno una strana sensazione: Evan naturalmente la riconosce, lei invece rimane perplessa. I due si guardano per un attimo e ognuno procede per la sua strada.

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Interpreti e personaggi.

    Ashton Kutcher: Evan Treborn
    Amy Smart: Kayleigh Miller
    Melora Walters: Andrea Treborn
    Elden Henson: Lenny Kagan
    William Lee Scott: Tommy Miller
    Eric Stoltz: George Miller
    Ethan Suplee: Tumper
    Callum Keith Rennie: Jason Treborn
    John Patrick Amedori: Evan a 13 anni
    Logan Lerman: Evan a 7 anni
    Irene Gorovaia: Kayleigh a 13 anni
    Sarah Widdows: Kayleigh a 7 anni
    Jesse James: Tommy a 13 anni
    Cameron Bright: Tommy a 7 anni
    Kevin Schmidt: Lenny a 13 anni
    Jake Kaese: Lenny a 7 anni

Doppiatori italiani.

    Davide Chevalier: Evan Treborn
    Pinella Dragani: Andrea Treborn
    Alessia Amendola: Kayleigh Miller
    Simone Crisari: Lenny Kagan
    Marco Vivio: Tommy Miller
    Simone Mori: George Miller
    Gabriele Patriarca: Evan a 13 anni
    Jacopo Bonanni: Evan a 7 anni
    Veronica Puccio: Kayleigh a 13 anni

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L’Uomo Elefante è un film sull'umanità che si nasconde sotto una maschera mostruosa.

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Affetto da una grave forma di neurofibromatosi, il mostruoso John C. Merrick (1862-90) diventa un fenomeno da baraccone e poi ospite privilegiato nel London Hospital, coccolato da ricchi londinesi. Horror in presa diretta sulla realtà, è un film sulla dignità e il dolore, sull'umanità che si nasconde sotto una maschera mostruosa. Suggestivo nell'ambientazione, qua e là geniale, splendido bianconero del veterano Freddie Francis. Ebbe 8 candidature ai premi Oscar, ma non ne vinse.

« La gente ha paura di ciò che non riesce a capire... »
(Joseph Merrick)

The Elephant Man è un film biografico del 1980 diretto da David Lynch. Il film è stato adattato dai libri The Elephant Man and Other Reminiscences (Sir Frederick Treves) e The Elephant Man: A Study in Human Dignity (Ashley Montagu).

l'uomo elefante

Il film è stato ben accolto all'epoca della distribuzione, e il successo coinvolse Anthony Hopkins, John Hurt, Hannah Gordon e altri membri del cast.

Il film si apre con la scoperta del deforme John Merrick da parte del Dottor Frederick Treves durante uno spettacolo di strada gestito dal malvagio Bytes. Merrick presenta numerose deformazioni in gran parte del corpo, soprattutto nel capo per via della sua Sindrome di Proteo, tanto da venire soprannominato L'Uomo Elefante; per non essere deriso quando cammina in mezzo alla gente comune, Merrick indossa in testa un sacco bucato cucito ad un cappello, in modo tale da coprire la testuggine e in parte le deformità del viso. Bytes si ritiene il proprietario di Merrick, tanto che vuol essere pagato per cederlo al Dr. Treves, che per un breve periodo lo porta al suo ospedale per esporre la sua fisicità ai colleghi. Appena Merrick fa ritorno dal suo "proprietario", il quale è in stato di ebbrezza, questi lo picchia violentemente. Treves giunge in aiuto del povero uomo e lo riporta in ospedale per tenerlo in cura e se possibile aiutarlo.

In ospedale l'aspetto di Merrick terrorizza le infermiere, così Treves è costretto a trasferirlo in una stanza di quarantena e venir tutelato dalla capo-infermiera Madre Shead. Treves durante il primo giorno di ricovero parla col direttore dell'ospedale, Mr. Carr Gomm, il quale gli ricorda di non potere tenere sotto osservazione persone incurabili. Per dimostrare che l'uomo deforme non è completamente ritardato, Treves gli insegna alcune parole da dire all'arrivo del direttore. Contrariamente a quanto previsto, l'uomo ripete solo meccanicamente qualche frase e il direttore se ne va, ma inaspettatamente Merrick pronuncia ad alta voce il ventitreesimo Salmo della Bibbia facendo tornare il direttore sui suoi passi, il quale gli concede di poter restare.

Col passare dei giorni, si viene a scoprire il carattere sensibile e sofisticato di Merrick, il quale nascondeva ciò per non essere maltrattato ancora di più da Bytes. Il caso dell'Uomo Elefante giunge alla corte della Regina Vittoria la quale apre un fondo monetario per permettere di dare adeguate cure all'uomo. Treves rimane come affascinato dall'uomo, lo porta in visita a casa sua a prendere il tè e gli fa conoscere la sua consorte, Ann. Durante lo scambio di parole, Merrick mostra alla signora Treves il suo più prezioso oggetto di valore: una foto di sua madre. Dopo questi episodi, Merrick viene visitato dalla nota attrice teatrale Miss Kendall, la quale gli dona un suo autoritratto e la tragedia di Shakespeare Romeo e Giulietta. La visita dell'attrice ottiene ampia eco in tutto il paese e molti aristocratici e rappresentanti dell'alta borghesia vogliono conoscere Merrick. Nonostante la positività degli avvenimenti, Madre Shead esprime il suo disappunto a Treves, dicendogli che sta continuando a trattare Merrick come un fenomeno da baraccone, anche se è celebrato da una classe superiore. Ciò turba fortemente Treves, che inizia a domandarsi se sta facendo le cose giuste per Merrick o no.

Durante una riunione del consiglio riguardo al tempo indeterminato del mantenimento di Merrick, la Patrona Reale dell'ospedale, Alexandra, porta un messaggio da parte della Regina Vittoria affermando che i fondi per il mantenimento permanente di Merrick all'ospedale sono stati finanziati. Ma proprio allora Merrick viene rapito da Bytes (poiché all'insaputa di tutti un guardiano dell'ospedale faceva entrare prostitute e alcolizzati per tormentare Merrick, fra i quali è arrivato pure Bytes) che lo porta nell'Europa continentale dove lo esibisce in circhi e fiere sottoponendolo in condizioni disumane per via della sua crescente miseria. Alla scoperta del rapimento di Merrick, Treves prende azioni contro il guardiano notturno dell'ospedale insieme a Madre Shead. Intanto Merrick viene aiutato dai suoi compagni fenomeni da baraccone, che lo aiutano a fuggire e procurargli i mezzi per un viaggio di ritorno a Londra. Arrivato alla Stazione di Liverpool Street Merrick viene tormentato da un gruppo di ragazzini e durante la fuga Merrick colpisce accidentalmente una bambina, suscitando l'ira dei presenti che lo privano di maschera e lo inseguono fino al bagno della metropolitana, dove Merrick sviene dalla stanchezza dopo essersi sfogato:
« NOOO!!! Io... Non sono un elefante! Io non sono un animale! ...Sono un essere umano! »

Mentre Treves inizia le ricerche di Merrick, eccolo arrivare scortato in ospedale da Scotland Yard. Treves e i dottori scoprono che Merrick è prossimo alla morte per via di una Broncopneumopatia cronica ostruttiva. La sera, Merrick viene invitato dalla signora Kendall al teatro per vedere una pantomima basata sulla fiaba del Gatto con gli stivali, dove viene accolto calorosamente dal pubblico presente alla fine dello spettacolo. Tornato in ospedale, Merrick ringrazia Treves per tutto ciò che ha fatto per lui, chiamandolo più volte "amico". Terminata la conversazione con Treves, Merrick si sdraia supino sul letto, togliendo tutti i cuscini che fungevano da sostegno per la massa abnorme del capo. Merrick sa che tale posizione di riposo, uguale a quella degli esseri "normali", gli provocherà la morte per soffocamento; oramai deciso, muore nella serenità e nella pace che ha sempre desiderato e mai avuto.

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Interpreti e personaggi.

    Anthony Hopkins: Dr. Frederick Treves
    John Hurt: John Merrick
    Anne Bancroft: Signora Kendal
    John Gielgud: Carr Gomm
    Wendy Hiller: Madre Shead
    Freddie Jones: Bytes
    Michael Elphick: Portiere notturno
    Hannah Gordon: Anne Treves
    John Standing: Dr. Fox
    Dexter Fletcher: Ragazzo di Bytes
    Phoebe Nicholls: Madre di Merrick
    Kenny Baker: Nano del circo

Doppiatori italiani.

    Cesare Barbetti: Dr. Frederick Treves
    Manlio De Angelis: John Merrick
    Anna Miserocchi: Signora Kendal
    Giorgio Piazza: Carr Gomm
    Laura Carli: Madre Shead
    Sergio Fiorentini: Bytes
    Gianni Marzocchi: Dr. Fox

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Trainspotting un film che più passa il tempo più acquista valore.

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Trainspottingè un film del 1996 diretto da Danny Boyle, tratto dall'opera omonima di Irvine Welsh del 1993, presentato fuori concorso al 49º Festival di Cannes.

« Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro…Le ragioni? Non ci sono ragioni…Chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina? »
(Mark Renton).

Tratto dal romanzo (1993) di Irvine Welsh, sceneggiato da John Hodge. Ambientato in una zona suburbana di Edimburgo, è la storia del tossicomane Mark e della sua banda di amici: brutti, sporchi, cattivi e ladri, ma nella loro insolenza ribalda suscitano pena e simpatia, più che paura o schifo.

È il 1° film che in modo esplicito racconta una storia di drogati dal loro punto di vista. Il contesto non è abbellito.

Trainspotting-cover

Come succedeva nel famoso film di Kubrick - ma senza un vero colpo di genio estetico - la brutale violenza delle situazioni viene survoltata da continui scarti surreali: accelerazioni ridolinesche, fermi fotogramma, incidenti grotteschi (la cassetta porno scambiata con quella dei migliori cento gol della storia del calcio), incubi fantasmatici, il colpo grosso con accluso tradimento, carrellate nelle vene e tuffi nello schifo del water come nei flutti di un pescoso oceano.

I colori squillanti, qualche buona battuta ed il ballonzolio della macchina a mano contribuiscono al precario equilibrismo dell'insieme: compiacimento morboso e/o pericoloso, identikit impietoso ovvero canto irridente ('Ci faremmo pure la vitamina, se fosse illegale!') dell'impossibilità di essere normali? Fatto sta che gli allegri giovinastri di 'Trainspotting' non appaiono meno zombies dei detestati zombies della classe media

Il giovane Boyle e il suo sceneggiatore Hodge non hanno pregiudizi nel raccontarli, come non offrono alibi alla loro inerte deriva autodistruttiva. A livello figurativo, il direttore della fotografia Brian Tufano e lo scenografo Kave Queen si sono ispirati ai quadri di Francis Bacon, con la loro allucinata mescolanza di realtà e fantasia, ma anche a Scorsese, Almodóvar, Kubrick (Arancia meccanica). Colonna musicale all'insegna del rock più duro e del pop più scatenato. Efebo d'oro 1997.

Scozia, Edimburgo; la voce fuori campo di Mark Renton (detto Rent), mentre insieme all'amico Spud viene inseguito da guardiani in seguito ad un borseggio, esterna il suo punto di vista sulla vita. Dichiara che ha scelto di rinunciarvi, escludendo quelli che secondo lui sono i più blandi luoghi comuni: bambini e beni materiali, e, insieme ai suoi compagni, ha preferito vivere offuscato dall'eroina. La voce porta alla conoscenza di questi amici: Sick Boy, ossessionato da Sean Connery, e Spud, goffo ma pacifico, entrambi tossicodipendenti; Tommy, onesto e sincero, e Francis Begbie, delinquente abituale, alcoolizzato e tendenzialmente violento.

Un giorno Mark decide, riuscendovi, di disintossicarsi, emulato da Sick Boy, ed una sera decidono di andare con Tommy, Begbie e Spud in una discoteca e per tutti si rivelerà una notte complicata: dopo essersi lamentato dei problemi della sua relazione con Lizzie, Tommy la porta a casa ma quando decidono di avere un rapporto, guardando il video precedentemente girato mentre facevano sesso, non trovano la cassetta poiché è stata sottratta da Mark e rimpiazzata da una raccolta di gol della nazionale scozzese; Tommy crede di aver restituito il nastro al negozio di videonoleggio e questo scatenerà la reazione di Lizzie fino alla rottura del loro rapporto. Spud si ubriaca proprio nella notte in cui la sua ragazza decide di fare sesso con lui dopo sei settimane di astinenza e di conseguenza si addormenta, mandando a monte i piani della sua ragazza. Mark incontra una giovane ragazza, Diane, che inizialmente sembra respingerlo ma successivamente lo inviterà a casa sua obbligandolo, dopo avere fatto l'amore con lui, a dormire sul divano nel corridoio: il mattino dopo scopre che si trova nella casa dei suoi genitori e che lei è ancora minorenne; Mark vorrebbe evitare di rivederla ma lei lo minaccia dicendo di tenersi in contatto altrimenti riferirà alla polizia della loro avventura notturna.

Trainspotting_danny_boyle

La depressione per le rispettive disavventure e la noia di una vita senza stimoli riporterà Sick Boy e Mark all'eroina, insieme a Spud ed a Tommy, che cerca così di sconfiggere la solitudine dopo essere stato lasciato; il ritorno alla droga comporterà il rientro nel mondo dei furti e dei sotterfugi ma un dramma comincerà a cambiare radicalmente le cose: tutto inizia con l'urlo di Allison, una tossicodipendente loro compagna di droga, nel locale in cui il gruppo è solito consumare l'eroina; ella infatti, annebbiata dalla droga non si è accorta della morte della figlia neonata Dawn e nella circostanza si scopre che Sick Boy era il padre. Pochi giorni dopo, Mark e Spud sono sorpresi a rubare in un supermercato e, una volta processati, Spud dovrà scontare una breve condanna detentiva, mentre Mark evita il carcere accettando di sottoporsi ad un programma di disintossicazione dove gli verrà somministrato metadone in luogo dell'eroina.

Nonostante sia supportato da amici e parenti, dopo poche ore Mark si reca nell'appartamento del suo fornitore abituale, soprannominato "la madre superiora" per via della sua antica dipendenza dall'eroina, ma una sera va in overdose e viene caricato su un taxi e portato in ospedale, dove gli viene salvata la vita. Scampato il pericolo, non vedendo altra soluzione i suoi genitori lo rinchiudono nella sua stanza per fargli vincere la sua dipendenza: la prova sarà durissima, tra sofferenze ed incubi, tra i quali Spud in carcere, Tommy malato di AIDS e Dawn che gattona sul soffitto. Una volta finita la cura forzata, Mark decide di trasferirsi a Londra e trova lavoro in un'agenzia immobiliare, iniziando a condurre una vita regolare e cominciando a risparmiare. La sua serenità però ha breve durata: Begbie, ricercato per rapina, si trasferisce a casa sua, seguito poco dopo da Sick Boy, costringendolo a sopportare la loro indesiderata presenza; dopo un periodo di difficile convivenza, fanno tutti ritorno in Scozia per partecipare al funerale di Tommy, deceduto per toxoplasmosi, ritrovandosi con Spud (anche qui, c'è una variazione rispetto al romanzo, dove non è Tommy a morire di toxoplasmosi, bensì Matty).

Finito il funerale, Sick Boy suggerisce un'idea: approfittare di una patata bollente capitata ad uno spacciatore loro conoscente per comprargli due chili di ottima eroina a 4.000 sterline e venderli a Londra per 20.000; Begbie chiede a Mark, dopo avere visto il suo estratto conto, di anticipare la maggior parte del denaro ed egli, nonostante sia riluttante all'idea, accetta. Dopo avere combinato l'affare con un trafficante di alto livello, i quattro si godono un pomeriggio di festeggiamenti ma Begbie, già ubriaco, aggredisce un uomo in un pub, sfregiandolo in viso, e accidentalmente taglia anche Spud alla mano con un coltello. In quel momento Mark realizza che la sua vita deve cambiare definitivamente: la notte stessa prende la borsa con i soldi ed esce dalla camera dell'albergo. Spud lo vede e, nonostante con un cenno del capo gli faccia capire di non volerlo seguire, evita di svegliare gli altri due: quando Begbie si sveglia viene colto da una furia irrefrenabile ed inizia a distruggere la stanza fino all'arrivo della polizia; Sick Boy torna a casa a mani vuote mentre Spud trova la sua parte in una cassetta, lasciata lì da Mark, il quale ritiene che egli non meriti la fregatura. Mark ora è libero dal suo scomodo ed inutile passato e si avvia verso quella vita normale sempre disprezzata.

trainspotting

Interpreti e personaggi.

    Ewan McGregor: Mark Renton
    Robert Carlyle: Francis Begbie
    Ewen Bremner: Spud (Daniel Murphy)
    Jonny Lee Miller: Sick Boy (Simon Williamson)
    Kevin McKidd: Tommy (Thomas Mckenzie)
    Kelly Macdonald: Diane
    Peter Mullan: Swanney (Johnny Swan)
    James Cosmo: Mr. Renton
    Eileen Nicholas: Mrs. Renton
    Susan Vidler: Allison
    Pauline Lynch: Lizzy
    Shirley Henderson: Gail
    Stuart McQuarrie: Gavin
    Irvine Welsh: Mikey Forrester

Doppiatori italiani.

    Christian Iansante: Mark Renton
    Pasquale Anselmo: Francis Begbie
    Roberto Gammino: Spud (Daniel Murphy)
    Fabio Boccanera: Sick Boy (Simon Williamson)
    Massimiliano Manfredi: Tommy (Thomas Mckenzie)
    Georgia Lepore: Diane
    Ennio Coltorti: Swanney (Johnny Swan)

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Un pesce di nome Wanda, una commedia travolgente dal finale immorale.

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Un pesce di nome Wanda (A Fish Called Wanda) è un film del 1988 diretto da Charles Crichton.

Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito al 39º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo; nel 2000 l'American Film Institute lo ha inserito al 21º posto nella classifica delle migliori cento commedie di tutti i tempi.

Per la loro interpretazione, Kevin Kline ricevette l'Oscar al miglior attore non protagonista, John Cleese il BAFTA al miglior attore protagonista e Michael Palin, BAFTA al miglior attore non protagonista.

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Ballo di ladri di un pittoresco e immorale quartetto di lestofanti che, con la complicità di un rispettabile avvocato londinese, fanno una rapina in un famosissimo centro di gioielleria e poi cercano di farsi le scarpe l'un l'altro. Son rari i film che metton tutti d'accordo, critici e pubblico, e critici fra loro. Ci è riuscita (almeno in Italia) questa commedia angloamericana, tra le più divertenti e aguzze del decennio 1980-89. Dura 108 minuti, e non ha una gag di troppo. Oscar per K. Kline. Ultimo film di C. Crichton (1910-99).

Londra. Il criminale George Thomason organizza un furto di gioielli con il braccio destro, il balbuziente e amante degli animali Ken Pile, l'amante Wanda Gershwitz e Otto West, fratello della donna ed esperto di armi con velleità intellettuali.

Il colpo va a buon fine ma Wanda e Otto, che in realtà non sono fratelli ma amanti, cercano d'incastrare George mentre recuperano la refurtiva; il criminale aveva però nascosto il bottino altrove, così i due lo contattano in prigione, dove resta in attesa del processo, difeso dall'avvocato Archie Leach. George affida a Ken il compito di eliminare una vecchietta (la signora Eileen Coady, proprietaria di tre cagnolini) testimone chiave contro di lui e nel frattempo Wanda cerca di sedurre Leach per farsi rivelare il nascondiglio dei gioielli.

« Non sono geloso! Non credo alla gelosia, è per i deboli. Una cosa, però: toccagli il pisello ed è morto! »
(Otto a Wanda)

Per la sua gelosia improvvisa, Otto rovina tutti gli approcci di Wanda ad Archie. Su ordine di George, dopo vari tentativi Ken riesce a eliminare l'anziana testimone e da lui Otto scopre il nascondiglio del bottino, l'aeroporto di Heathrow. Al processo però Wanda nega l'alibi a George e Archie capisce il trucco offrendosi di fuggire con Wanda, che è in possesso della chiave della cassetta di sicurezza in cui sono custoditi i gioielli. Ancora una volta Otto interviene, fuggendo con Wanda. Dall'altra parte Archie e Ken giungono anch'essi a Heathrow: Ken si vendica di Otto che gli aveva ucciso i suoi amati pesci e Archie riesce a fuggire con Wanda e la refurtiva verso Rio de Janeiro.

Interpreti e personaggi.

    John Cleese: Archie Leach
    Jamie Lee Curtis: Wanda Gershwitz
    Kevin Kline: Otto West
    Michael Palin: Ken Pile
    Maria Aitken: Wendy Leach
    Tom Georgeson: George Thomason
    Patricia Hayes: Signora Eileen Coady

Doppiatori italiani.

    Giorgio Lopez: Archie Leach
    Anna Rita Pasanisi: Wanda Gershwitz
    Cesare Barbetti: Otto West
    Manlio De Angelis: Ken Pile
    Michele Gammino: George Thomason

un pesce di nome wanda

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